La nuova arma di NetApp per aziende e cloud service provider

Debutta la versione 8.2 di Clustered Data Ontap, il sistema operativo che funziona su tutte le piattaforme del vendor e permette di vederle come un unico sistema. Tra le promesse, l’adattamento senza downtime e policy-based dei servizi storage virtualizzati alle esigenze delle singole applicazioni. E, quindi, del business.

Pubblicato il 02 Set 2013

Le aziende che adottano il modello delle private cloud e i cloud provider sono i naturali destinatari della nuova versione del sistema operativo Clustered Data Ontap di NetApp. Al termine di una lunga attività di sviluppo – come precisato dal country manager italiano Bruna Bottesi, lo storage vendor, ha rilasciato la versione 8.2 della sua tecnologia progettata per supportare tutte le piattaforme hardware della casa e per integrare anche sistemi di altri vendor in un pool gestibile in modo unificato.
Elevatissimo uptime (oltre il 99,999% secondo la fonte indipendente Autosupport), forte integrazione con le piattaforma di virtualizzazione e cloud (in particolare Microsoft Windows 2012 Hyper-V, in modo nativo, ma anche Vmware e altre), approccio alla gestione delle infrastrutture storage completamente astratto nell’ottica delle Storage virtual machine (Svm) e del Software-defined data center (Sddc), grande scalabilità orizzontale senza bisogno di intervenire sulle applicazioni, qualità del servizi (QoS) granulare e adatta alle architetture multi-tenant, sono alcune delle principali caratteristiche della nuova release di Clustered Data Ontap.

Roberto Patano, direttore tecnico di NetApp Italia

“Nello sviluppare questa nuova versione del sistema operativo – sottolinea Roberto Patano, direttore tecnico di NetApp Italia – abbiamo inoltre prestato un’attenzione particolare all’integrazione con gli applicativi, gli hypervisor e in generale con tutte le infrastrutture It. L’obiettivo era permettere agli It manager di supportare la crescita dei dati e delle applicazioni senza dover più prevedere finestre di downtime per motivi di manutenzione. Con la nuova release abbiamo eliminato tutti i vincoli legati alla fisicità delle diverse risorse compiendo un passo avanti rispetto alla presentazione di tutte le risorse storage come un unico pool: grazie al nuovo sistema operativo è possibile movimentare le informazioni attraverso l’infrastruttura storage [indipendentemente dalla tipologia di risorsa: fisica o virtuale e di vendor differenti ndr] in modo semplice ed effettuare lo scale-up di questa senza interrompere la continuità del business”.
Alla base della filosofia di Clustered Data Ontap c’è anche il ruolo cruciale che lo storage tende a svolgere in misura crescente a supporto del business e che porta a considerare questa componente dell’infrastruttura It sempre meno una commodity. “Un’altra caratteristica della nuova release – continua il direttore tecnico di NetApp Italia – è la possibilità di impostare livelli di Quality of Service (QoS) granulari a livello di singolo file, e non solo di Logical Unit Number (Lun). Questo consente, per esempio, di impostare l’I/O massimo che una determinata Virtual Machine (Vm) può richiedere in tempi normali, salvo poi poterle attribuire maggiori performance, magari con il supporto di flash storage, in momenti specifici”.
Altro punto di forza della nuova release del sistema operativo è la scalabilità orizzontale, favorita anche dalla predisposizione di un canale 10 GbE dedicato alla comunicazione fra i sistemi. “In questo modo – conclude Patano – è possibile far crescere un’infrastruttura storage da un sistema singolo, con un nodo o singolo controller, fino a una soluzione con 24 nodi e 69 PB di capacità, senza che sia necessario aumentare il numero e gli skill delle risorse umane per la sua gestione, né l’acquisto di costosi switch”.

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