Startup e leader di settore, partnership dopo partnership, negli ultimi anni stanno vertiginosamente spingendo l’innovazione tecnologica. Nel caso di Oxford Quantum Circuits (OQC) e Cyxtera, l’obiettivo è potenziare e diffondere l’accessibilità al quantum computing a un più ampio numero di early adopter e sperimentatori possibile. Collegando la piattaforma di quantum-as-a-service della prima nel datacenter in colocation della seconda diventerà infatti possibile sperimentare vari algoritmi e casi d’uso quantistici con un clic, senza apportare alcuna modifica alle altre operazioni.
Colocation e 3D per un quantum computing a portata di business
È la prima volta che viene realizzata questa integrazione, è una prima volta che non fa solo titolo, ma rappresenta una svolta importante perché sblocca le potenzialità del quantum computing avvicinandolo concretamente al mondo del business.
Ciò che distingue la strategia adottata nella partnership è la colocazione. Questa nuova modalità consente l’erogazione di servizi che vanno oltre lo spazio e l’energia tradizionali e garantisce prestazioni, sicurezza e affidabilità eccezionali, sistemi criogenici, SLA di disponibilità al 100% e supporto tecnico.
Integrando la piattaforma di OQC direttamente nell’infrastruttura di elaborazione e gestione dati delle aziende, si ottiene una connessione più facile rispetto all’as-a-service tramite un cloud pubblico o fornito da terzi. Questo anche perché la nuova configurazione minimizza i problemi di localizzazione e prossimità tipicamente associati alla distanza tra applicazioni tradizionali e quantistiche.
Se il primo elemento di unicità è apportato da Cyxtera il secondo è da attribuire unicamente alla sua partner quantistica. OQC introduce infatti una nuova architettura tridimensionale invece che bidimensionale per i qubit semiconduttori, amplificandone la scalabilità e la fruibilità.
Via libera a case history quantistiche nel datacenter “palestra”
Pur riguardando per ora solo gli utenti di Cyxtera, l’innovazione annunciata dalle due aziende segna un passo significativo nel settore del calcolo quantistico. Si passa infatti da un ambiente di “laboratorio” a un ambiente completamente gestito, in grado di garantire la sicurezza, l’interconnettività, la larghezza di banda e la ridondanza necessarie a supportare questa tecnologia anche quando sarà più matura.
L’obiettivo è di renderlo disponibile alla più ampia gamma di utenti possibili, coprendo ogni “caso particolare”. Per questo, sarà possibile collegarsi al computer quantistico OQC in diversi modi, a seconda dei requisiti di rete e della posizione geografica. Sfruttando, per esempio, la connettività SDN on-demand o le connessioni tradizionali, oppure stabilendo un’interconnettività sicura e a bassa latenza tramite i partner Network Service Provider.
Gli utenti potranno sperimentare gli algoritmi quantistici finora inaccessibili così agilmente da inizio 2023, esplorandone le potenzialità di business connesse. Solo per alcune applicazioni specifiche però: sembra infatti che l’attuale QPU di OQC abbia 8 qubit, meno di quelli di altri sistemi quantistici di altri operatori e sufficiente per supportare solo case history ad hoc. Resta comunque un’ottima opportunità per familiarizzare con il nuovo paradigma di calcolo e “allenarsi” per quando sarà disponibile un hardware quantistico più affidabile.