Alla notizia già in gran parte circolata in rete della nomina di Alessandra Poggiani come nuovo direttore generale dell’Agenzia per l’Italia (Agid) si aggiunge quella di Stefano Quintarelli a capo del comitato di indirizzo. Si chiude così la corsa a due per la nomina a capo di Agid che probabilmente è stata solo una contesa creata dai media. A queste nomine si aggiunge l’incarico di Paolo Barberis come consigliere all'innovazione di Palazzo Chigi.
Con l’annuncio di ieri si è dunque quasi conclusa la fase di attesa seguita alla dimissioni di Agostino Ragosa e la fine dell’incarico a tempo di Francesco Caio, oggi Ad di Poste. Sono previsti nei prossimi giorni nuovi nomi per completare il team che dovrebbe aprire una nuova fase per la digitalizzazione del Paese. Fra questi quello del Digital Champion, l’ambasciatore in Europa per l’Agenda Digitale.
Va dichiara probabilmente conclusa anche la polemica sulla necessità di un ministro (o viceministro) dedicato alla digitalizzazione, visto che ieri Matteo Renzi ha detto esplicitamente che il team farà direttamente capo alla Presidenza del Consiglio.
Sulla rete, nel mondo degli addetti ai lavori, sembra esserci grande condivisione della scelta che vede persone senza dubbio competenti.
Alessandra Poggiani, attuale direttore generale di Venice, azienda inhouse per l’informatica del Comune di Venezia e organizzatrice di Digital Venice, è stata in passato responsabile comunicazione della società informatica della Regione Lazio. Con una laurea in scienze della Comunicazione a Londra ha ricoperto anche incarichi di prestigio in grandi aziende e in ambito universitario.
Stefano Quintarelli è, come noto, un informatico a tutto tondo prestato alla politica (eletto come indipendente in Scelta Civica); è stato fra l’altro co-fondatore nel 1994 del primo Internet Service Provider, I.NET, e dell’associazione per la sicurezza informatica Clusit.
Nel suo ruolo di presidente del Comitato di indirizzo in rappresentanza del consiglio dei ministri, dovrà di fatto definire le linee guida per la digitalizzazione della Pa e svolgere un ruolo di coordinamento fra i ministeri centrali (Miur, Mef, Funzione Pubblica) e le politiche locali, oltre supportare l’Agid verificando l’attuazione degli indirizzi ma senza compiti direttamente gestionali e senza compensi.
Nuovo il ruolo di Paolo Barberis, uno dei fondatori di Dada, e oggi fra i soci fondatori dell’acceleratore per startup digitali Nana Bianca. Come consigliere dell’innovazione a Palazzo Chigi e data la sua esperienza, probabilmente dovrà contribuire alla definizione delle strategie per la digitalizzazione del Paese nel suo complesso, ben oltre quella della sola Pa. Il compito più arduo sembra al momento quello di Poggiani che, come direttore generale di Agid, con incarico triennale, dovrà imprimere forte discontinuità e gestire al tempo stesso l’eredità passata. Si troverà da subito a dover gestire 4,2 miliardi di gare Agid, verificare l’attuazione delle riforme avviate da Caio, come fatturazione elettronica e identità digitale (ancora in fase di definizione) e, soprattutto, portare a termine la gara per il Sistema Pubblico di Connettività, bandita da Consip ma non ancora conclusa.
Difficile al momento prevedere come cambieranno le linee dell’Agenda digitale italiana anche se tutto fa supporre che si atterrà alle indicazioni date da Renzi a conclusione dell’incontro nel quale i rappresentanti di una trentina di aziende del business digitale che operano in Europa hanno espresso le proprie indicazioni.