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Cloud Orchestration: gestire la complessità del Cloud ibrido



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Le aziende usano sempre di più il Cloud, ma la sua adozione, così come l’utilizzo, non sempre sono lineari o progettati nei dettagli. La Cloud Orchestration nasce esattamente con questo scopo: permettere alle aziende di ottenere, o riconquistare, il controllo sulle proprie risorse.

Pubblicato il 19 giu 2024



Cloud Orchestration

Non ci sono dubbi, e il fatto è così evidente che non servono numeri per dimostrarlo, che il Cloud sia una presenza sempre più pervasiva nelle infrastrutture aziendali. Così pervasiva che le aziende che si affidano a più di un fornitore, o comunque dispongono di servizi diversi, sono sempre più numerose. La Cloud Orchestration nasce per soddisfare l’esigenza sempre più pressante di gestire, coordinare e ottimizzare i servizi di cui l’azienda dispone. Orchestrazione che si rende ancora più necessaria nei contesti di Cloud ibrido, in cui agli elementi Cloud si affiancano parti On Premise o di diversi fornitori di servizio.

La Cloud Orchestration sarà sempre più importante

Nel 2030 il 75% delle aziende aveva già adottato una strategia basata sull’Hybrid Cloud: un dato interessante, che spiega meglio il bisogno di orchestrazione se messo a confronto con i progetti per il Cloud delle aziende europee per il 2024. Qui ottimizzarne l’utilizzo (e i costi) è la priorità per il 71% delle aziende, seguito dalla volontà di spostare ulteriori carichi di lavoro. In altre parole, le aziende utilizzano sempre più Cloud, sempre più diversificato, ma stanno iniziando rendere prioritarie organizzazione e spesa. La Cloud Orchestration promette proprio questo: armonizzare i servizi e ottenere un migliore controllo. Per farci spiegare come questo può avvenire, abbiamo parlato con Marco Di Munno, Associate Manager di Horizon Digital S.r.l., System Integrator che, forte della sua visione centrata sui bisogni delle aziende, ha fatto della Cloud Orchestration uno dei suoi servizi di punta.

Le finalità della Cloud Orchestration

Di Munno inizia con una premessa chiarissima: “È importante poter gestire più ambienti in maniera più semplice. In Italia in particolare, ma anche in termini più generali, il Cloud non copre quasi mai il 100%. In ogni realtà si trovano situazioni almeno parzialmente ibride, anche perché le infrastrutture stesse spesso lo sono”.

Oggi, sempre secondo Di Munno, si possono identificare due temi principali nella gestione avanzata del Cloud: senza dubbio i costi, ma anche i servizi e la tecnologia. Ogni Cloud, infatti, ha le sue peculiarità, vantaggi e svantaggi. Per questa ragione, la diversificazione incontra sempre maggiore successo, sia per ragioni legate alla sicurezza (in una sorta di segmentazione fra i diversi fornitori), sia per la necessità di diversificare le tecnologie. “I servizi basilari possono essere sovrapponibili, ma su quelli di contorno ci sono molte specificità” spiega Di Munno.

In questo contesto, gestire anche i costi diventa una sfida, il cui obiettivo è sfruttare al meglio i servizi di ogni provider in base alle esigenze, operative e di budget.

Una realtà in continua evoluzione

Ad aggiungere un ulteriore elemento di complessità c’è la considerevole fluidità dell’offerta, sia in termini di tecnologie, sia di servizi e costi. “L’unico modo per orchestrare al meglio un contesto di Cloud ibrido è l’adeguamento dinamico – spiega Di Munno – e in questo le piattaforme di orchestrazione danno una grossa mano. Le esigenze possono cambiare molto frequentemente e questi strumenti permettono di applicare nuove politiche in modo veloce”.

Le piattaforme di orchestrazione sono indispensabili, sia per gestire i diversi servizi in modo centralizzato, anche spostando i carichi di lavoro, sia per costruire uno standard unico per tutte le piattaforme. Questo permette di svincolarsi dalle tecnologie intrinseche del provider, riducendo in modo considerevole il problema del vendor lock-in. “Strumenti come Red Hat Ansible o Cloudify mettono a disposizione un linguaggio comune che permette di andare a effettuare le operazioni su più provider differenti” spiega Di Munno.

“Queste piattaforme permettono di conquistare agilità anche nella gestione ordinaria, permettendo di svolgere tutte le operazioni attraverso una piattaforma che permette di svolgere ogni operazione, compreso per esempio il provisoning delle risorse, in maniera unificata, coerente e con una sola metodologia di gestione: è sempre più evidente, infatti, come la Cloud Orchestration non sia solo un tema che riguarda la creazione di una infrastruttura o la sua organizzazione, ma anche la sua gestione ordinaria”.

La Cloud Orchestration a supporto dello skill mismatch

L’orchestrazione, assistita attraverso una realtà specializzata, offre anche una soluzione al problema delle skill che sarebbero necessarie per gestire ogni singolo sistema. Così Di Munno: “Grazie agli strumenti di orchestrazione non è più necessario essere specialisti di ogni singolo servizio Cloud conoscendone in profondità ogni singolo aspetto. Un unico strumento permette di orchestrare tutto in modo più facile, sempre perché non sono legato al provider, alle sue tecnologie o alle sue consuetudini. Non serve la competenza verticale su ogni singolo punto”. Disporre di un esperto per ciascun servizio sarebbe, infatti, soverchiante per la maggior parte delle aziende.

Come la Cloud Orchestration risolve i problemi delle aziende

Uno dei principali vantaggi di questo strumento è che nasce intrinsecamente come servizio gestito: le aziende, quindi, possono affidarsi a specialisti per la parte progettuale e organizzativa, e decidere quale parte della gestione ordinaria gestire o co-gestire. Anche per le realtà che hanno già una situazione complessa.

“Non dobbiamo dimenticare – spiega Di Munno – che l’Orchestration serve anche e soprattutto nelle situazioni già avviate: è possibile intervenire sulle aziende che dispongono già di servizi e vogliono organizzarli al meglio, ma anche in contesti più complessi, per esempio quelli in cui diversi rami d’azienda hanno adottato il Cloud in maniera non coordinata, oppure in caso di acquisizioni o fusioni”.

Ogni volta che si rischia di perdere il controllo o allentare la presa sulla complessità del Cloud, insomma, la Cloud Orchestration è un valido alleato.

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