Il gigante tecnologico cinese Tencent volta le spalle al metaverso. La sua decisione fa il giro del mondo e fa riflettere chi osserva con cura il mercato globale. Potrebbe condizionarlo, incoraggiando chi ama andare controcorrente, a gettarsi su questo nuovo settore? È vero che, con l’uscita di Tencent, si libera spazio ma, più probabilmente, raffredderà gli entusiasmi già tiepidi verso un mercato che fatica a decollare.
Un cambio di rotta deciso e decisivo
Non ci sono state finora comunicazioni ufficiali esplicite, da parte della società, ma gli indizi vanno tutti in questa direzione. A unire i puntini e verificare la notizia, con fonti che hanno familiarità con la questione, è stata l’agenzia Reuters. Qualche giorno fa, infatti, ha annunciato che Tencent starebbe cambiando la sua strategia hardware. Più precisamente ciò che avrebbe scelto di fare è abbandonare gli originari piani sul metaverso e sulla realtà virtuale.
Questo cambio di rotta comporterebbe un taglio di costi e di organico della sua unità di metaverso, ma non va visto solo come una reazione alla crisi e all’inflazione. Dietro a questa decisione ci potrebbe essere un vero e proprio ripensamento di strategia tecnologica.
Con entusiasmo, Tencent aveva avviato un ambizioso progetto sia software che hardware per la realtà virtuale in un’unità XR di “realtà estesa”. Oltre 300 persone dedicate e idee di innovativi controller “ad anello” non sono bastate per farlo decollare. È presto emerso che non sarebbe stato redditizio nel breve termine, non prima del 2027 e con molti “se”, “ma” e “forse”. A rincarare la dose di dubbi, su questa scommessa, anche il suo carattere fortemente dispendioso, a fronte di risultati non certi.
Prima di oltrepassare la linea del non ritorno, Tencent ha deciso quindi di tornare sui suoi passi. Lo conferma anche il dietro front sull’acquisto di Black Shark. Era stato pianificato con l’idea di sfruttare l’esperienza nella supply chain di questo produttore di telefoni da gioco, per rafforzare il suo progetto hardware nel settore metaverso. Tutto cancellato, anche la possibilità di assumere altre 1000 persone, come deciso in origine.
Tempi, norme e controlli spengono l’entusiasmo cinese per il metaverso
Viene naturale “giustificare” la scelta di Tencent come una conseguenza del contesto economico. Non sarebbe l’unica ad aver scelto di ridurre investimenti e personale, per prepararsi a far fronte ad una possibile crisi dei mercati legati all’innovazione tecnologica. Oppure ad una più probabile recessione globale.
Ci sono però ragioni anche più specifiche che è bene osservare. Una di queste è il crescente controllo normativo su alcuni aspetti legati ai dati. Le norme che ne regolano la condivisione sono sempre più precise e aggiornate. Provano a impedire che ci si muova con troppa disinvoltura anche nel mondo del metaverso. Qualche volta ci riescono.
A “spaventare” Tencent, sono stati anche i tempi, soprattutto a causa di un processo di revisione non banale e dispendioso anche in termini di risorse umane. Il lancio dell’unità XR era avvenuto nel contesto di un crescente interesse globale per il concetto di metaverso dei mondi virtuali. Il “picco” è passato e ora l’interesse è modesto, varia molto da settore in settore.
In un primo momento, a Tencent era apparso poi doveroso partecipare a quella sorta di gara apertasi tra big, scagliandosi contro concorrenti occidentali come Meta Platforms e Microsoft. Entrambe, infatti, stanno costruendo i propri metaversi e hanno progetti hardware per la realtà virtuale. Il duro anno trascorso, ha fatto passare a Tencent la voglia di primeggiare in questa tecnologia che, tra l’altro, è una sua vecchia fiamma.
La big cinese si era infatti dilettata per un breve periodo nella realtà virtuale già circa sette anni fa. Era tornata a interessarsene nel 2021 per poi, ora, abbandonarla. Questa sua seconda ritirata, fa interrogare i competitor e mercati, anche su una sua possibile terza ondata di interesse per la realtà virtuale, magari fra qualche anno.