Nella cornice del Mugello, presso Pratolino (Firenze), nove player del comparto informatico (vendor, partner e un distributore) si sono recentemente confrontati sulle tematiche hype del settore: al Forum IT (15ª edizione), l’incontro annuale tra stampa e aziende organizzato da Grandangolo Communications, i fari sono puntati sull’evoluzione del mercato Ict, tra nuovi trend tecnologici, necessità dei clienti e prospettive di ripresa. Quale ricetta per continuare a competere e soddisfare il modello di impresa globale e digitalizzata?Innanzitutto è bene fare il punto sulla situazione attuale. Mario Paladini, Amministratore Delegato di Pmc International Service, system integrator che offre soluzioni di back up, consolidamento e virtualizzazione, specializzato sulla piattaforma Ibm AS400, sostiene che “le aziende italiane sentono la necessità di innovare i processi produttivi e in generale il proprio business, ma le difficoltà nell’accedere al credito ne rallentano se non addirittura ne bloccano il conseguimento”.
Adeguare le infrastrutture al business
Paolo Lossa, Regional Manager di Brocade Italia e Iberia, fornitore di soluzioni open standard ad alta densità per il networking, parla di un “2014 fotocopia dell’anno precedente” (“In Italia, le aziende faticano a investire e hanno poca visione strategica”). Sul fronte tecnologico, si fa strada il software-defined networking sotto la spinta di cloud e sistemi virtualizzati. Lo shift da hardware a software sta riconfigurando i ruoli lungo la filiera e ai partner è richiesta la capacità di evolvere verso un’offerta e competenze in grado di supportare i nuovi modelli.
“Il panorama delle imprese è frammentato, con società più strutturate che stanno lavorando a ulteriori consolidamenti a livello di gruppo” spiega Cesare Badoni, Presidente e Founder di Cdh, system integrator rivolto alle aziende medio-grandi per sviluppo delle infrastrutture It. “C’è la necessità di rinnovare le infrastrutture, per adeguarle alle necessità di semplificazione e velocizzazione del workflow”, aggiunge Roberto Navone, Account Manager Project Enterprise dell’azienda, introducendo la Zero Client Initiative, un approccio che permette agli utenti aziendali di accedere a documenti, cartelle, applicazioni legacy e di produttività personale utilizzando esclusivamente un browser, indipendentemente da luogo e infrastruttura fisica.
Dal suo punto di osservazione, Albert Zammar, Country Manager di Riverbed Technology, vendor di soluzioni per l’ottimizzazione delle reti aziendali e l’accelerazione delle applicazioni, porta la discussione sul tema della converged infrastructure come soluzione alla complessità dei datacenter che cresce sotto la spinta di cloud, social, mobile e big data, in ambienti aziendali sempre più distribuiti; tra i prodotti di punta del vendor, per esempio, SteelFusion permette la rapida implementazione di sistemi server-storage-networking standardizzati e preingegnerizzati all’interno delle filiali, restituendo potenza di calcolo alle applicazioni che girano localmente, ma che utilizzano i dati residenti nel data center centralizzato; in questo modo, è possibile contenere i costi e i tempi di gestione dell’It a livello locale, accelerando il provisioning dei servizi, garantendo comunque la sicurezza e integrità del dato. Zammar fa anche un’analisi sui requisiti must di un partner: capacità di spingere il cliente italiano (restio al cambiamento) verso soluzioni innovative e competenze fortemente specializzate.
Focus sull’innovazione: avanti tutta!
Innovazione e differenziazione sono tematiche condivise all’It Forum. “Ci siamo focalizzati su tecnologie specifiche e marchi che evolvono rapidamente”, afferma Piera Loche, Managing Director per l’Italia del distributore Zycko. Certo in Italia è più difficile fare business che all’estero (per esempio, se Health Care ed Education crescono nel resto del mondo, da noi sono settori pubblici che si muovono ancora lentamente), ma c’è interesse per soluzioni innovative come cloud e byod, soprattutto nei settori Telco, Service-It e Finance. “I nostri vendor – continua Loche – non solo offrono ottime tecnologie, ma innovano anticipando i bisogni del mercato”.
E’ il caso di LifeSize, pioniere della video collaboration in Hd. “Oggi i dispositivi mobili – racconta Enrico Leopardi, Regional Director Southern Emea dell’azienda – possono essere utilizzati anche per applicazioni smart come la video conferenza, contenendo così i costi di viaggi e trasferte. LifeSize Cloud, disponibile in modalità SaaS, è un servizio che assicura una connected-experience a chiunque utilizzi smartphone, tablet, pc portatili e che si integra con le sale conferenze, a prescindere dal sistema operativo utilizzato. Inoltre, è possibile partecipare ai meeting utilizzando un semplice browser vista l’integrazione con il WebRtc [una tecnologia open source basata su Html5 che consente ai browser di effettuare in tempo reale la videochat, ndr]”.
Identità e fruibilità guidano la sicurezza
Altro importante agente di trasformazione per l’Information Technology è la sicurezza. “Se prima la sicurezza era indirizzata al perimetro – ricorda Alessandro Armenia, ad di Pmc Security Lab -, oggi é focalizzata sull’utente: non si tratta solo di tutelarsi da attacchi e downtime, ma di garantire fruibilità anytime-anywhere con continuità di servizio”. La security non deve compromettere la user experience e il focus del system integrator è su soluzioni non invasive, di content delivery e di identity management / strong authentication.
Della stessa opinione Alberto Dossena, Territory Sales Manager Italia, Grecia, Malta & Cipro di Blue Coat, specialista in soluzioni di Web security e Wan optimization: “La security aziendale non può più essere garantita da elementi statici come i firewall: un approccio network based è insufficiente e bisogna spostarsi su temi come accessibilità al dato e gestione delle identità”. Per disegnare una strategia omnicomprensiva alla sicurezza, il vendor propone così una serie di soluzioni basate sullo stesso motore ThreatPulse, che garantiscono gli stessi livelli di sicurezza, gestione, personalizzazione e reportistica a prescindere dalla rete e dal device. Dossena evidenzia anche i vantaggi di un modello di sicurezza pay-per-use basato su cloud in grado di offrire alle aziende vantaggi di costo e flessibilità in un momento particolarmente complesso.
Un campo in cui Panda Security ha scommesso ormai da cinque anni, come ha sottolineato Domenico Fusco, Direttore Vendite per la country italiana: “un inizio difficile per via delle resistenze culturali”, ma oggi la consapevolezza cresce: “In questi mesi abbiamo avviato significative implementazioni anche con la Pa, mentre le Pmi sono ancora riluttanti”.