In tempi come questi, in cui eventi estremi e imprevisti sono frequenti, o temiamo che lo diventino, è importante sapere che esiste un pulsante di emergenza. Un bottone che permette di spegnere l’energia in massima sicurezza e completa, togliendo l’alimentazione anche ai gruppi di continuità, alle batterie e ai generatori, tutto da un’unica postazione centrale.
Si tratta di uno strumento essenziale, anche se si spera di non doverlo mai usare. Meglio comunque sapere che si trova soprattutto in ambienti di produzione, nelle infrastrutture di telecomunicazione e anche nei data center.
L’obiettivo di questo bottone è chiaro e semplice, ma prezioso: limitare i danni in caso di disastro e rendere più sicura la gestione dell’emergenza da parte del personale di soccorso. Deve essere chiaro che va usato in casi di emergenza reale, per esempio se esiste il rischio di perdita di vite umane o di gravi danni materiali, come incendi, evacuazioni o inondazioni.
Nei data center quando si installa un pulsante EPO ne deve essere segnalatala presenza e va sistemato sotto una scatola trasparente, con coperchio sollevabile, preferibilmente con un allarme integrato. Sono le procedure necessarie a evitare il rischio che qualcuno lo colpisca accidentalmente, provocando un fermo macchina involontario.
Sembra ridicolo, quasi, immaginando la scena, ma in realtà succede spesso. Una delle principali cause di interruzione delle attività dei data center storicamente è lo scambiare questo pulsante per l’apertura di una porta. Il sorriso immediato all’idea si spegne capendo che un uso accidentale dell’EPO come questo può comportare un’importante perdita di fatturato o addirittura un prolungato periodo di inattività, poiché i computer non vengono spenti correttamente prima dello spegnimento.
I requisiti specifici relativi alle dimensioni, al posizionamento e all’accessibilità di un pulsante EPO dipendono dalla giurisdizione locale e possono variare molto. Tradizionalmente negli Stati Uniti, per esempio, i pulsanti EPO dovevano essere installati su ogni porta di uscita ma con l’uscita della versione 2011 del National Electrical Code (NEC) è diventato possibile collocare un singolo interruttore EPO in una stanza vicina, con l’approvazione dell’ispettore del codice e del responsabile dei vigili del fuoco.
Esiste anche la possibilità di collegare i pulsanti dell’EPO e controllarli centralmente. Per esempio, possono essere associati anche a un pannello antincendio o a un sistema di controllo dell’edificio. In tal modo si riesce ad attivare automaticamente l’EPO prima dell’attivazione degli sprinkler antincendio, per evitare il rischio di scosse elettriche.
Storia del pulsante di spegnimento elettronico
L’origine del pulsante EPO risale all’incendio del Pentagono del 1959, che causò danni per oltre 6 milioni di dollari. Tre anni dopo, la National Fire Protection Association pubblicò il suo primo Standard per la protezione dei sistemi informatici elettronici, che divenne noto come NFPA 75.
Sebbene l’NFPA 75 sia tecnicamente uno standard raccomandato, non è obbligatorio per legge, a meno che non venga adottato dalla giurisdizione locale. Anche in questo caso, potrebbe essere negoziabile con l’autorità competente.
L’NFPA 70, più comunemente noto come NEC, è invece un codice obbligatorio. Sebbene l’articolo 645 definisca le circostanze in cui è necessario un pulsante EPO, la definizione viene spesso interpretata in modo errato. Nella maggior parte delle giurisdizioni, l’interruttore EPO non è automaticamente obbligatorio nei data center, a meno che i proprietari e i progettisti non vogliano sfruttare alcune opzioni, come le fruste di alimentazione sciolte sotto i pavimenti a plenum d’aria o i cavi non a plenum.