La politica di fronte all’Agenda digitale – Alessia Mosca, Partito Democratico

Pubblicato il 02 Dic 2013

ZeroUno: Quali considera le priorità per l’attuazione dell’Agenda digitale?
Alessia Mosca: Condivido le priorità indicate dal Commissario di Governo Francesco Caio: identità digitale, anagrafe digitale e fatturazione elettronica, legate fra loro e determinanti per l’efficientamento della Pa. Sono, a mio avviso, priorità politiche, visto che l’implicazione maggiore sarà su l’interoperabilità fra amministrazioni e l’accesso dei cittadini alla Pa per via digitale; è un lavoro complesso, ma fattibile. La digitalizzazione del Paese passa per una capillare digitalizzazione delle amministrazioni, senza la quale non si otterrà una digitalizzazione che vada a toccare tutti gli aspetti della vita dei cittadini e delle imprese. Se si vuole dare una significativa spinta al nostro Paese si deve partire da qui, con l’ulteriore beneficio di un elevato risparmio della spesa pubblica.

ZeroUno: Per raggiungere questi obiettivi sono necessari o previsti provvedimenti legislativi?

Alessia Mosca, deputata del Partito Democratico, capogruppo Pd nella Commissione Politiche europee e responsabile Ricerca e Innovazione tecnologica del Pd

Mosca: Non sono necessari grandi interventi legislativi: la base normativa c’è già tutta, a partire da quella costituzionale. Il titolo V della Costituzione, che dà allo Stato il compito di garantire a tutte le amministrazioni regionali l’interoperabilità, consente di raggiungere gli obiettivi indicati. Ci potranno essere interventi snelli su singoli aspetti, ma l’impalcatura più importante esiste. Si tratta di tradurre in pratica queste scelte ormai fatte. Lo sforzo di rendere interoperabili le strutture che non si parlano fra di loro e spesso hanno dati contrastanti, che presuppone un’ingente operazione di semplificazione, non si fa per norma.

ZeroUno: È utile e opportuno il fiorire di Agende Digitali regionali? Come garantirne il coordinamento?
Mosca: Il lavoro principale in fase di execution consiste proprio nel non lasciare tutto al volontarismo, che va benissimo, ma che non esclude la necessità di una spinta coordinata necessaria per evitare che aumenti ulteriormente il digital divide fra le diverse aree del Paese e per indurre tutti a muoversi nella stessa direzione. In secondo luogo, si deve fare in modo che tutti coloro che si muovono in direzione della digitalizzazione condividano lo stesso alfabeto e le stesse regole. Per questo è fondamentale il ruolo dell’Agenzia per l’Italia Digitale.

ZeroUno: Ritiene che la struttura che dovrebbe garantire un lavoro così oneroso sia adeguata o vada potenziata?
Mosca: L’Agenzia deve essere il braccio operativo, ma per garantire la concretizzazione di quanto indicato non deve essere elefantiaca, deve anzi avere una struttura snella. L’importante è che siano chiari gli obiettivi e si sappia dove e come intervenire.

ZeroUno: Si può contare su una spinta anche dall’Europa?
Mosca: Credo di sì. Molti dei nostri obiettivi, come per esempio l’identità digitale, coincidono con quelli dell’Agenda europea. Anche l’eliminazione delle barriere per le telecomunicazioni creando un mercato unico proposta dal Commissario europeo per l’Agenda Digitale Neelie Kroes, va condivisa.
Ma la cosa più importante è che ci presentiamo al tavolo europeo [Consiglio europeo su Agenda digitale del 24-25 ottobre, vedi riquadro a pag 12 del Quaderno Cio Conversations 2 – 2013 ndr] avendo definito le nostre priorità e i nostri obiettivi, cosa mai accaduta con tanta chiarezza.
Questa volta potremo dare un contributo, a differenza del passato, quando le decisioni venivano prese da altri paesi, perché l’Italia arrivava in ritardo.

ZeroUno: Con quali argomenti e quali strumenti sensibilizzare gran parte del mondo politico, affinché venga compreso che l’attuazione dell’Agenda Digitale è una delle condizioni fondamentali per il rilancio del Paese?
Mosca: Il fatto che ci sia un Mr. Agenda Digitale come Francesco Caio che ha una grande capacità comunicativa è un elemento da non sottovalutare per far entrare nel linguaggio comune questioni come la digitalizzazione. Dobbiamo spiegare i risparmi e la liberazione di risorse, temi su cui oggi c’è molta attenzione, che deriverebbero dalla digitalizzazione. È responsabilità di quanti si occupano di queste tematiche tenere sempre alto il dibattito su un tema che tocca qualunque aspetto della vita individuale, collettiva e ammnistrativa.

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