Secondo un dato fornito da Tfc Info, società di ricerca specializzata nel settore audiovisivo, il 79% delle persone interpellate crede che, in materia di videoproiettori, i valori dichiarati in lumen includano anche la luminosità dei colori, oltre a quella dei bianchi. Non è così: da che sono nati i videoproiettori digitali, la luminosità è sempre stata misurata solo in termini di luce bianca, il cosiddetto White Light Output.
I valori che indicano genericamente la luminosità danno quindi un’informazione solo parzialmente rivelatrice delle reali prestazioni di un videoproiettore: com’è infatti intuibile, la maggior parte dei contenuti proiettati (l’86% secondo Tfc Info) è a colori e se i colori non sono brillanti quanto il bianco, l’immagine ne risente, con ovvie ripercussioni sul piano della qualità della videoproiezione e della fedeltà cromatica.
È questa la riflessione che Epson premette alla presentazione della nuova serie di videoproiettori per ufficio che lancia questo mese sul mercato, prodotti pensati per le Pmi e il settore della formazione, tutti dotati di tecnologia 3Lcd (3-chip Liquid Crystal Display) che, a differenza della più diffusa tecnologia Dlp (Digital Light Processing), permette di combinare le componenti dell’immagine rossa, verde e blu – e quindi di formare un’unica immagine completa – prima della proiezione. È questo che dà brillantezza ai colori che arrivano a essere fino a 3 volte più luminosi rispetto alle altre tecnologie presenti sul mercato (come dichiarato da Epson). A definire questo valore è il Color Light Output (Clo), un nuovo standard studiato da un organismo indipendente, la Society for Information Display, che utilizza tre griglie per rilevare 9 misurazioni della luce per ogni colore, rosso, verde e blu. Tali misurazioni vengono sommate, calcolate in media e moltiplicate per l’area dello schermo. Il valore che si ottiene è appunto il Clo espresso in lumen. Solo quando il White Light Output è affiancato da quest’altro valore relativo al colore si potrà avere una indicazione completa della qualità dell’immagine.
La nuova gamma di videoproiettori Epson (8 modelli: EB-S18, EB-X18, EB-W18, EB-X24, EB-S17, EB-X20, EB-W22 e EB-X25) avrà, oltre alla tecnologia 3lcd, altri elementi in comune, come spiega Carla Conca, Business Manager Visual Instruments di Epson Italia: “Abbiamo cercato di uniformare le specifiche dei proiettori anche della fascia entry-level dotandoli di nuove funzionalità, tra cui la compatibilità Wi-fi, presente su quasi tutti i modelli, l’ingresso Hdmi e un cursore per la correzione trapezoidale orizzontale per consentire flessibilità di posizionamento. Inoltre, tutti hanno un contrasto dinamico di 10.000:1, per garantire un’alta definizione dell’immagine”.
L’azienda giapponese non trascura infine le crescenti esigenze di mobilità: la nuova gamma, così come tutti i proiettori Epson con gestione wireless, è compatibile con l’app iProjection, disponibile sia per dispositivi Ios che Android: “L’applicazione rende possibile condividere tramite il videoproiettore immagini memorizzate su smartphone, laptop e tablet. Ci stiamo spostando molto verso il mondo mobile – prosegue Conca -. Abbiamo anche annunciato un videoproiettore home cinema, l’ EH-TW5002 dotato di una connessione cablata Mhl (Mobile High-Definition Link) che permette di collegare il dispositivo mobile al videopriettore e duplicarne il desktop consentendo così all’utente di videoproiettare i filmati salvati sul proprio dispositivo in modo semplice e diretto”.