Unite e possibiliste, le più prestigiose università della Gran Bretagna provano ad ammorbidire la propria posizione nei confronti dell’intelligenza artificiale. Avendo ormai compreso di non poterne bloccare la diffusione capillare su larga scala, hanno scelto di abbandonare i divieti calati dall’alto che erano stati messi in campo in tutto il mondo dell’istruzione poco dopo il lancio di ChatGPT. L’idea è quella di prestare il fianco a questa tecnologia e di farlo in modo compatto e ragionato.
Le linee guida firmate da 24 università
Si parte quindi con delle linee guida che varranno per tutte le 24 università del Russell Group. Si tratta di veri e propri principi pratici sviluppati per tracciare una traiettoria chiara di quello che dovrebbe essere l’approccio da parte di studenti e personale all’intelligenza artificiale. I vicerettori di tutti gli atenei in questione hanno di loro pugno firmato un documento, stilato allo scopo di capitalizzare le opportunità offerte dall’IA. Allo stesso tempo, preme loro proteggere il rigore accademico e l’integrità dell’istruzione superiore che rappresentano. Per questo, le linee guida, pur rappresentando un cambio di mindset apprezzabile, non sono prive di prudenza, punti di attenzione e frenate.
Per prima cosa, il sistema universitario britannico ha voluto chiarire a studenti e personale quando l’impiego dell’AI generativa è inappropriato, fornendo indicazioni su come riconoscere usi impropri. Dopo questo primo imprescindibile step, viene spiegato come sfruttare questa stessa tecnologia per prendere decisioni informate, sviluppando così la capacità di utilizzare gli strumenti in modo adeguato ed efficace.
Nella guida emerge anche la forte urgenza di istruire gli studenti e il personale, perché siano consapevoli dei rischi di plagio, parzialità e imprecisione nell’AI generativa. Un primo faro puntato su questo tipo di applicazioni a cui ne seguiranno certamente altri.
Cambio di passo, guardando al futuro
Sviluppati in collaborazione con esperti di AI e istruzione, i principi sottoscritti da questa grande rappresentanza di università sono l’inizio ufficiale di un periodo di cambiamenti impegnativi per l’istruzione superiore. Un passaggio inevitabile che richiederà ingenti risorse e forti investimenti economici per portare avanti un’opera di alfabetizzazione all’AI a vantaggio della competitività del sistema Paese.
La mission su scala nazionale consiste infatti nell’incorporare l’uso “etico” dell’AI, garantendo la parità di accesso agli strumenti e aggiornando le best practice man mano che la tecnologia si evolve.
Apparentemente diretto a studenti e personale del mondo universitario, quindi, il documento si rivela essere strategico per il futuro prossimo dell’intera nazione. Una nazione che si sta chiedendo come preparare al meglio le nuove generazioni perché le permettano di restare all’avanguardia nel mondo dell’AI generativa, senza perdere la ragione.
L’idea sembra quella di agire adottando un approccio collaborativo, coinvolgendo gli studenti e rivalutando continuamente le pratiche di valutazione, per migliorare l’apprendimento e premiare la “corretta” innovazione.