Separare il proprio sistema, integrato con quello del grande gruppo di cui si sta per diventare ufficialmente uno spin off, è un passaggio obbligatorio. Si può scegliere di compierlo in modo ordinario, limitandosi agli step tecnologicamente necessari per conquistare l’indipendenza. Oppure di abbracciare il paradigma dell’innovazione, aprendosi a nuovi strumenti e soluzioni ma, soprattutto, a nuove logiche.
Nextam Partners SIM ha scelto la seconda strada al momento del suo “distacco” da Banca Generali. Il suo team di 12 persone, nessuna con uno spiccato profilo IT, ha trovato in Thux un partner su cui far leva per spiccare questo salto in avanti.
Migrazione cloud e vincoli normativi: la sfida della business continuity
Nata nel 2008 quale investment advisor indipendente, acquisita nel 2019 da Banca Generali, , fino allo spin off del Gennaio 2022 Nextam Partners SIM ha da sempre operato interfacciandosi con un provider IT interno. La sua sostituzione ha preso la forma di un’evoluzione di cui aveva ben chiare le caratteristiche e la direzione.
“Abbiamo scelto la migrazione al cloud e il passaggio a una logica di outsourcing. Questo per noi ha significato poter accedere a tecnologie completamente nuove, ma non solo. Abbiamo dovuto iniziare a ragionare in termini di servizi offerti da terzi. Una esternalizzazione, oltre che dell’hardware, anche di soluzioni organizzative e di sicurezza” racconta Filippo La Scala, membro del CDA di Nextam. “Questa scelta ci ha obbligato a ripensare alla figura del fornitore IT e alle dinamiche di gestione dei rischi, ora più pianificabili”.
A maggior ragione, la selezione del “partner di evoluzione” è diventata chiave nel processo di distacco a livello IT. La Scala spiega di aver optato per il progetto più “semplice, logico e concreto”. E che tenesse conto delle peculiarità di Nextam, a partire dal bisogno di integrare nella sua nuova configurazione IT un software proprietario. Il cuore della sua offerta.
Il cuore del progetto di Thux è invece stato garantire innovazione agile in un settore “ultra regolato” come quello della finanza.
Giulio Patisso, il co-founder, spiega: “I vincoli normativi complicano fortemente anche gli interventi tecnologici, su aspetti come il trasferimento dati e la gestione dei sistemi. La sfida comune a tutti i processi di migrazione è la continuità del business per garantire, soprattutto nel caso di soggetti vigilati da Banca D’italia e Consob come in questo caso, l’efficienza dell’Azienda. È necessario prestare massima attenzione all’aspetto qualitativo, ma anche alle tempistiche: un ipotetico ritardo potrebbe far scattare sanzioni e impattare sul business e sulle scelte del CDA così come il rispetto delle direttive dell’autorità della vigilanza.
La complessità nel gestire soggetti vigilati sta nel rispetto delle norme che si aggiungono alle classiche civilistiche di una azienda comune. Questo porta ad una attenta valutazione, anche legale e di compliance, delle Normative emanate dall’ EBA (European Banking Authority) ed ESMA (European Securities and Markets Authority).
Per questa tipologia di clienti Thux offre un supporto Legale e di IT compliace con il proprio team interno che affianca la compliance del cliente.
Particolare attenzione viene posta alla fase contrattuale che deve rispettare tutte le direttive degli organi di cui sopra ed è fondamentale per le ispezioni che periodicamente vengono eseguite presso i soggetti vigilati”.
Alto livello di cybersecurity, razionalizzazione dei costi: le priorità dell’innovazione Thux
Garantire la business continuity nel settore finanziario non è solo una priorità, ma un obbligo. Questo rende più che mai cruciale la fase iniziale di un intervento come quello di Thux. Si tratta di “valutare l’infrastruttura fisica esistente, compreso lo strato di virtualizzazione. Capire le logiche di gestione attive e mappare le interazioni con eventuali sistemi esterni, ci ha poi permesso di individuare il percorso migliore per migrare in cloud, senza provocare interruzioni di natura tecnica. Allo stesso tempo, con l’analisi dei processi organizzativi interni, abbiamo assicurato l’erogazione regolare dei servizi al cliente” racconta Patisso.
La scelta della soluzione per Nextam è stata guidata dall’innovazione e dall’ottimizzazione dei costi. In primo piano anche l’aspetto di cybersecurity, con un approccio zero trust. “In questo caso abbiamo scelto di effettuare una forte segmentazione, creando tanti compartimenti stagni per ogni funzionalità del sistema. Così, è stato più efficace applicare una logica di minimo accesso ed effettuare un monitoraggio puntuale e regolare, unito a un alerting per qualsiasi anomalia o compromissione del sistema” aggiunge Patisso.
Integrare la tecnologia nell’offerta: la vera svolta di Nextam
Attualmente in piena “fase di tuning” della sua trasformazione, Nextam sta già guardando ai nuovi orizzonti che la aspettano. Prima di tutto, inizia ad abituarsi all’idea che potrà beneficiare sempre di tecnologie avanzate e di soluzioni aggiornate. Basta, quindi, restare ancorati all’IT “noto e statico”, che minimizza gli sforzi di adeguamento della workforce, ma anche il livello di competitività del business. L’impatto più importante, però, è quello sull’offerta. “La tecnologia ne diventa parte integrante, permettendoci di colmare quel gap finora evidente creatosi tra noi e le fintech. Chi opera nel settore finance da sempre, spesso resta bloccato da aspetti regolatori che impongono continuità. Lato IT, si finisce quindi per procedere stratificando, accumulando variazioni sull’esistente, senza mai una svolta decisa. Si crea quindi un enorme fardello di cui è necessario liberarsi. In prospettiva c’è anche la possibilità di di offrire ai clienti una esperienza più flessibile, tempestiva e personalizzata, grazie anche a nuove modalità di accesso ai dati. Questo senza alcun aggravio né a livello economico che di persone o risorse” spiega La Scala.
Il progetto, nel quadro di un’interlocuzione con un gruppo di dimensioni ben diverse rispetto a quelle di Nextam, si è concluso in meno di 9 mesi dalla selezione del partner (marzo 2022) fino alla migrazione in cloud con Thux, conclusasi a novembre 2022. Ciò con riguardo al progetto di “distacco” da Banca Generali ma, a detta di La Scala, “la collaborazione potrebbe proseguire, per costruire insieme un’offerta innovativa sulla base di quanto realizzato finora”.