Versatile e promettente, agile e in apparenza facilmente fruibile, l’intelligenza artificiale può essere inserita quasi in ogni progetto e in ogni team. È proprio ciò che sta accadendo in molte organizzazioni e non c’è nulla di male, a patto che esista un meccanismo di governance alla base di questa adozione, che dia coerenza alle più svariate iniziative avviate.
È questo l’alert previdente che Fabrizio Garrone, Enterprise Solution Director di Aruba, lancia dal palco dei Digital360 Awards, a Lazise, durante l’evento finale tenutosi in concomitanza con il CIOSumm.it. Una raccomandazione che nasce anche dall’esperienza di Aruba stessa, da quando ha abbracciato con entusiasmo questa nuova tecnologia, utilizzandola per arricchire e potenziare l’intera sua offerta. Dai più “semplici” servizi di automazione dei processi, ai più complessi sistemi di efficientamento, anche energetico, guidati dall’AI.
Governance a parte, lo sguardo di Aruba, dalle parole di Garrone, si percepisce molto attento anche alle altre esigenze che le organizzazioni in fase di adozione dell’AI generativa possono sentire. Le più urgenti riguardano la sicurezza, la privacy e la sovranità dei dati, già da prima fondamentale per l’intero Paese e l’Unione Europea. Non è quindi un caso che stia assumendo sempre più importanza la presenza di soluzioni di AI privata. Le desiderano sempre più spesso molte aziende che guardano a questa strada per minimizzare alcuni rischi e continuare a fare tesoro del proprio patrimonio informativo.
Una realtà come Aruba, con molti data center a disposizione, vede in questo trend lo spazio per proporsi come un alleato. Ciò significa essere in grado supportare l’adozione di questo tipo di utilizzo dell’AI – privato – offrendo, per esempio, infrastrutture dedicate e allestendo ad hoc alcune parti dei propri data center per ospitare sistemi ad alta densità e alta capacità di calcolo. Quelli che servono per reggere la potenza di questa tecnologia, assicurando al contempo gli standard di sicurezza fisica e logica e l’efficienza energetica richiesti.
Una sfida non banale, ma su cui si gioca una sempre più larga fetta di mercato. Aruba sceglie di farlo, come ricorda Garrone, senza trascurare l’impatto ambientale dell’AI generativa e di tutte le infrastrutture “a corollario”. “L’AI stessa può aiutarsi da sola ad essere più sostenibile, individuando e suggerendo modelli di approvvigionamento, consumo e raffreddamento più virtuosi” spiega da Lazise, ricordando che questo tipo di “costi” dell’AI non sono sempre facili da individuare dalle aziende che la adottano guardando al business, ma saranno fondamentali per comprendere in che direzione lavorare. Anche per Aruba stessa.