Prospettive

Tech trends 2022: le tecnologie per ridisegnare il futuro del business

Dal report Deloitte emergono sei tendenze tecnologiche destinate a influenzare significativamente, nei prossimi 18-24 mesi, l’evoluzione delle aziende e a trasformare i processi e le risorse IT al loro interno. L’analisi individua, inoltre, tre tecnologie di frontiera che svolgeranno un ruolo chiave nel prossimo decennio: le tecnologie quantistiche, l’ambient computing, l’intelligenza esponenziale. Abbiamo commentato i risultati con Francesca Tagliapietra, Partner e Technology leader Deloitte

Pubblicato il 13 Mag 2022

Tech trends 2022

Con il report Tech Trends 2022, Deloitte cerca di delineare il prossimo futuro nell’era post pandemia evidenziando le opportunità per disegnare una nuova normalità che, anche grazie a un impiego intelligente delle tecnologie, sappia cogliere le opportunità per un futuro migliore.

Le previsioni si basano sull’analisi, a livello internazionale, dei segnali che vengono dal mondo delle tecnologie e da quello delle imprese più avanzate, che hanno saputo migliorare o reinventare il proprio business e valorizzare al tempo stesso le loro persone.

L’analisi ha individuato tre ambiti: le tecnologie che aiutano l’evoluzione delle imprese nel loro complesso, le tecnologie che trasformano il ruolo dell’IT nell’azienda, le tecnologie del futuro.

Le tecnologie che aiutano le aziende a evolversi

Il report ha individuato tre ambiti tecnologici che abiliteranno nuovi livelli di business: il privacy preserving e altre soluzioni per favorire la condivisione “serena” dei dati, la verticalizzazione del cloud, la blockchain al servizio del business.

“Se le aziende avranno maggiore fiducia nel poter condividere i propri dati, grazie alla certezza che saranno trattati con i dovuti livelli di privacy e subiranno le dovute anonimizzazioni, potranno creare pull di industry per condividere informazioni su vendite e delivery” esemplifica Francesca Tagliapietra, Partner e Technology, Media & Telecommunications Leader di Deloitte, riferendosi alla filiera alimentare.

“Le diverse organizzazioni riusciranno così a capire meglio, grazie a casistiche più ampie, i meccanismi della supply chain da un lato e della domanda dall’altro”. In ambito financial service, si potranno condividere dati dei crediti dei clienti per ottenere uno scoring a livello regionale o nazionale più affidabile. Nel mondo della cybersicurezza la condivisione, in modo anonimo e sicuro, dei dati sensibili sugli incidenti e singoli eventi, fornirà una base più consistente di casi pregressi per poter prevenire gli attacchi futuri. Molto interessante, infine, la possibilità di poter condividere dati medici su ampia scala ai fini della ricerca.

Francesca Tagliapietra, Partner e Technology, Media & Telecommunications Leader di Deloitte
Francesca Tagliapietra, Partner e Technology, Media & Telecommunications Leader di Deloitte

Deloitte scommette inoltre sullo sviluppo di cloud di settore, che risponde all’esigenza delle aziende di portare in cloud interi processi di business. Questa prospettiva è confermata dal fatto che i software vendor e i grandi system integrator stanno sviluppando soluzioni cloud preconfigurate per supportare use case per le diverse industry. “Questa evoluzione tecnologica permetterà alle aziende di conferire in outsourcing a un ente terzo componenti e interi processi di business non competitivi, per concentrarsi sui processi realmente distintivi per l’azienda stessa”, precisa Tagliapietra.

La crescente diffusione e utilizzo della blockchain, come conseguenza del miglioramento della tecnologia in termini di velocità e usabilità, spinge le aziende di tutti i settori, a guardare con maggior fiducia e attenzione a questa tecnologia. Il report prevede dunque lo sviluppo di nuove aree applicative e l’apertura di nuove componenti di business, non più solo in ambito finance.

Come cambierà il ruolo dell’IT aziendale a fronte dell’automazione dei processi e dell’introduzione della Cyber AI

Le tecnologie emergenti cambieranno anche la natura dei dipartimenti IT e le competenze richieste, sia come conseguenza dell’automazione dei processi e dell’utilizzo dell’Ai in ambito cyber, sia per rispondere all’evoluzione dello stack tecnologico.

I punti focali saranno le automazioni dei processi aziendali non solo nella componente business, ma anche in quella IT, attraverso l’uso della robotica e di sistemi intelligenti. Ciò richiederà un mutamento rilevante delle competenze sia a livello tecnologico, sia relativamente alla gestione dei rischi e all’impatto delle tecnologie sugli individui.

“Sostanzialmente vediamo due tipologie di competenze che dovranno concretizzarsi in un’unica struttura IT”, spiega Francesca Tagliapietra. Sarà infatti l’IT a scegliere le tecnologie da adottare, a fronte di un’esigenza di business che dovrà essere interpretata in modo corretto. Ma oltre a scegliere le tecnologie più adatte fra le tante disponibili, l’IT dovrà comprenderle sia in termini di potenzialità sia di impatti organizzativi.

“Ci aspettiamo nel futuro impianti IT più lean, ma con competenze più verticali e al tempo stesso più cross, con ricadute dal punto di vista dell’analisi del rischio” precisa. “Nel caso dell’AI, ad esempio, la tecnologia deve essere conosciuta, ma si dovrà anche avere la sensibilità per capire gli impatti sull’individuo (ad esempio il rischio delle discriminazioni) e i rischi in termini di impianto regolamentare, al momento non ancora maturo, che queste tecnologie portano con sé”.

L’AI, d’altra parte, è un’arma potente nel campo della cybersecurity, indispensabile per prevenire i rischi derivanti dalla diffusione dello smart working e dei tanti dispositivi connessi. L’utilizzo di AI e di machine learning può accelerare la rilevazione delle minacce e consentire un approccio proattivo alla cybersecurity, fornendo un valido supporto agli analisti, automatizzando attività gravose e spesso ripetitive.

Il reparto IT deve trasformarsi anche per rispondere all’evoluzione dello stack tecnologico che, a livello fisico, in passato era costituito da una componente di data center e da uno o più device per l’accesso degli utenti. Oggi invece l’IT deve gestire una molteplicità di nuovi dispositivi e asset fisici mission critical per l’azienda.

Parliamo di smart device di vario tipo, come sensori, smart robot, droni per il controllo delle infrastrutture, sistemi di monitoraggio in ambito ospedaliero o veicoli a guida autonoma. Per ciascuno, l’IT deve garantire elevati livelli di affidabilità, sicurezza, uptime, attivando nuovi processi con caratteristiche ed esigenze differenti rispetto a quelli fino a oggi impiegati.

Le tecnologie di frontiera

Il report Deloitte individua infine tre tecnologie, oggi ancora allo stadio iniziale della loro evoluzione, destinate però a giocare un ruolo centrale nel prossimo decennio: tecnologia quantistica, ambient computing, intelligenza esponenziale.

“Le tecnologie quantistiche sono in corso di perfezionamento e nel decennio pensiamo si arrivi a un livello di affidabilità ragionevole. La stima del 2029 è prudenziale, ma deriva dal fatto che nel corso degli ultimi anni abbiamo spesso assistito alla contrazione della roadmap evolutiva” prevede Tagliapietra, che in Deloitte Italia segue direttamente l’attività di analisi sul tema quantum nel suo ruolo di technology leader.

L’ipotesi realistica prospettata è che a metà decennio si possa avere una dimensione hardware compatibile con gli attuali data center, mentre è forse avventato pensare a un’integrazione con le attuali reti e con il software di mercato entro il 2023, come alcuni ipotizzano. Vi si oppongono una serie di complessità come l’affidabilità, in questo momento, dell’elaborazione, la scarsa maturità della componente hardware, la limitata conoscenza da parte delle aziende delle potenzialità e dell’utilizzo delle tecnologie quantistiche.

“Nonostante il supporto del nostro network internazionale, quando abbiamo affrontato la tematica quantum, noi stessi abbiamo dovuto studiare per individuare gli ambiti di applicazione”. sottolinea. Le aree poi individuate sono: rischi e cybersecurity, soprattutto in ambito crittografia; lifescience (ad esempio per la simulazione di farmaci) e tutti quei settori che, in generale, necessitano di grandi elaborazioni come il banking e la logistica.

Un’ulteriore difficoltà nasce dalla scarsa offerta formativa, parzialmente compensata dall’interesse del mondo accademico con cui Deloitte sta collaborando in vista delle opportunità offerte dal PNRR. In positivo va sottolineato l’impegno dei player del quantum computing, che mettono a disposizione una sorta di laboratori dove le imprese possono sperimentare, anche nella prospettiva di realizzare soluzioni verticali.

L’ambient computing, consentirà nel giro di un decennio di rendere la realtà digitale accessibile e utilizzabile senza la necessità di comandi diretti attraverso le interfacce a cui siamo abituati, come gli schermi e le tastiere di pc e smartphone. Queste tecnologie saranno così integrate nel nostro ambiente che opereranno senza che ne siamo consapevoli.

Sono infine dell’ordine dei decenni i tempi per l’intelligenza esponenziale, che punta a superare l’assenza di inferenza logica e di ragionamento deduttivo dell’AI, andando sviluppare tecniche simboliche e connessioniste per il training degli algoritmi. Questa evoluzione fornirà all’AI la capacità di comprendere, come accade agli umani, se un collegamento tra dati è casuale o ha un significato.

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