L’economia circolare è un modello di economia che mantiene in circolazione prodotti e materiali adottando processi come il riutilizzo, la ristrutturazione e il riciclaggio. Così la descrive la Ellen MacArthur Foundation, organizzazione internazionale che la promuove, spiegando che questo sistema è uno dei più adatti ed efficaci per rendere processi più rispettosi dell’ambiente e per ridurre la produzione di rifiuti.
È ormai notizia di dominio comune che i data center danneggino l’ambiente, in particolare consumando grandi quantità di energia e producendo molti rifiuti elettronici (e-waste). Applicando i principi dell’economia circolare, si possono rendere più sostenibili. È necessario integrarli ad altre tecniche e best practice, però, per ridurre in modo davvero significativo l’impatto globale del settore sull’ambiente.
Come funziona l’economia circolare?
Tre sono i principi alla base dell’economia circolare: eliminare i rifiuti e l’inquinamento, far circolare prodotti e materiali e rigenerare le risorse naturali.
Eliminare i rifiuti e l’inquinamento
In un’economia lineare, i materiali vengono prelevati dalla terra, utilizzati per creare prodotti e infine gettati via. Questo approccio “regala” molti rifiuti, spesso poi stipati nelle discariche o negli inceneritori. Un’economia circolare mira invece a eliminarli, puntando sull’utilizzo di tecnologie che rivoluzionano in modelli di produzione e sulla creazione di prodotti privi di imballaggi.
Far circolare prodotti e materiali
Nell’economia circolare, i materiali vengono utilizzati il più a lungo possibile. Invece di buttare via le apparecchiature di rete che non vengono più utilizzate, per esempio, le si scompone, sfruttandole per migliorare altri prodotti. Si cerca anche di riciclare naturalmente i materiali non riutilizzabili attraverso pratiche come il compostaggio.
Rigenerare la natura
Questo principio si concentra sull’adozione di un modello rigenerativo. Invece di prelevare dalla natura, si cerca quindi di realizzare sistemi che si “auto-approvvigionano” in modo naturale. Per esempio, le pratiche agricole rigenerative sono quelle che evitano di impossessarsi di tutti i nutrienti e contribuiscono invece alla biodiversità e alla salute del suolo. L’energia pulita ne è un esempio: abbandona l’uso di combustibili fossili per passare a fonti rinnovabili.
Rigenerare la natura può ridurre l’inquinamento e spingere verso la diffusione di sistemi di produzione più sostenibili. Quando questi principi vengono integrati nell’economia, il risultato è un ecosistema circolare che crea meno rifiuti, mantiene i materiali in uso più a lungo e aiuta il pianeta a prosperare.
Come applicare l’economia circolare nei data center
Ecco alcuni modi in cui i data center possono iniziare ad adottare principi di economia circolare e a coltivare pratiche più sostenibili.
Fornire accesso alla formazione e stabilire politiche e flussi di lavoro
Questo passaggio richiede un approccio nuovo già in fase di progettazione. Per questo motivo, i proprietari dei data center dovrebbero istruire i dipendenti sui principi dell’economia circolare e condividere le risorse.
Una volta formato il personale, si passa alla creazione di protocolli e processi circolari che possano essere compresi ed eseguiti. Questo aiuta a garantire l’adozione e la conformità.
Ridurre al minimo l’estrazione di materie prime
Secondo un articolo pubblicato sulla rivista Circular Economy and Sustainability, 23 delle 30 materie prime critiche al mondo, vitali per l’economia globale e non sostituibili, sono nelle apparecchiature per server, storage e network. I data center potrebbero ridurre quindi al minimo l’estrazione di questi materiali, riutilizzando le risorse esistenti. Ciò significa optare il più spesso possibile per apparecchiature rigenerate, ricondizionate o usate.
Passare alle energie rinnovabili
L’abbandono dei combustibili fossili è fondamentale per ridurre le emissioni di gas serra e la decarbonizzazione. Per questo motivo, i data center devono passare all’energia pulita, dotandosi di reti elettriche alimentate da energia idroelettrica, eolica o solare.
Riutilizzare il calore e l’acqua
Il calore generato dai data center spesso si riversa nell’atmosfera, ma può anche essere reindirizzato. Per esempio, alcuni lo stanno riutilizzando per riscaldare strutture locali, come le piscine della comunità locale vicino alla struttura. Anche il consumo di acqua per il raffreddamento dei liquidi può essere ridotto attraverso iniziative simili, come il raffreddamento naturale.
Conduzione di valutazioni del ciclo di vita
Le valutazioni del life cycle comportano il monitoraggio dell’impatto ambientale netto del processo di produzione. Per il data center, va tenuto conto anche dell’utilizzo di energia, dell’inquinamento, della costruzione, della gestione dell’edificio e di tutte le attività associate all’utilizzo di materiali. Tutti questi aspetti contribuiscono alla misurazione del livello di sostenibilità generale di una struttura per dati.
Migliorare la durata di vita delle apparecchiature
La manutenzione predittiva può aiutare a evitare i tempi di inattività e a far restare le apparecchiature attive per maggior tempo. Un’opzione può anche essere quella di vendere le apparecchiature IT obsolete.
Quando non sono riutilizzabili, si possono cancellare i dati e l’hardware può essere smontato in singoli componenti da riusare. Se la loro qualità è troppo scarsa, si devono riciclare, seguendo le corrette pratiche. Le tecnologie digitali possono contribuire alla gestione circolare dei rifiuti elettronici. I data center possono collaborare con società di raccolta rifiuti che li raccolgono e li trattano, per garantire una selezione e uno smaltimento adeguati e a norma.
Adottare le nuove tecnologie digitali
Esistono alcune tecnologie digitali in grado di rendere la produzione più efficiente dal punto di vista ambientale:
- Il ML e l’AI elaborano i materiali in modo più efficiente.
- La tecnologia blockchain migliorare le procedure di produzione circolare e aiuta a misurare l’impatto ambientale.
- La stampa 3D permette di progettare prodotti senza dover utilizzare materie prime provenienti dalla terra.
- App, sensori e robot intelligenti eseguono una raccolta, una selezione e un riciclaggio più sofisticati dei rifiuti elettronici.
Collaborare con fornitori allineati ai valori
In un modello di economia circolare serve che ci sia la collaborazione di più partner, per massimizzare le risorse e i prodotti. I data center devono quindi collaborare con altri data center, provider, community e organizzazioni indipendenti che adottano loro stessi principi di economia circolare.
Pratiche di economia circolare dei data center nel mondo reale
Alcune organizzazioni, come Microsoft, Amazon e Google, si stanno ingegnando per partecipare all’economia circolare.
Microsoft
Microsoft punta a riutilizzare il 90% dei suoi beni hardware per il cloud computing entro il 2025. Per raggiungere questo obiettivo, l’azienda ha lanciato tre Circular Center che trattano i server e i componenti hardware del cloud dismessi per riutilizzarli o riconvertirli.
Il Circular Center pilota, con sede ad Amsterdam, ha raggiunto l’83% di riutilizzo e il 17% di riciclo di parti critiche. Questi risultati contribuiscono all’obiettivo di ridurre le emissioni di carbonio di 145.000 tonnellate metriche di anidride carbonica equivalente. Il Circular Center è stato istituito nel 2020 e il design circolare ha permesso a Microsoft di reagire più rapidamente alle carenze della supply chain causate dalla pandemia COVID-19, utilizzando parti raccolte e componenti provenienti da beni a fine vita.
Microsoft ha abbracciato il modello circolare di progettazione dell’hardware Azure, utilizzando AI e ML per elaborare e smistare gli asset a fine vita, ottimizzare i percorsi e fornire istruzioni chiare su come smaltirli in modo sicuro.
Questi centri aiutano anche i server dismessi a trovare una nuova locazione, per esempio nelle scuole, per i programmi di formazione sulle competenze informatiche. Servono anche per riuscire a riutilizzare le schede di memoria, usate per i sistemi di gioco, e a valutare i vecchi dispositivi di rete per il massimo riutilizzo con i provider.
Amazon
AWS ha creato diversi reverse logistic hub che ricevono l’hardware dai data center locali e lo riparano o lo smontano per poi riutilizzarne i componenti in altri data center.
Si tratta di un processo a più fasi. In primo luogo, si raccolgono i rack di server dismessi e si ripuliscono dai dati, quindi si smantellano in diversi componenti. Ciascuno di essi deve essere poi valutato per determinarne il potenziale di riutilizzo più elevato, come per esempio gli alimentatori, le GPU o gli switch. Quindi vengono rimessi a nuovo, riparati e testati per garantirne la funzionalità.
Una volta completato questo processo, i componenti rientrano nell’inventario per essere riutilizzati nei data center AWS.
Dal 2022, sette dei 23 data center di Google hanno raggiunto l’obiettivo “zero waste”, che massimizza il riutilizzo di prodotti e materiali e sottrae alle discariche il 90% o più dei rifiuti solidi. Secondo i report ambientali annuali di Google, dal 2015 sono stati rivenduti sul mercato secondario 32,6 milioni di componenti hardware e, nel 2021, il 27% dei componenti di aggiornamento proveniva da inventari ricondizionati.
Il data center europeo di Google in Danimarca, ha ottenuto l’azzeramento dei rifiuti in discarica fin dal primo giorno, collaborando con un partner per la loro raccolta e la loro separazione.