Ritenendosi troppo spesso tagliate fuori dalle ondate di innovazione tecnologica più recenti, le Telco hanno unito le forze. Assieme sono andate alla ricerca di nuovi modi per monetizzare le reti di nuova generazione, 5G in primis. Quest’anno sono poi entrate ufficialmente in gioco. La loro nuova strategia, stesa “in nome di un ritorno di investimento”, va inevitabilmente a scompigliare le carte. In un mercato già non troppo lineare, più che creare disagio, genera opportunità per le telco, come ovvio, ma anche per altri soggetti volontariamente coinvolti.
Un nuovo framework abilita l’approccio open source
L’annuncio che è riuscito a unire due decine di vettori di telecomunicazioni concorrenti, è stato quello riguardante l’Open Gateway. Si tratta di un framework che permette di fornire API universali e open source, per consentire agli sviluppatori di accedere e utilizzare una serie di servizi di rete mobile. Un esempio potrebbe essere la semplice verifica della posizione o dell’identità, oppure anche la fatturazione.
Questo per quanto riguarda il presente, perché sono servizi esistenti, ma in prospettiva l’idea delle Telco è quella di spingere l’innovazione. Ciò significa accelerare sullo sviluppo di applicazioni di mixed reality e le applicazioni web3 (che a loro volta daranno maggiore spinta al business su 5G).
L’iniziativa è targata GSMA, tra i primi vettori ad aderire ci sono AT&T, China Mobile, Deutsche Telekom, Orange, Swisscom, Telefónica, TIM, Verizon e Vodafone. In totale sono 21 le telco che hanno firmato un memorandum d’intesa, aderendo al piano che prevede di costruire e lavorare sulle API tramite CAMARA. Questo progetto open source, sviluppato da Linux Foundation e GSMA, è stato infatti appositamente pensato per invitare gli sviluppatori a collaborare proattivamente, lasciandoli accedere a funzionalità di rete “migliorate”.
Un tassello indispensabile di questa nuova iniziativa è poi la collaborazione con i cloud provider: i primi saranno AWS e Azure. Rendendo le API di rete aperte e applicando il concetto di interoperabilità del roaming, telco e servizi cloud finiranno per essere veramente integrati, dando vita a nuove opportunità per l’intero ecosistema dell’innovazione.
Nessuna rivoluzione però: ora si procederà passo dopo passo. Open Gateway verrà lanciato inizialmente con le specifiche API per otto servizi: SIM swap (eSIM per cambiare più facilmente operatore), “quality on demand”, stato del dispositivo (per far sapere agli utenti se sono in roaming), verifica del numero, selezione e instradamento del sito edge, verifica del numero (SMS 2FA), fatturazione o check-out del vettore e localizzazione del dispositivo (quando un servizio necessita di una verifica della posizione).
Un gesto rivoluzionario di arresa o di rivalsa?
In attesa di conoscere le prossime API che saranno fornite, si può osservare l’impatto strategico che la mossa delle Telco può avere sul mercato. Molto probabilmente influirà – positivamente- sulla già generosa crescita del settore edge computing. Potranno nascere nuove idee e opportunità più disruptive, partendo da presupposti più open.
Alcuni osservatori cercano di comprendere anche l’origine di questa iniziativa, interpretando il mood delle telco stesse. C’è chi vede l’Open Gateway come un gesto di “resa” da parte delle Telco. Rendendosi conto di non poter competere con le big tech, sono diventate loro alleate. Potrebbe essere anche preso come l’inizio di una vera e propria rivoluzione, nata da una voglia di rivincita. Invece che piangersi addosso e domandare all’UE di far contribuire le big tech alle spese per innovare la connettività, le Telco avrebbero aguzzato l’ingegno. L’Open Gateway sarebbe il frutto di un loro pensare più moderno: offrendo agli sviluppatori un’opzione meno frammentata e più scalabile, è il modo per invogliarli a valorizzare i loro servizi.