AXWAY- Cloud in 5 mosse per generare nuovo business
“Il mercato del cloud in Italia è ancora frenato sia dalla mancanza di cultura sia dalle limitazioni di budget imposte dalla crisi. Come realtà multinazionale, con un punto di osservazione su diversi Paesi, notiamo un oggettivo ritardo italiano (in particolare tra le Pmi) nel confronto con l’Europa e soprattutto rispetto ad America e Asia. La nuvola genera risparmi e potrebbe aiutare le imprese a uscire dall’impasse economica, ma serve un cambio di mentalità, delle infrastrutture It e dell’organizzazione aziendale”, dice Andrea D’Este, principal pre-sales consultant di Axway. “Ci vuole coraggio ad abbracciare il nuovo, perché la trasformazione dei processi potrebbe determinare anche il taglio di alcune funzioni e la perdita del posto di lavoro. Inoltre, non ci sono garanzie di successo, motivo per cui i Cio temono il salto di paradigma, dimostrando anche una certa ‘gelosia’ per il controllo di sistemi, applicazioni e dati finora mantenuti in-house”. Ma oggi la virtualizzazione del “ferro” si profila inevitabile: l’evoluzione dei sistemi informativi punta dritto in direzione cloud e mobile, tecnologie strettamente interconnesse per un accesso alle informazioni sempre e ovunque. Nella rotta verso la nuvola, il governo del flusso di dati gioca un ruolo principe ed è proprio questa la mission fondamentale di Axway, il cui portofolio tecnologico e posizionamento in questi ambiti si è rafforzato grazie all’acquisizione di Vordel. “La nostra strategia cloud a supporto delle aziende – prosegue il manager di Axway – prevede cinque step: l’integrazione tra i sistemi informativi interni e i nuovi servizi sulla nuvola, che hanno interfacce differenti e devono essere messi in grado di comunicare correttamente tra loro; la gestione degli accessi a dati e applicazioni in logica selettiva e bidirezionale (dai sistemi interni alla nuvola e viceversa); la sicurezza del dato, attraverso adeguati strumenti di protezione e nel rispetto della compliance; la visibilità non solo sui dati che transitano in ambienti on-premise, cloud e mobile, ma anche sulle attività degli utenti, sul livello di utilizzo dei servizi cloud e sulle performance applicative; il management delle Api, viste come opportunità per sviluppare rapidamente e offrire ai clienti servizi destinati ai canali cloud e mobile, generando nuovo business”.
CA TECHNOLOGIES – Il cloud supera le aspettative, ma richiede governance
ll successo del cloud ha superato le aspettative iniziali in termini di riduzione dei costi e del time-to-market. Lo rivela uno studio condotto da Luth Research e Vanson Bourne per conto di Ca Technologies su un campione di 542 organizzazioni americane ed europee medio-grandi, che hanno intrapreso iniziative cloud da almeno un anno. Dalla survey emerge un dato importante: più il cloud è “conosciuto” e consolidato all’interno dell’azienda o meglio, più avanzato è lo stadio di maturità dei progetti avviati, maggiori sono i benefici ottenuti, ma al contempo crescono anche le esigenze di governance (necessità di gestire ambienti eterogenei, implementare tool di sicurezza sofisticati, automatizzare i servizi a 360°, attuare strategie di service level management, passare facilmente da un service provider all’altro). Via via che le imprese acquisiscono esperienza nell’adozione della nuvola, si evolvono anche i loro desiderata. Le aziende statunitensi, oggi più “esperte” rispetto alle europee, indicano tra i principali benefici attesi dalla nuvola la “maggiore velocità d’innovazione” e la “migliore performance, scalabilità o resilienza dell’It”. Nella classifica Usa, la “riduzione dei costi complessivi” non viene neppure citata tra i primi tre obiettivi, mentre diventa la priorità numero uno per le imprese del Vecchio Continente. “In generale – commenta Fabrizio Tittarelli, Chief Technology Officer Ca Technologies Italia – il cloud è esploso negli ultimi tre anni, trainato soprattutto dalle grandi aziende che hanno fatto da ‘apri pista’; nel nostro Paese, il grado di adozione è sostanzialmente allineato con l’Europa, anche se subiamo un leggero ritardo sullo IaaS a causa di un’offerta limitata a livello di operatori, questioni normative stringenti (si pensi alle leggi in materia di privacy) e riluttanza dei Cio che temono la perdita di controllo sull’infrastruttura”. La sicurezza rimane una questione controversa: se per il 98% del campione, il cloud ha soddisfatto o superato le aspettative di protezione su IaaS, PaaS e SaaS, il 46% ha indicato proprio la security come primario deterrente per non trasferire sulla nuvola le applicazioni. “L’Italia si rivela particolarmente sensibile al tema, ma il nodo è destinato a sciogliersi man mano che aumenta l’esperienza, si affinano le tecnologie di protezione e si acquisisce maggiore capacità di selezionare le applicazioni da portare in modalità as-a-service”, conclude Tittarelli.
MICROSOFT – Massima flessibilità con il modello hybrid
“Il cloud cresce grazie ai vantaggi di business offerti. Bastano investimenti contenuti per avviare progetti It scalabili con ritorni nel breve periodo: un’opportunità per le imprese e un motore di ripresa per il Paese, purché le aziende abbiano il coraggio di innovare e la filiera Ict fornisca adeguato supporto”, esordisce Giovanni Zoffoli, direttore Enterprise Marketing Microsoft Italia.
Gli operatori It si attrezzano quindi per fornire servizi basati sulle esigenze di ciascun cliente, “aspetto fondamentale in uno scenario in cui le aziende desiderano un unico cloud vendor a 360°, capace di offrire varie opzioni di implementazione”, sottolinea Zoffoli. “Microsoft – prosegue il top manager italiano – punta sul modello ibrido proprio perché garantisce massima flessibilità, combinando differenti soluzioni di cloud pubblico e privato, in base a carichi di lavoro, picchi di utilizzo e priorità aziendali”. Con Windows Server 2012 è stato lanciato Cloud OS, il sistema operativo della nuvola, che permette alle aziende di costruire “un’infrastruttura elastica e affidabile, gestire le applicazioni su diverse piattaforme e dispositivi, ottenere informazioni di business dai big data. In ambito cloud, oltre a fornire tecnologia ad hoc, offriamo consulenza attraverso i nostri esperti e partner e organizziamo occasioni di formazione rivolte a imprese, operatori It e studenti”, conclude Zoffoli.
IBM – Percorso SmartCloud, dalla virtualizzazione al SaaS
Secondo una ricerca globale di Ibm, condotta su 1700 C-level, il cloud viene considerato strategico dal 90% dei Cio, perché abilita nuove modalità di ingaggio dei clienti e di collaborazione con i partner. La nuvola introduce una modalità innovativa di consumo dei servizi It, modificando soluzioni di business, modelli operativi e abitudini delle persone. “A fare la differenza nel processo di trasformazione – dice Alessandra Brasca, Cloud Leader Ibm Italia – saranno fattori culturali e la rapidità di adattamento delle aziende al nuovo paradigma. Il mercato enterprise chiede modelli di sourcing differenziati, per cui le soluzioni cloud si integrano con gli ambienti It tradizionali e crescono le necessità di governo”. In pratica, al Cio si richiede di gestire la molteplicità di opzioni con cui erogare il servizio It, mentre il business dovrà essere in grado di capitalizzare le opportunità derivanti dal cloud. “L’obiettivo di Ibm – precisa Brasca – è affiancare le aziende nel cloud journey, in linea con le esigenze di business e sulla spinta di fenomeni quali mobile, social, big data e iperconnettività. Fondamentale è definire un’architettura di riferimento basata su standard che garantisca interoperabilità tra ambienti on-premise e cloud”. La roadmap che proponiamo con il portfolio di soluzioni SmartCloud (vedi anche intervista a Fausto Bernardini, VP and Distinguished Engineer Smart Cloud Enterprise Ibm a pag 58) prevede diverse modalità di adozione: un percorso accelerato attraverso i sistemi integrati PureSystems; l’evoluzione delle infrastrutture esistenti con funzionalità di automazione e orchestrazione; l’accesso ai servizi IaaS e PaaS nel public cloud di Ibm; l’accesso a oltre 80 soluzioni SaaS, nelle aree analytics, collaboration, Smarter Commerce e Smarter Cities.
NETAPP – Tecnologie storage e di gestione dati
“Il trend positivo del cloud in Italia è confortante. Nonostante le resistenze dovute a questioni di sicurezza, privacy e connettività, nonché alla ancora scarsa alfabetizzazione digitale del management, cresce la richiesta di cloud, soprattutto in modalità private o hybrid, nell’ottica di aumentare flessibilità ed efficienza”, commenta Roberto Patano, Technical Manager NetApp Italia, che prosegue illustrando la mission dell’azienda: “Attraverso personale, tecnologie e partnership, offre supporto per costruire la base di un’infrastruttura It flessibile e condivisa adatta a cogliere il potenziale innovativo del cloud. Per raggiungere tale obiettivo, l’ecosistema di partner e service provider viene costantemente aiutato nella definizione e promozione di servizi cloud basati sulle nostre soluzioni”. L’offerta comprende tecnologie storage e di gestione dei dati per il cloud privato che si basano sull’architettura storage unificata NetApp e sull’ambiente operativo Clustered Data Ontap 8.2, architettura che supporta un’ampia gamma di applicazioni e può operare su tutti i protocolli consentendo di gestire carichi di lavoro flessibili. “La gamma completa di soluzioni storage per il cloud comprende funzionalità integrate di deduplica e thin provisioning, oltre a fornire protezione integrata dei dati, nonché scalabilità orizzontale e verticale al fine di soddisfare i requisiti dinamici delle risorse”, conclude Patano.
RIVERBED – Sistemi sotto controllo per infrastrutture It agili
“Le organizzazioni pubbliche e private devono essere in grado di ridefinire le modalità di collaborazione e comunicazione tra dipendenti, clienti e fornitori. Cloud e mobile accelerano questo processo di trasformazione dell’It, che diviene sempre di più un dipartimento a supporto del business”, dice Albert Zammar, Regional Sales Manager Riverbed Technology Italia, commentando i dati positivi dell’andamento del mercato cloud in Italia rilevati dall’Osservatorio del Politecnico di Milano. I modelli IaaS, PaaS e SaaS permettono un cambio di passo, mettendo a disposizione dell’azienda soluzioni a costi contenuti e, soprattutto, in tempi rapidi e per il periodo necessario (on demand), permettendo di semplificare le infrastrutture aziendali e garantendo una maggiore sicurezza/controllo delle informazioni. Assistiamo così a iniziative di consolidamento dei data center e di semplificazione delle architetture delle sedi periferiche con conseguente centralizzazione dei dati e delle infrastrutture It, virtualizzazione dei server, necessità di strumenti di analisi e controllo al fine di garantire i livelli di servizio richiesti.
“Riverbed – prosegue il top manager – con la propria It Performance Platform può razionalizzare e consolidare i sistemi informativi dei clienti, per supportarli nella creazione di un’architettura agile, fluida e dinamica, accelerando l’accesso a soluzioni e applicazioni anche basate su cloud. La nostra offerta di soluzioni tecnologiche per ottimizzare reti, infrastrutture data center e ambienti virtuali/cloud, nonché per monitorare le applicazioni, si rivolge a un target di aziende medio-grandi, multinazionali e con architetture distribuite”.
Fujitsu Technology Solutions – Personalizzare il cloud per generare innovazione
“La maggioranza delle principali società ritiene il cloud un valido alleato per affrontare le sfide di business e un catalizzatore per il processo di trasformazione aziendale, in particolare nell’era di social, mobile e big data”, dichiara Federico Francini, presidente e Ad di Fujitsu Technology Solutions Italia, citando una ricerca Frost & Sullivan Stratecast, commissionata dal vendor, che ha coinvolto i decision maker in ambito cloud di diverse nazioni. “Oltre il 90% degli intervistati – prosegue il top manager – ha mostrato una solida conoscenza di questa tecnologia, ma rimangono alcuni dubbi da fugare”. Per il 60% del campione, infatti, un mix di cultura aziendale, presenza geografica, infrastruttura tecnologica, processi e altri fattori pre-esistenti frena ancora l’adozione della nuvola in azienda.
“Da qualche anno – afferma Francini -, l’ampliamento massiccio del portfolio dei servizi cloud è tra gli obiettivi primari di Fujitsu [secondo stime interne menzionate dall’Ad, entro il 2015, la nuvola genererà circa il 30% delle attività dell’azienda a livello mondiale, ndr]. Il cloud è ormai una tecnologia matura e dai benefici riconosciuti, ma complessa: per questo proponiamo un approccio personalizzato come chiave per continuare a generare innovazione”. È stata così presentata di recente la Fujitsu Cloud Initiative, che propone opzioni diverse e servizi di integrazione adeguati alle singole richieste. “Il nuovo concetto di Cloud Integration – conclude l’Ad -, basato su capacità di consulenza e servizi gestiti, permette alle aziende di scegliere le opzioni adeguate e di integrare ambienti cloud con i sistemi legacy già presenti”.
Ctera Networks – Cloud storage a vantaggio di imprese grandi e piccole
“Il mercato ha raggiunto un livello di maturità tale da consentire una sempre più rapida adozione dei servizi cloud”. Ne è convinto Donato Antonangeli, Regional Sales Director di Ctera Networks, che aggiunge: “Molte aziende hanno già attraversato un primo livello di implementazione/apprendimento della prima generazione di servizi cloud e sono ora nel loro secondo ciclo”. Secondo il manager, in Italia e in Europa, contribuisce alla vivacità del settore una sempre maggiore consapevolezza da parte delle aziende circa i vantaggi derivanti dall’utilizzo di servizi cloud locali (non Us-based), anche per migliorare il supporto in loco e la riservatezza dei dati, nonché per creare soluzioni mirate.
“Aziende di tutte le dimensioni hanno solo da guadagnare dall’impiego di tecnologie cloud – prosegue Antonangeli -. Le imprese più grandi tendono sia a implementare nuvole private sia a utilizzare quelle pubbliche per aumentare capacità e flessibilità. Le Pmi, invece, ottengono maggiori vantaggi dal cloud pubblico in quanto riduce drasticamente gli investimenti in conto capitale e fornisce una robusta infrastruttura di servizi a livello enterprise, che diversamente non potrebbero permettersi”.
Attiva nel settore del cloud da cinque anni, con un focus sulle soluzioni di archiviazione as-a-service, Ctera Networks ha sviluppato una piattaforma in grado di supportare modelli privati, pubblici (fornitori di servizi) e ibridi.
“La nostra piattaforma di storage – spiega il direttore vendite – intende semplificare la creazione, l’avvio e la gestione di servizi cloud, eliminando i problemi di integrazione, prestazione e sicurezza. Inoltre, rispetto ad approcci alternativi che richiedono l’utilizzo di più strumenti separati e sviluppi personalizzati, accelera il deployment, elimina i costi di customizzazione e riduce il Total cost of ownership”.
HP – Converged cloud per un approccio olistico
“Il cloud – precisa subito Claudio Barbuio, Cloud & Presales Country Director, Hp Italiana – è un fenomeno completamente differente dagli altri technology hype: le tecnologie Ict non sono mai state così universalmente disponibili e pervasive, divenendo fattore critico di successo sulla spinta di cloud, mobility e big data. La consumerizzazione ha trasformato gli utenti da semplici fruitori di tecnologia definita dall’It a consumatori attivi e selettivi dei servizi”.
In questo contesto, la trasformazione dei Sistemi Informativi è indispensabile per cogliere i benefici della nuvola e realizzare un modello di It ibrido, moderno ed efficiente a sostegno del business. “Per raggiungere l’obiettivo, Hp, pioniere della Converged Infrastructure [architettura che riunisce tutte le tecnologie server, di storage e di rete in un pool di risorse condivisibili da applicazioni diverse e gestite come servizio in modo sistemico e integrato, anche a livello di sicurezza, ndr] propone ai clienti un approccio olistico anche in ambito cloud. La Converged Cloud [un’architettura di base comune per ambienti cloud privati, ibridi e pubblici, ndr].- afferma Barbuio – risponde alle molteplici esigenze applicative dell’azienda e, attraverso l’integrazione con le componenti di Converged Infrastructure e Management, permette l’allineamento tra It e business. La strategia Hp consente alle aziende di sviluppare il percorso cloud in modo bilanciato con l’obiettivo di trarre i massimi benefici da ogni fase esecutiva, valutando i parametri di business, tecnici, gestionali e di processo all’interno di un maturity framework”, conclude il top manager.
TREND MICRO – Sicurezza intelligente pensata per ambienti cloud
Il cloud sta affarmando la sua centralità in campo It, mentre cresce la consapevolezza delle aziende sulle opportunità che offre in termini di flessibilità, ottimizzazione ed efficienza. Gastone Nencini, Country leader Trend Micro Italia, commenta questa evidenza dicendo che “In Italia c’è però ancora molto da fare per sfruttare al meglio le potenzialità della nuvola, ma siamo sulla buona strada”, e prosegue specificando il ruolo di Trend Micro in questo percorso: “Il cloud è da sempre nel dna dell’azienda, come base della tecnologia di protezione [lo Smart Protection Network che identifica i nuovi malware, distribuendo le informazioni ottenute su scala globale a tutti i prodotti e servizi del vendor, ndr], e come principale settore al quale si indirizza la nostra offerta. Forniamo soluzioni di protezione pensate appositamente per ambienti cloud”. Al fine di ottenere dalla nuvola i vantaggi attesi, infatti, è necessario implementare una roadmap specifica che parta dalla conoscenza delle esigenze di protezione della propria azienda, dalla definizione di ciò che è necessario tutelare e dal controllo “di chi fa cosa”, procedendo cioè a una segregazione dei dati in termini di competenze e diritti. “Il segreto – conclude Nencini – è garantire la sicurezza del patrimonio informativo aziendale indipendentemente dall’ambiente nel quale risiede attraverso modelli di sicurezza intelligente. In quest’ottica, abbiamo sviluppato Deep Security, una piattaforma integrata che garantisce una protezione adattiva agentless o agent-based per i data center fisici, virtuali, gli ambienti desktop virtuali e il cloud”.
VMWARE – Nuvola pubblica e privata, serve integrazione
“A fronte di investimenti Ict in contrazione, il cloud può rappresentare l’occasione per lo sviluppo di un’infrastruttura agile e dinamica, razionalizzando risorse, costi e complessità. Le aziende ne sono sempre più consapevoli e anche in Italia, nonostante il ritardo rispetto alle economie più forti, assistiamo a un crescente consolidamento dei data center e a una maggiore apertura verso il cloud pubblico”, dice Alberto Bullani, Regional Manager VMware Italia, confermando con le impressioni che derivano dal suo ruolo nel panorama del mercato italiano i dati del Politecnico. Un trend che riguarda le grandi aziende, ma anche le Pmi, oggi più inclini a valutare i vantaggi derivanti dalla nuvola. “In particolare – prosegue il top manager – le aziende italiane sono attente ai temi dell’integrazione tra cloud privato e fornitori esterni di servizi cloud”. VMware sta lavorando in questa direzione sia tramite la collaborazione con i service provider sia con l’introduzione di vCloud Hybrid Service, che permetterà ai propri clienti di estendere in modo trasparente l’utilizzo delle soluzioni VMware in modalità public cloud, garantendo continuità di servizio. Secondo il vendor, infatti, nel viaggio verso il cloud, ciò che più conta per le aziende è saper identificare la soluzione che meglio risponde alle proprie esigenze, il ruolo di un partner in grado di costruire un percorso ad hoc tarato sulla realtà specifica è quindi fondamentale. Ed è proprio questa la direzione su cui punta la strategia di VMware.