Prospettive

Droni e norme: l’annuncio di Amazon sta ridando brio al settore

Quando si tratta di droni usati in agricoltura e dalle utilities, il nodo normativo fondamentale da sciogliere è uno ed è quello della VLOS. Per far realizzare ad Amazon quello che ha in mente, servono invece ben altri sforzi regolamentari e sarebbero da compiere entro un anno. Ma la “prescelta” Italia non può permettersi una “euro-figuraccia”

Pubblicato il 14 Dic 2023

Immagine di Mopic su Shutterstock

Tra innovazione tecnologica e regolamenti nazionali o europei, da sempre è in corso un infinito tiro alla fune. Un tira e molla che innesca dinamiche sempre diverse, al variare del momento storico, del contesto, del settore e delle mosse dei singoli protagonisti. A volte sembra che i progetti più all’avanguardia siano troppo audaci per essere “vagliati” dalle autorità e diffusi sotto la loro responsabilità, a rischio della sicurezza di molti. Altre volte, invece, alcune normative particolarmente stringenti o lente, appaiono proprio come freni a una spinta evolutiva in chiave tecnologica che potrebbe portare benefici diffusi e concreti.

Nel settore italiano dei droni convivono questi due scenari e si possono osservare entrambi, a seconda del segmento di mercato su cui si pone lo sguardo.

Il guinzaglio VLOS che blocca agricoltura e utilities

La doppia prospettiva offre spunti di riflessione per chi scrive regole, chi alimenta l’innovazione e chi analizza e racconta ciò che accade come Paola Olivares, direttrice dell’Osservatorio Droni e Mobilità Aerea Avanzata del Politecnico di Milano.

Si può partire dal segmento più maturo, dal punto di vista tecnologico, applicativo e di mercato: quello dell’Aerial operation & maintenance. I settori che maggiormente ne beneficiano sono l’agricoltura e le utilities, la PA e il monitoraggio ambientale hanno ancora parecchia strada da fare, ma le applicazioni sono comunque chiare. Per ottimizzarle, si sta puntando molto sui software di AI applicati all’analisi delle immagini catturate dai droni, sia durante il volo (se trasmesse in real time) sia dopo l’atterraggio.

“Si intravedono consistenti vantaggi, ma serve un salto normativo, intervenendo sulla regola della linea visiva (VLOS – Visual line of sight)” spiega Olivares. “Oggi gli operatori sono obbligati a mantenere una visuale chiara e senza ostacoli del proprio drone in ogni momento del volo. Ciò impatta in modo significativo sul loro uso. In agricoltura si limita fortemente il raggio d’azione e nel settore delle utilities i droni, se da controllare a vista, non risultano così utili per monitorare le aree realmente di interesse e critiche. La possibilità di ottenere almeno una autorizzazione ricorrente per attività simili potrebbe aiutare”.

L’attuale limite normativo sulla VLOS è presumibilmente legato a ragioni di sicurezza. “È un settore in via di sviluppo e l’ENAC vuole massima certezza, per evitare incidenti che potrebbero creare ‘casi’ poi difficili da gestire”.

Droni & delivery: urge spazio aereo per Amazon

Le autorità competenti sono al lavoro per dosare prudenza e innovazione: un passo doveroso, il primo dei tanti da compiere, dal punto di vista normativo, per dare spazio in Italia a servizi e applicazioni come quello che Amazon ha annunciato di voler sperimentare proprio nei nostri cieli. Con il suo Amazon Prime Air, la big tech entro la fine del 2024 vuole consegnare pacchi trasportandoli dai propri hub alle case degli acquirenti con i droni.

“Perché sia possibile dal punto di vista normativo, servono regole che definiscano le logiche dell’occupazione dello spazio aereo da parte di elicotteri e droni. In questo caso sono più che mai necessarie – precisa Olivares – perché ci si muove in aree densamente abitate. In Europa si sta lavorando agli U-space, ma in nessun Paese esistono regole già definite: è ancora un processo in divenire”.

Un altro nodo da sciogliere, nel preciso caso di Amazon, sarà anche il ruolo dell’operatore che, secondo i suoi calcoli, dovrebbe potrà gestire 10 droni da remoto e in contemporanea. Surreale, oggi, in Italia, ma entro un anno tutto potrebbe variare. Il tempo stringe, secondo Olivares, e la sfida innescata dall’annuncio delle consegne via drone è puramente regolamentare.

“Amazon ha ritenuto il nostro ecosistema il più adeguato, considerando operazioni, fornitori, servizi e autorità nazionali. Siamo stati in effetti i primi a realizzare un piano nazionale per i servizi di trasporto merci e persone con droni. Ci sono tante cose ancora da chiarire, su alcuni temi normativi siamo un po’ indietro, ma sul piano internazionale restiamo competitivi” afferma Olivares. Secondo la direttrice dell’Osservatorio, questo annuncio “ha ridato brio a un settore che, dopo il lancio del piano strategico di ENAC, stava vivendo un periodo di disillusione. Ora bisogna mettersi al lavoro per evitare ‘euro figuracce’ e far sì che tutto il settore droni italiano possa poi raccogliere i frutti dell’arrivo di Amazon”.

Air taxi per grandi eventi: Parigi 2024, Roma 2025, Milano 2026

La consegna dei pacchi rientra in un segmento di mercato che è ancora tutto da costruire: l’advanced air mobility and delivery. “È comprensibile che le normative debbano ancora prendere forma – fa osservare Olivares – visto che si tratta di normali dinamiche tra regolatori e innovazione tecnologica”.

Se il trasporto merci è un ambito da definire in immaturo, ancora di più lo appare quello del trasporto persone. Nonostante la posta in gioco in caso di incidenti sia più alta, anche in questo segmento si stanno facendo grandi passi avanti.

Il primo servizio operativo in Europa sarà quello in occasione dei giochi olimpici di Parigi, nel 2024: un air taxi rigorosamente pilotato per collegare l’aeroporto al centro. In Italia si dovrà aspettare il giubileo del 2025, quando verrà attivato il trasporto via drone di persone tra l’aeroporto di Fiumicino e la Città del Vaticano. Seguirà un servizio simile a Milano, per le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina del 2026, mentre sul territorio inizia a crearsi una rete di vertiporti.

In questo percorso di innovazione e messa a terra delle tecnologie in cui l’Italia sembra difendersi bene, l’intelligenza artificiale gioca un ruolo importante per lo sviluppo della guida autonoma dei droni. “Si stanno studiando diversi gradi di autonomia a livello europeo. Si parte dal controllo manuale, seguono il volo automatico (da A a B con indicazione del percorso) e il volto autonomo (da A a B senza indicazioni sul percorso) per poi arrivare alla completa autonomia, quella per cui l’AI può dare un contributo fondamentale. È però un tema in pieno divenire”.

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