Sono politiche e sociali oltre che economiche, e su scala sia micro che macro, le sfide “appese” oggi all’efficienza della connettività mobile. Ci sono contesti in cui rappresenta un’ancora di salvezza cruciale per le persone o per le economie. In altri, meno problematici, resta comunque il fondamentale catalizzatore per l’innovazione.
Partendo da questo presupposto pressoché unanimemente condiviso, c’è poi chi considera il 5G una farsa, un fuoco d’artificio rimasto inesploso, aspettando fermo il 6G. Secondo lo studio di GSMA, sta rischiando di restare escluso da una “imminente rivoluzione” della connettività mobile che girerebbe proprio attorno a questa a tratti derisa generazione wireless.
Adozioni spinte da nuove reti e prezzi accessibili
Nel report “The Mobile Economy 2023” realizzato da questa associazione di oltre 1000 operatori di telefonia mobile e aziende dell’ecosistema e dei settori correlati si legge una chiara previsione positiva per il 5G. Le connessioni raggiungeranno il 17% quest’anno, per poi raggiungere il 54% entro il 2030, per un totale di 5,3 miliardi.
Tutto merito della diffusione di nuove reti, ma non solo. Anche la crescente disponibilità di dispositivi a prezzi accessibili sta giocando un ruolo significativo, sia in ambito B2B che B2C. GSMA traduce queste stime in un contributo all’economia mondiale di quasi 1.000 miliardi di dollari entro il 2030. Ci si dovrebbe aspettare quindi non solo una delle tante evoluzioni tecnologiche, ma una spinta forte per una trasformazione economica che potrebbe aiutare svariati settori. È ciò che molti si augurano, essendo la nostra una società in gran parte basata sulla connettività.
Tutto dipende dal modo in cui siamo pronti ad accogliere e sfruttare questa nuova ondata di innovazione. Secondo GSMA, infatti, i potenziali ostacoli siamo noi stessi. Quel 50% di persone che vede il 5G principalmente come un upgrade di velocità, invece che come un vero e proprio nuovo progresso rispetto al 4G. Quel mercato che propone prezzi al dettaglio per le tariffe 5G non ancora paragonabili a quelli del 4G.
Servizi digitali, fintech e anche il metaverso: dove gioca il 5G
Mentre alcuni restano in bilico tra il fidarsi del 5G e il restare diffidenti a guardare, altri settori ne stanno già approfittando, con risultati concreti. Per lo meno a detta della GSMA che, come primo esempio, cita i servizi digitali. In questo settore, le maggiori opportunità risiederebbero nella convergenza con dispositivi mobile e 5G: secondo la ricerca, gli utenti 5G sono molto più propensi a incorporare nei propri contratti mobile servizi digitali e contenuti di intrattenimento rispetto agli utenti 4G (50% vs 38%). Anche il wireless, prima aziendale e poi, verso il 2030, anche privato, inizierà a contribuire sempre di più ai ricavi aziendali di almeno metà degli operatori: per oltre il 10% entro il 2025.
C’è chi sta poi iniziando a guardare verso il fintech, per diversificare i ricavi, facendo leva sul 5G. Forti della propria ampia scala, delle strette relazioni con i clienti, dell’advanced analytics e delle partnership, gli operatori di telefonia mobile potrebbero infatti iniziare a costruire e offrire soluzioni innovative, sicure e competitive. Forse il 5G si rivelerà una svolta anche per il metaverso che, combinando questa tecnologia con AI e wearable, potrebbe stupire anche i più perplessi.
GSMA mette infine in luce un importante legame tra 5G e sostenibilità ambientale. Sembrerebbe che gli operatori di rete mobile e i provider Telco stiano adottando best practices di circolarità nello sviluppo di prodotti e servizi. Come esempio, cita la scelta di Telefónica di abbandonare il consueto approccio lineare adottando un nuovo Piano di Economia Circolare. Nel 2022 lo ha ufficializzato, impegnandosi a riutilizzare, rivendere o riciclare il 100% delle apparecchiature di rete entro il 2025, a ricondizionare e riutilizzare il 90% delle apparecchiature fisse entro il 2024, a introdurre criteri di circolarità negli acquisti di apparecchiature elettroniche degli utenti entro il 2025 e a ricondizionare 500.000 dispositivi mobili all’anno entro il 2030.