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Server edge in pista per Ducati: trasportabili in ogni tappa (e settore)

La sfida contro il tempo nel WorldSBK non si gioca solo in pista: oggi la tecnologia svolge un ruolo fondamentale per migliorare l’assetto delle moto e definire le strategie di gara. Per trasformarlo in un vantaggio competitivo, Aruba.it Racing – Ducati Team ha puntato su Lenovo e sui suoi server edge ultra-portatili, resistenti e ad alte prestazioni. Una soluzione potenzialmente adatta anche alle sfide del mondo Telco

Pubblicato il 26 Lug 2023

Immagine di Avigator Fortuner su Shutterstock

Nata in seno ai data center, dove oggi prosegue con lo studio a 4 mani di sistemi di raffreddamento a liquido, la collaborazione tra Aruba e Lenovo è arrivata anche in pista, per affrontare le sfide poste dal World Superbike. Sfide diverse per dimensioni, contesto, obiettivi e necessità, ma ugualmente stimolanti per una partnership tecnologica finora dimostratasi vincente. “Si lavora sempre sui dati, si parla sempre di performance e di potenza di calcolo, ma dominano le esigenze legate alla portabilità, alla flessibilità e alla trasportabilità delle soluzioni proposte” racconta Alessandro de Bartolo, Amministratore Delegato & Country Manager Infrastructure Solutions Group di Lenovo Italia. Servono soluzioni che devono portare a una vittoria sportiva sul tempo, oltre che sui competitor.

Le sfide IT invisibili del WorldSBK

Al centro di questa avventura nel mondo dei motori c’è l’Aruba.it Racing – Ducati Team, che raccoglie dati da sensori posizionati su tutte le moto per fornire informazioni su ogni elemento critico: dalle temperature dei freni e degli pneumatici, alle prestazioni dell’acceleratore e del motore. Le regole del WorldSBK, inoltre, vietano l’analisi in tempo reale, quindi, appena la moto lascia la pista, i dati devono essere scaricati e analizzati in pochi minuti, per prendere decisioni sulla configurazione del mezzo.

Una mission affatto banale, che richiede una pianificazione straordinariamente accurata in ogni dettaglio e una soluzione IT ad hoc, con la consapevolezza che si opera in un ambiente opposto a quello sterile e controllato dei data center. La pista, infatti, può rivelarsi un luogo ostile alla tecnologia, richiedendo prima di tutto server in grado di funzionare in modo efficiente in ambienti secchi e polverosi come il Qatar, a luoghi caldi e umidi come la Malesia.

Ma non solo: quella del clima è solo una delle peculiarità che il mondo del racing propone. Le sue dinamiche intrinseche, infatti, prevedono per esempio piloti, attrezzature e personale di supporto in continuo spostamento in tutto il mondo. Diventa quindi necessaria un’infrastruttura di analisi dati che possa essere trasportata e riassemblata rapidamente, senza bisogno di un supporto tecnico dedicato che i team non possono portare con sé in ogni tappa.

“A complicare la situazione, e accelerare l’evoluzione tecnologica, è arrivata anche l’esplosione dei costi di logistica durante e post pandemia. L’organizzazione del campionato ha ridotto la quantità di attrezzatura trasportabile da ogni squadra, perché i costi erano triplicati. Abbiamo quindi dovuto ridurre il volume e il peso di tutto ciò che avevamo con noi. Serviva tanta potenza in poco spazio e poco peso, con infrastrutture che non si rompessero durante il trasporto” spiega Stefano Cecconi,Amministratore Delegato Aruba e Team Principal del team Aruba.it Racing – Ducati.

Portabilità, resistenza e riduzione del volume sono quindi i need a cui la coppia Aruba-Lenovo si è trovata a dover dare risposta, senza lasciare inascoltata la continua richiesta di potenza, per migliorare le performance di gara e poter erogare servizi anche a tutti coloro che usano moto Ducati.

Un edge pronto a bruciare i tempi e le tappe

In passato, l’Aruba.it Racing – Ducati Team si affidava a PC desktop e a file su server per l’archiviazione e l’analisi dati. Una soluzione diventata nel tempo troppo onerosa e ingombrante e spesso da implementare con un team IT in loco, che quasi mai può di fatto presenziare.

Ecco allora che, con la complicità del partner Lenovo, Aruba ha scelto di puntare sull’edge, per ottenere prestazioni elevate su carichi di lavoro analitici complessi, riducendo al contempo i requisiti di configurazione e gestione manuale. Cecconi definisce la nuova soluzione infrastrutturale “un micro data center viaggiante”. Si tratta di un’architettura completa pocket-to-cloud basata su edge server Lenovo ThinkSystem SE350, workstation Lenovo ThinkPad P1 Gen 5 e smartphone Motorola Edge 20. Rappresenta una soluzione compatta, leggera e resistente, oltre che facile da implementare e gestire anche senza un’assistenza IT in pista.

Gli edge server messi al servizio del mondo WorldSBK sono due. Uno viene utilizzato per l’archiviazione di tutti i dati delle moto, continuamente sincronizzati con i server presenti nell’headquarter di Borgo Panigale. Il secondo ospita macchine virtuali per l’elaborazione dei dati che, attraverso modelli analitici, identificano insight determinanti per la gara.

Questo “tandem” tecnologico permette al team di creare e visualizzare panoramiche intuitive sui dati rapidamente, nel garage, nel tempo che resta tra una sessione e l’altra di gara. E in qualsiasi tappa, anche in quelle dove la connettività non è garantita. “Questa soluzione edge può funzionare stand alone ma, appena ci sono le condizioni, torna a collegarsi e trasferisce i dati” spiega Cecconi. “Assicura la disponibilità del dato grezzo e un’elaborazione locale fino a certo livello, poi si prosegue su virtual machine. Ci sono più istanze che lavorano, ma tutte hanno bisogno del dato sulla moto”.

Non solo moto: l’edge è pronto per vincere anche fuori pista

Per l’analisi ultraveloce dei dati di gara durante il WorldSBK, in un unico rack portatile (con altezza dimezzata rispetto al passato) si ha tutto: firewall, server di lavoro remoto, file server e gruppo di continuità. La tecnologia Lenovo sviluppata oggi consente di ottenere informazioni sulle prestazioni dei piloti dopo soli 30 minuti dalla fine di una gara. Ha vinto sul tempo, ma non è stata questa la sfida più complessa. “La parte più difficile è stata quella di riuscire a conquistare la fiducia delle persone, permettendo loro di svolgere il proprio lavoro, senza rischi di ritardi o inconvenienti” spiega Cecconi. “Da marginale, l’IT in questo sport è diventato fondamentale per gestire la parte elettronica della moto: va fatto tutto in pochi secondi, per non scatenare panico. Assieme a Lenovo, abbiamo quindi dovuto offrire soluzioni valide e mostrarci in grado di gestire le ridondanze, perché fossero di semplice e immediato utilizzo in assenza di tecnici specializzati. Non si può correre il rischio che l’IT si trasformi in un ostacolo per la vittoria”.

Con in mano un server robusto e compatto, che assicura prestazioni elevate e riduce il time-to-insight senza la necessità di assistenza onsite, Aruba e Lenovo guardano ora ad altri settori che ne potrebbero fare tesoro. “Le sfide per far funzionare questa micro-infrastruttura nel settore racing sono molto simili a quelle incontrate mettendo server in shelter o in micro centrali telefoniche come quelle di Open Fiber. Anche in questo caso, si hanno spazi piccoli, temperature non controllate in un range molto più ampio rispetto ai data center e non sempre si può contare su personale di pronto intervento in loco specializzato. Si potrebbe potenzialmente arrivare a 6000-8000 edge: serve progettare micro-infrastrutture a bassa manutenzione o rimpiazzabili facilmente, senza bisogno di ‘supertecnici’” spiega Cecconi.

La tecnologia Lenovo si rivela quindi trasportabile in pista, nel mondo ma anche in altri ambiti ben diversi, in apparenza, dal WorldSBK. Una infrastruttura simile è già infatti diventata protagonista nel settore Smart City, nel progetto “Inside Barcelona, the 5G Smart City of the Future”. “In questo caso 3.600 server sono stati distribuiti agli incroci della città per portare connettività e capacità elaborativa ed erogare i servizi che la città di Barcellona vuole offrire ai cittadini. Un’attività nata a seguito dell’esperienza nel mondo delle moto” racconta de Bartolo. Infatti. erano server già garantiti “a prova di racing”, quindi pronti ad affrontare polvere e temperature estreme, come quelle tipiche anche delle strade di questa vivace e calda metropoli.

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