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Brand Value Platform: cloud e blockchain per garantire l’autenticità dei prodotti

La riapertura dei negozi e la ripresa dello shopping in presenza porta i brand a confrontarsi con la necessità di un cambio di paradigma per quanto riguarda la protezione del proprio marchio. Quali strumenti hanno oggi a disposizione le aziende per aumentare la cultura e la consapevolezza del brand e per combattere la contraffazione?

Pubblicato il 10 Ott 2022

brand value

L’evoluzione della tracciabilità

La fine della pandemia ha provocato un ritorno alle modalità di shopping tradizionali in presenza. Piazze e centri commerciali tornano a ripopolarsi e, con la ripresa della vita fuori casa, distributori e catene tornano a confrontarsi con questioni legate all’identità e alla valorizzazione del proprio brand. Nel frattempo, le nuove esperienze di acquisto, introdotte dalla filiera per fronteggiare lo scenario del Covid-19, non hanno eliminato i problemi di mercato grigio e tracciabilità della distribuzione tradizionale, ma li hanno arricchiti di aspetti inediti che ora gli addetti ai lavori devono fronteggiare con le tradizionali misure di tutela dell’identità del marchio.

“Per i settori del luxury, non solo fashion, ma anche automotive e food, è importante aumentare l’efficienza e la trasparenza connettendo il brand ai consumatori per mezzo di soluzioni di riconoscimento digitale” spiega Dario Pacotto di 3rand Up. Un riconoscimento, quello cui si riferisce, che inizia da soluzioni di tracciabilità pensate per l’anticontraffazione, e che si evolve fino a produrre e una vera e propria cultura del marchio, promossa per mezzo di piattaforme di Brand Value.

Dalla serializzazione all’identità

Contraffazione e mercato grigio sono ancora criticità diffuse in ampi settori. I produttori hanno bisogno di soluzioni per assicurarsi che tutto il canale rispetti le regole di distribuzione e di identità che fanno la forza del brand. In questa chiave, la tecnologia diventa un elemento chiave per valorizzare il marchio e coinvolgere il consumatore. È fondamentale che la soluzione di tracciabilità che un’azienda adotta non sia un silos separato dal resto della cultura aziendale, ma sia invece un tassello che faccia parte di un unico mosaico che porti l’azienda a connettere il consumatore al proprio brand.

La soluzione di anticontraffazione deve essere pensata come un framework completo, che utilizzi le tecnologie dedicate alla tracciabilità e all’anticontraffazione come fondamenta per costruire una identità che porti valore aggiunto agli strumenti del marketing tradizionale. “Le informazioni associabili al prodotto con strumenti come un QR Code” prosegue Pacotto “svolgono un duplice ruolo: garantire tutti gli attori della filiera e il consumatore con le informazioni necessarie a tracciare il prodotto, ma diventano anche la fonte di uno storytelling, grazie ai dettagli che ne narrano la storia unica e irripetibile”.

Il ruolo della tecnologia

Raggiungere un risultato così importante è possibile solo a un ingente sforzo di ricerca e investimento in tecnologia. Proteggere la propria originalità con un semplice QR Code è una soluzione di partenza che deve essere integrata e migliorata con strumenti più resistenti a tentativi di reverse engineering che possono causare danni collaterali inaspettati e difficili da arginare. Ecco, perciò, la necessità di impiegare soluzioni di tracciabilità che impieghino strumenti sofisticati e modulari, in modo da offrire una completa orchestrazione e integrazione.

“Proprio per questo motivo – spiega Pacotto – 3rand Up ha sviluppato in collaborazione con Tesisquare la soluzione Protect Your Brand (PYB). PYB è una soluzione pensata per l’anticontraffazione e per il coinvolgimento del cliente. Si può interfacciare con diverse piattaforme IoT per farsi garante dell’origine e della tracciabilità del prodotto e offrire al consumatore un’esperienza unica e immersiva”. In questo modo, oltre alla tracciabilità, viene generato un vero e proprio passaporto digitale del prodotto, ed è sufficiente che a esso sia applicato un tag NFC affinché acquisisca la sua identità digitale.

“Il cliente può scannerizzare il tag con il suo smartphone e avere accesso istantaneo all’intera storia del prodotto, vivendo un’esperienza di storytelling che innesca un maggiore coinvolgimento e apprezzamento dell’acquisto” prosegue l’esperto di 3rand Up. L’identità digitale diventa anche il veicolo per l’integrazione con una soluzione di sicurezza e integrità del dato su blockchain, per offrire al consumatore finale la garanzia che le informazioni dichiarate lungo la filiera della tracciabilità non possano essere alterate in nessun modo.

Una soluzione modulare per l’anticontraffazione

Come già rimarcato, la vera innovazione disruptive nel comparto dell’anticontraffazione è pensare a una soluzione modulare, in cui tutti gli attori della supply chain si integrino per offrire al consumatore un’esperienza coinvolgente. L’approccio modulare inizia dal livello della tracciabilità del singolo prodotto per mezzo di soluzioni RFID e NFC, che garantiscono una garanzia di anticontraffazione.

In questo modo la soluzione di anticontraffazione diventa un modulo integrabile all’interno dell’ecosistema IT dell’azienda, e può dialogare con l’ERP e il CRM per offrire valore aggiunto all’intera filiera. L’identità digitale diventa poi ponte verso nuove esperienze di acquisto ottenibili per mezzo dell’impiego di tecnologie come la realtà aumentata o gli NFT. “3rand Up lavora costantemente per consolidare la propria offerta di servizi per dare valore al brand” conclude Pacotto “collaborando con una rete di partner all’avanguardia e già contando su numerosi casi di successo. Guarda però con attenzione all’evolversi delle nuove tecnologie per garantire che le sue soluzioni di anticontraffazione e coinvolgimento del consumatore siano sempre più trasparenti e performanti”.

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