Aumenta costantemente il numero di aziende che stanno adottando piattaforme di sviluppo low code. Una recente indagine condotta da Forrester rivela che l’87% degli sviluppatori delle realtà enterprise utilizza piattaforme di sviluppo low code per almeno una parte del proprio lavoro. Questo induce Forrester a prevedere che il giro d’affari del mercato del low code triplicherà entro il 2028, passando da 13,2 miliardi di dollari registrati nel 2023 a oltre 50 miliardi di dollari.
Lo sviluppo alla portata di tutti
Un risultato eclatante, dovuto al fatto che le piattaforme low code permettono di sviluppare e automatizzare processi aziendali, oltre a creare facilmente dashboard e visualizzazioni di dati. La caratteristica principale di tali piattaforme è che consentono a utenti non tecnici, spesso appartenenti al settore business e non alla divisione IT, di sviluppare applicazioni. Ciò è reso possibile dalle recenti evoluzioni che hanno integrato funzionalità avanzate, come l’intelligenza artificiale e il machine learning, le quali suggeriscono codice, rilevano errori e migliorano l’esperienza utente attraverso interfacce sempre più intuitive.
Negli ultimi anni, le piattaforme low-code sono diventate sempre più personalizzabili. Nonostante si basino su componenti predefiniti e funzionalità native, ora permettono di estendere e personalizzare queste funzionalità, talvolta integrando codice tradizionale, per realizzare nuove funzionalità. Una flessibilità che consente agli sviluppatori e, soprattutto, agli utenti di adattare le piattaforme alle specifiche esigenze aziendali.
Un altro significativo vantaggio che comporta il low-code è la promozione di una maggiore collaborazione tra l’IT e il business. Storicamente, queste due aree funzionali erano spesso in conflitto, principalmente a causa dei tempi di sviluppo e delle numerose richieste che la divisione IT doveva gestire. Le piattaforme low-code alleviano questo carico, permettendo agli utenti aziendali di contribuire allo sviluppo delle applicazioni, migliorando la reattività e la velocità. Questo ha portato a una governance più equilibrata, dove l’IT mantiene il controllo senza essere sovraccaricato dalle richieste, favorendo una cooperazione più stretta e riducendo gli attriti.
Benefici per aziende di ogni dimensione
“Le piattaforme low-code offrono vantaggi significativi in termini di velocità di sviluppo e automazione, permettendo di rispondere rapidamente alle esigenze del business” afferma l’esperto di low code Fabio Filippini, Head of Consulting Services & Solutions di The Information Lab. “Per questo sono adatte sia alle grandi aziende strutturate, sia alle medie e piccole imprese e sono impiegate in vari settori, inclusi quelli con elevate esigenze di sicurezza e governance dei dati, come quello bancario, finance e assicurativo. Anche in questi ambiti, le piattaforme low code vengono adottate per automatizzare i processi aziendali e la creazione di dashboard tramite strumenti self-service di Business Intelligence, sfruttando la conoscenza del dominio dei dati da parte degli utenti di business”.
Inoltre, all’interno di una singola azienda,l’adozione di piattaforme low-code impatta diverse aree, influenzando l’efficienza operativa e la velocità di risposta alle esigenze di mercato. Dallo sviluppo al business, dal marketing al finance fino al customer support tutti possono trarre vantaggio dal low code, riducendo i tempi e migliorando l’efficienza.
“Anche le risorse umane sono coinvolte” precisa Filippini. “Perché ci deve essere una formazione continua e un aggiornamento delle competenze degli utenti di business, i cosiddetti citizen developer. Infatti, necessitano di un adeguato supporto per essere coinvolti e persuasi di utilizzare queste piattaforme”.
Il ruolo dello sviluppo low code per il Business Analytics
Un ulteriore vantaggio delle piattaforme low code è l’integrazione semplificata con i dati aziendali. Infatti, offrono connettori predefiniti per diverse fonti dati, come ERP e CRM, facilitando l’accesso ai dati senza necessità di competenze informatiche specifiche. Gli utenti business possono così recuperare facilmente le informazioni necessarie senza dover coinvolgere il team IT. Non solo: “Possono condividere flussi automatizzati, report o dashboard con i colleghi, migliorando la diffusione delle informazioni e rendendo il processo decisionale più collaborativo, nel rispetto dei permessi e della sicurezza” sottolinea Filippini.
Un altro punto di forza è la grande integrazione con l’intelligenza artificiale. Le piattaforme attuali consentono anche agli utenti non esperti di fare analisi predittive e prescrittive, utilizzando componenti e funzionalità AI che selezionano e competono tra diversi algoritmi, fornendo previsioni basate sulla serie storica dei dati. “Questo rappresenta un grande progresso rispetto al passato, quando solo i data scientist potevano eseguire tali analisi”.
Infine, ma non da ultimo, si ha anche una riduzione dei costi operativi grazie alla possibilità di soddisfare rapidamente le esigenze specifiche degli utenti aziendali, senza dover dipendere da lunghi cicli di sviluppo.
Serve un’efficace governance
L’introduzione delle piattaforme di low-code può comportare rischi legati allo shadow IT: gli utenti possono creare e gestire applicazioni al di fuori della supervisione del dipartimento IT. “È cruciale, quindi, implementare una governance solida per mitigare questi rischi ed è essenziale che tale governance rimanga sotto il controllo del dipartimento IT”, sottolinea Filippini
Si devono definire politiche chiare che, oltre alle misure di sicurezza, includono anche linee guida e best practice per l’uso della piattaforma. È necessario stabilire ruoli e responsabilità precise per ciascun utente che utilizza la piattaforma di low-code.
“Il controllo centralizzato è un aspetto chiave della governance” aggiunge Filippini. “Il dipartimento IT deve avere un pannello di controllo per monitorare quali operazioni vengono eseguite e chi sta utilizzando la piattaforma. Questo monitoraggio permette di identificare e gestire potenziali rischi in tempo reale”.
Inoltre, devono essere implementati processi di approvazione e revisione delle applicazioni sviluppate dagli utenti prima del loro rilascio per assicurare che siano conformi alle policy aziendali e ai requisiti di sicurezza e che la gestione dei dati sia in linea con le normative, prima fra tutti il GDPR.
Come portare il low code in azienda con profitto
La qualità dei dati presenti in azienda è il fattore determinante per il successo di un progetto di implementazione del low code. “Un dato consolidato e certificato è fondamentale per garantire che le analisi e i processi automatizzati siano accurati e affidabili” sostiene Filippini. “Pertanto, prima di avviare l’implementazione, ci si deve assicurare che l’infrastruttura dati sia solida e conforme agli standard aziendali di qualità e sicurezza”.
Forte della sua esperienza, Filippini suggerisce che “appurata la qualità dei dati, si dovrebbero valutare in dettaglio le necessità aziendali, identificando le aree critiche dell’azienda e analizzando i processi esistenti per comprendere le esigenze specifiche”.
Si valutano quindi le piattaforme low code che potrebbero essere più adatte, considerando costi, benefici. La scelta finale viene effettuata basandosi sui risultati emersi dalla valutazione preliminare. “A tal fine, è bene sviluppare progetti pilota per testare le soluzioni in condizioni reali. Si devono coinvolgere attivamente gli utenti di business per raccogliere feedback sulla facilità d’uso e sull’efficacia della piattaforma. Non deve mancare la formazione sulle nuove piattaforme e gli utenti stessi dovrebbero essere affiancati durante le prime fasi di utilizzo per assicurare un’adozione efficace. Noi organizziamo anche sessioni di approfondimento periodiche e programmi di sfide interne per incentivare l’utilizzo della piattaforma”.
Deve poi essere supportata l’integrazione delle soluzioni low code con i sistemi esistenti dell’azienda, assicurando che gli utenti possano accedere e utilizzare i dati in modo autonomo e sicuro. “Questa fase è cruciale per garantire che le nuove piattaforme possano interagire efficacemente con le infrastrutture aziendali già in uso” conclude Filippini. La durata di un progetto può variare da qualche settimana a pochi mesi, a seconda della complessità e delle specifiche esigenze aziendali”.
I vantaggi del low code sono evidenti, la sua adozione è una chiara tendenza e il mercato continua a crescere. Potrebbe essere quindi il momento di diventare un trendsetter utilizzando il low code in azienda per migliorare i processi e il business creando le proprie applicazioni più velocemente e più facilmente.