Le aziende e la crisi: priorità agli investimenti It

La crisi sta portando le aziende a concentrare gli sforzi sulla fidelizzazione della clientela e il raggiungimento di una maggiore flessibilità operativa e decisionale. Aree in cui l’it potrebbe davvero risultare uno strumento di supporto indispensabile. ecco perché Idc suggerisce: non bloccate gli investimenti it! Leggi l’articolo.

Pubblicato il 23 Apr 2009

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La crisi finanziaria internazionale sta esercitando un impatto negativo sull’economia reale italiana, con effetti negativi sulla capacità di investimento delle aziende in tutti i settori dell’economia.
Così come per altre aree di investimento, anche la spesa It subirà una flessione nel 2009. Per l’anno in corso, Idc prevede una contrazione dell’ 1,7%  negli investimenti in tecnologie informatiche, con un andamento particolarmente negativo per il comparto hardware, la cui spesa può essere rimandata con più facilità, e con una domanda più solida per software e servizi, ma sostanzialmente stabile rispetto ai volumi del 2008.
La business agenda delle aziende italiane torna quindi ad essere guidata da una crescente attenzione ai costi, in un contesto in cui la maggior parte della spesa It è comunque da collegarsi alla manutenzione e aggiornamento dell’infrastruttura esistente e solo il 20% degli investimenti è dedicato a nuove iniziative e progetti.
Sebbene la flessione negli investimenti riguarderà tutti i settori dell’economia, ci sono segmenti che mostreranno una migliore dinamica: una maggiore domanda è infatti prevista per il mercato delle utilities, i governi locali, la sanità, ed alcuni segmenti del mercato dei servizi professionali, come studi legali, agenzie di lavoro temporaneo, ma anche aziende di contabilità ed auditing. Particolarmente negativa la performance attesa in alcuni comparti del manifatturiero, specie il settore automobilistico ed il suo indotto, e del mondo finanziario.
Ma cosa guida la domanda di informatica nell’attuale periodo di crisi? E quali sono le soluzioni in cui le aziende italiane investiranno per accrescere la loro competitivita’ nel 2009?
Nel tentativo di rispondere a questi quesiti, Idc ha recentemente concluso un’indagine in diversi paesi Europei (“Idc European Vertical Markets Survey, 2009”), cui hanno partecipato anche 355 aziende italiane operanti in diversi settori economici e con più di 20 impiegati.
Da un punto di vista strettamente business, i risultati di questa indagine mostrano che le aziende italiane focalizzeranno i propri sforzi nel migliorare il servizio al cliente, in un momento in cui, data la congiuntura economica, non possono permettersi di non soddisfare e/o perdere la propria clientela. In una scala da 1 (non importante) a 5 (molto importante), le aziende intervistate assegnano 3.26 alla necessità di migliorare il servizio al cliente come principale iniziativa per il 2009. Questa tendenza è particolarmente evidente per società finanziarie (4.15), banche (3.76), sanità (3.56, ma qui ovviamente la logica è diversa e collegata al bisogno di offrire un servizio migliore e più efficiente al paziente), manifatturiero (3.42), trasporti (3.39), servizi professionali (3.36), distribuzione all’ingrosso e al dettaglio (3.22).
Particolarmente importante nel 2009 sarà anche la ricerca di una maggiore flessibilità dell’It aziendale nel rispondere ai cambiamenti di mercato e alle esigenze operative in maniera tempestiva per accrescere l’efficienza aziendale. Le società intervistate hanno assegnato a quest’area uno score di 3.25, con una punta di 3.73 per le istituzioni sanitarie, ma con punteggi alti in tutti i settori in esame.
I risultati mostrano che a guidare la domanda di soluzioni informatiche in Italia sarà anche il bisogno di adeguarsi alle norme richieste dalle diverse regolamentazioni italiane ed europee.

Banche vs. Manifatturiero in Italia. Priorità di investimento nel 2009
(cliccare sull’immagine per ingrandirla)

Le aziende intervistate assegnano 3.22 alla cosidetta ‘compliance’ come principale iniziativa business per il 2009, con aziende nel settore finanziario (4.15), bancario (3.75), di trasporto (3.53), servizi professionali (3.42), sanità (3.29) e manufatturiere (3.27), tutte con un focus superiore alla media in quest’area.
Ci sono poi iniziative rilevanti per certi mercati e meno rilevanti a livello totale. L’attenzione all’ambiente ed il cosidetto Green, di cui si parla molto, sembra avere una certa rilevanza solo nel settore delle telecomunicazioni (3.03) e dei trasporti (3.76). Consistentemente, l’efficienza energetica è più rilevante nel settore dei trasporti (3.87) rispetto ad altri segmenti della nostra economia.
Un’elevata protezione delle transazioni nonché una adeguata procedura di data privacy continuano a dominare l’agenda di banche (3.98), trasporti (3.89) e telecomunicazioni (3.56). Infine, lo sviluppo di un nuovo modello di business è l’area in cui le aziende italiane sembrano essere meno interessate a concentrare i propri sforzi nel 2009.
Dal punto di vista delle soluzioni, le tecnologie legate alla sicurezza restano l’area di maggiore priorità per le aziende ed istituzioni italiane, in particolare per quelle operanti nel mondo finanziario, nei trasporti, nei servizi professionali e nel governo. La seconda area di investimento è quella delle soluzioni di content e document management, più rilevanti nel settore utilities e nella sanità pubblica. Business Intelligence ed applicativi analytics sono prioritari nel settore distributivo, mentre l’Erp resta un’area di attenzione per le aziende nel manifatturiero. Applicativi industry specific sono invece più importanti per banche e società di utilities: per le banche si tratta di soluzioni legate a Governance, Risk and Compliance (Grc) e gestione e prevenzioni delle frodi; per le utilities, di soluzioni di grid maintenance, asset management e gestione degli impianti.
Sebbene l’attenzione al cliente sia la principale preoccupazione delle aziende intervistate, il livello di priorità assegnato agli investimenti Crm è piuttosto basso in tutti i settori investigati; questo in congiunzione ad un’adozione attuale anche piuttosto limitata (il 53,2% delle aziende intervistate in Italia si affida ad applicazioni Crm per la gestione del proprio parco clienti). Similmente a quanto avviene anche in altri paesi Europei, il Crm non sempre riesce ad ottenere il supporto da parte del management aziendale, spesso ingannato dal fatto che esso serva solo per gestire un alto numero di clienti e non ad automatizzare la gestione del cliente, creando migliori efficienze interne, ma anche un servizio migliore per la propria clientela. La causa di non investimento citata in prevalenza è infatti che ‘il Crm non è parte della strategia aziendale’. Una situazione questa che difficilmete potrà cambiare nel breve periodo. In generale, le aziende che investiranno nel 2009 sceglieranno soluzioni implementate ‘on-premises’ o ‘hosted’ (specie per l’Erp), ma ci sono interessanti opportunità collegate all’emergere del Software as a Service anche nel nostro paese, soprattutto in ambito di applicativi di collaboration, ma anche di Crm.
Dal punto di vista dell’adozione di nuove tecnologie, resta per le aziende italiane un problema collegato alla relativa scarsa conoscenza dei nuovi strumenti informatici, dovuta anche alla prevalenza di piccole e medie aziende nel nostro tessuto economico. Solo il 45,7% delle aziende intervistate, per esempio, ha familiarità con tecnologie di tipo Soa (Services Oriented Architecture); il che ha ovviamente un impatto sull’adozione di tecnologie innovative nel nostro paese. È uno specchio del problema spesso dibattutto sulla competitività del nostro paese e l’innovazione nella piccola e media azienda, con la sua centralità nel sistema economico italiano.

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