Si potrebbe parlare di “sovranità satellitare” guardando al via libera che l’Unione Europea sta dando alla costruzione di un servizio internet via satellite. È la strada per ottenere un’indipendenza strategica anche da questo punto di vista. Una strada da imboccare con urgenza, dato il ritmo con cui Stati Uniti, Cina e Russia stanno popolando il cielo con i loro dispositivi. L’UE sta cercando di passare dagli annunci ai fatti e recuperare terreno e spazio, approfittandone per colmare le lacune della copertura terrestre a banda larga.
Rete di satelliti europea in arrivo grazie un piano da 6 miliardi
L’annuncio dell’iniziativa da parte della Commissione Europea risale a febbraio di quest’anno. L’idea era quella di realizzare un vero e proprio sistema europeo di connettività spaziale che possa garantire servizi di comunicazione sempre accessibili. Una certezza necessaria per quasi tutte le aziende, ormai, non solo quelle tech o con un business digital oriented.
Ora è arrivato il momento di avviare il progetto, attraverso la firma di un accordo ufficiale che metta i numeri nero su bianco, soprattutto quelli dei finanziamenti. Si parla di 6 miliardi di euro, di cui meno della metà proverrebbero dall’UE: solo 2,4 e distribuiti nel prossimo quinquennio. La restante parte dovrebbe essere in carico ai privati. È questo l’aspetto che deve ancora essere discusso dagli stati membri nei prossimi giorni, per ufficializzare il varo del progetto.
Il finanziamento, pubblico e privato, secondo la Commissione Europea, andrebbe inteso come un investimento in prosperità economica e sicurezza per l’area. Entrambi gli aspetti sono infatti fortemente dipendenti dall’affidabilità e dalla resilienza della connessione. C’è anche l’aspetto della sovranità digitale europea su cui vigilare. La rete di satelliti made in Europe garantirebbe l’accesso senza restrizioni, evitando la dipendenza da paesi terzi e rafforzando la resilienza delle nostre catene del valore.
Una banda larga commerciale ad alta velocità sempre disponibile su tutto il territorio europeo significherebbe anche zero zone morte e potenziale connettività in aree geografiche di interesse strategico, come l’Africa.
Mancano ancora i nomi delle aziende coinvolte nel progetto, ma OneWeb ed Eutelsat sono in cima alla lista delle “sospettate”. A luglio hanno firmato un accordo per unirsi diventando un mega fornitore di banda larga satellitare multi-orbita. La prima coprirebbe quella terrestre, dove opera anche la rivale Starlink, la seconda opererebbe in quella geostazionaria.
Spettro radio e nuove licenze: UK non resta a guardare
In termini di connettività, l’Unione Europea non è l’unica ad essersi mossa. L’autorità britannica di regolamentazione delle telecomunicazioni Ofcom ha infatti annunciato spettro radio per i servizi satellitari e nuove licenze a Starlink e Telesat, a sostegno delle loro operazioni satellitari. L’obiettivo del governo UK è quello di assicurare a tutti i benefici dell’innovazione. La tecnologia satellitare lo permette, abilitando servizi internet più veloci e affidabili per chi vive in aree remote, come anche per navi e aerei.
In questa nuova strategia di Ofcom per la gestione dello spettro radio le priorità sono due, al primo posto, pari merito: abilitare servizi innovativi e garantire che quelli esistenti continuino a funzionare.
Il nuovo annuncio si inserisce in tale contesto e prevede l’estensione dell’accesso alle frequenze della banda Ku (14,25-14,5 GHz) per la connettività satellitare. La licenza concessa a Starlink favorisce questo aspetto, soddisfacendo la domanda degli utenti e fornendo diversità meteorologica e resilienza della rete. Quella di Telesat riguarda invece le stazioni terrestri non geostazionarie, per il prezioso collegamento tra la rete satellitare e Internet terrestre. In questo caso a beneficiarne sono, per la prima volta, i piccoli utenti che potranno connettersi con la loro parabolica, beneficiando di una migliore connettività.