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Digital workplace: le nuove sfide dei CIO per gestire le persone

Attrarre una nuova generazione di talenti, migliorare esperienza, produttività e motivazione dei dipendenti in contesti ibridi e internazionali è il nuovo ruolo che oggi appartiene ai CIO. Ne abbiamo parlato con Marco Frenquellucci, Services and Solution Leader in Italia di Lenovo.

Pubblicato il 27 Lug 2023

Digital workplace

Lavorare ovunque ma bene. Le tecnologie aprono a modalità di lavoro nuove per aumentare il coinvolgimento di collaboratori e dipendenti e favorire ambienti produttivi e sostenibili. Questo è ciò che l’hybrid workplace impone, in un certo senso, ai fornitori di servizi e alle aziende.

“Oggi la figura del CIO esce fuori dai canoni tradizionali legati alla sua attività e si ritrova a dover gestire le risorse umane. I nuovi talenti vengono attirati dal contesto IT che deve essere nelle condizioni di trattenerli” afferma Marco Frenquellucci, Services and Solution Country Leader di Lenovo Italia.

Secondo una recente analisi condotta da Lenovo, a livello internazionale, il 90% dei CIO prende decisioni aziendali che vanno oltre l’adozione di tecnologie, come il reclutamento di talenti o la gestione della forza lavoro da remoto. Un ruolo a cui difficilmente possono sottrarsi.

Per anticipare questo trend e dare risposte concrete ai propri clienti, Lenovo ha messo a punto un insieme di servizi per migliorare l’assistenza e la sicurezza e creare un’esperienza di lavoro moderna e personalizzata anche grazie al vasto ecosistema di partner.

La centralità del supporto IT per migliorare l’esperienza utente

Una delle sfide che il dipartimento IT si trova ad affrontare in un contesto di lavoro sempre più ibrido è la perdita di prossimità e la distribuzione della forza lavoro.

Oggi, dipendenti e collaboratori lavorano da luoghi e in contesti territoriali sempre più diversificati: “Succede anche in Italia. Noi, ad esempio, collaboriamo con aziende che hanno un respiro internazionale e reparti IT che devono servire più mercati” afferma Marco Frenquellucci.

L’hybrid work ha tanti vantaggi: si riducono gli spostamenti in favore di una maggiore produttività e i costi diminuiscono. Dall’altra parte, però, c’è bisogno di avere un IT strutturato e pronto a sostenere la produttività remota dell’utente.

“Ora che non abbiamo più la prossimità, come azienda, ci siamo chiesti: cosa fare per supportare i nostri clienti?” continua Frenquellucci. La soluzione è stata creare un help desk basato sull’esperienza del cliente IT (oppure dell’utente finale) e garantire l’assistenza on-site con l’intervento di partner autorizzati e certificati.

“In Lenovo abbiamo un approccio di due tipi” continua Marco Frenquellucci. “Il primo in modalità standard, con un supporto fisico che è in grado di veicolare le esigenze dell’IT e adattare il livello di diagnostica richiesta. In alternativa, per rendere l’interlocuzione più snella anche quando l’IT è particolarmente congestionato, arrivando direttamente all’utente finale. Lo guidiamo passo dopo passo nella risoluzione del problema fino a raggiungerlo fisicamente portando i ricambi per le riparazioni”.

La diagnostica intelligente

Premier Support Plus è un supporto IT continuo per la manutenzione e al suo interno, c’è un componente, Lenovo Device Intelligence, che è un servizio in modalità SaaS, in grado di monitorare lo stato di salute dell’hardware, di un problema software o del sistema operativo. Un approccio che ha valore proattivo e in alcuni casi anche predittivo.

Nel primo caso un guasto viene rilevato, tramite una consolle web, in modo che il responsabile IT sia in grado di predisporre velocemente tutte le azioni necessarie per risolvere il problema.

La modalità predittiva, invece, anticipa con alta probabilità il problema. “Ad esempio, potrebbe consentire all’IT di prevedere la rottura dell’hard disk e procedere con l’avvio del backup dei dati” spiega Frenquellucci.

Il servizio di supporto include, tra le altre cose, anche la protezione contro i danni accidentali, la conservazione dei dischi rigidi o la sostituzione delle batterie ed è flessibile per rispondere alle esigenze dei clienti Lenovo.

L’approccio end to end applicato alla sicurezza

“Con le nuove modalità di lavoro dobbiamo abbandonare il concetto di sicurezza infrastrutturale per guardare alla sicurezza degli endpoint” afferma Frenquellucci. In questa direzione, la gestione unificata degli endpoint è un aiuto concreto per i team IT che possono così concentrarsi su altre criticità.

E il tema della protezione resta una sfida e una priorità per tutte le organizzazioni. “Abbiamo più di trenta soluzioni basate sulla sicurezza, che è parte del nostro DNA fin dall’alba dei tempi” prosegue.

Lenovo, spiega Frenquellucci, è da sempre attiva nel campo dell’identificazione digitale, nel riconoscimento facciale così come nell’utilizzare oscuratori della telecamera integrati. Per la multinazionale la protezione segue tutto il ciclo di vita del prodotto/servizio. Inizia con la progettazione e ingegnerizzazione dell’hardware, arriva al software, alle applicazioni e prosegue fino allo smaltimento.

“Attraverso Managed Detection and Response (MDR) gestiamo l’aspetto della sicurezza del cliente, identifichiamo il problema e generiamo la risposta idonea alla risoluzione del problema. Come SOC, c’è un team Lenovo che gestisce al 100% i sistemi di sicurezza del cliente. Lato software garantiamo un’esperienza sicura nella gestione quotidiana analizzando il comportamento delle eventuali minacce e abbiamo creato una piattaforma di protezione personalizzata, interamente progettata da Lenovo” conclude.

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