l concetto di trasformazione tecnologica e organizzativa per ripensare, alla luce di nuovi scenari digitali, il proprio modello di business, riguarda oggi tutte le aziende. Abbiamo chiesto quindi a Fabrizio Virtuani, Information Technologies Director di Poste Italiane, quali sono le aree tecnologiche sulle quali si sta concentrando un’azienda in profonda trasformazione come la sua: “innanzi tutto le tecnologie devono essere di classe enterprise, con alle spalle aziende grandi, solide e con un forte supporto tecnico locale – risponde Virtuani -. Questi sono a mio avviso ‘i fondamentali’, ma non basta; di certo, non si possono più impiegare oggi soluzioni tecnologiche poco scalabili, difficilmente esercibili e senza certezza della responsabilità della manutenzione correttiva ed evolutiva”.
Ed è proprio per queste ragioni che Virtuani più che di tecnologie e soluzioni in sé preferisce parlare di modelli (metodologici e tecnologici). “Più che di specifiche tecnologie parlerei di architetture – dettaglia meglio l’IT Director -: Service Oriented Architectures, sistemi Big data con la capacità di analizzare rapidamente grandi moli di informazioni e creare indicatori significativi, virtualizzazione spinta delle applicazioni su isole tecnologiche omogenee, front-end multicanali e back-end con workflow flessibili in grado di introdurre rapidamente nuovi prodotti, servizi, processi. Queste sono solo alcune delle innovazioni che stiamo adottando e diffondendo nella nostra realtà, con l’obiettivo di aumentare la flessibilità e ridurre il time-to-market dei nuovi prodotti e servizi, avvicinandoci ai clienti finali e rispondendo alle loro esigenze”.
Ridisegnare l’azienda attorno al cliente o al cittadino significa gestire in modo nuovo le informazioni. “Con quali strumenti e approcci vi state muovendo e con quali ripercussioni su sicurezza e privacy (sia vostra interna sia nei confronti di cittadini e aziende clienti)?”, chiediamo a Virtuani. “Poste italiane gestisce ogni giorno mediamente 50 milioni di transazioni economiche, con picchi di oltre 140 milioni; queste transazioni insistono su oltre 800 applicazioni e operano su oltre 20 basi dati operazionali, il tutto nel rispetto delle normative sulla sicurezza e sulla privacy. Ne deriva che i nostri sistemi sono ‘nativamente’ modellati per i Big data”, commenta il direttore IT di Poste Italiane. “Il cambio di prospettiva derivante dal mettere il cliente al centro non implica pertanto necessariamente cambiamenti infrastrutturali, ma impone cambiamenti ‘ai morsetti’, cioè nelle modalità di interazione con i clienti e nelle modalità di analisi dei fabbisogni per prendere le decisioni corrette e rispondere alle esigenze”.
Cosa ciò significhi dal punto di vista IT Virtuani lo spiega descrivendo quali sono i progetti su cui sta lavorando la sua struttura in questo momento: “Stiamo evolvendo i nostri sistemi di front-end verso la multicanalità e razionalizzando l’Enterprise Datawarehouse ed i sistemi di customer analytics, oltre a flessibilizzare le applicazioni più datate per rispondere più rapidamente ai cambiamenti in corso”, rivela in conclusione l’IT Director.