Bt Gs, il valore di essere “glocal”

Capacità globale e specificità locale; penetrazione dei servizi cloud presso aziende utenti e cloud provider, ed eccellenza di Bt Gs in Italia. Sono i temi di un’intervista rilasciata a ZeroUno a margine del Gartner Symposium Emea 2014 da Corrado Sciolla, President Bt Global Services Europe.

Pubblicato il 03 Dic 2014

BARCELLONA – Al Gruppo Bt (6500 clienti in 172 Paesi, 88.000 dipendenti, un portafoglio di 4300 brevetti ed applicazioni e 650 milioni di euro investiti in R&d), Bt Global Services (Gs) porta quasi il 40% di un fatturato globale di oltre 21 miliardi di euro.

Il fattore differenziante di Bt Gs? “La presenza globale e locale assieme” risponde Corrado Sciolla, President Bt Global Services Europe, intervistato da ZeroUno a margine del Gartner Symposium Emea 2014. “Una glocalità rafforzata dalla capacità di economie di scala nei servizi di rete nei 5 continenti. Come Bt Gs Europe, dei 230 account mondiali, ne abbiamo 78 con Hq europeo: siamo equipaggiati per un servizio sia alle multinazionali europee sia alle economie locali che devono esportare in modo competitivo, Italia e Spagna in primis”. Ciò non toglie che Bt Gs Americhe non abbia clienti importanti come Coca Cola, Procter&Gamble o Mars.

Corrado Sciolla, President Bt Global Services Europe

Nel ricordare il posizionamento tra i Leader del Quadrante Magico di Gartner per customer service e capacità innovativa nei Servizi It Managed e Networked, Sciolla porta l’esempio di un cliente illustre che si è affidato ai servizi della società di telecomunicazioni inglese: “Armani ci ha chiesto un servizio diretto di teleconferenza che mostrasse in streaming in diversi negozi le sfilate della maison. Di qui a decidere che occorreva loro una rete presso Bt Gs il passo è stato breve; motore l’esigenza di business”.

Il top manager di una Bt Gs già nel Quadrante dei Leader anche per i Servizi Cloud riconosce però che se è vero che le grandi aziende li utilizzano, sono ancora poche quelle che mettono in cloud applicazioni strategiche di business: “Il freno viene da leggi e regolamenti specifici dei diversi paesi europei. In Spagna, in Germania o in Francia (che di fatto dice si al cloud solo se francese), più che in Italia”.

Per Bt Gs, il core business nei servizi cloud, ricorda Sciolla, resta fornire infrastruttura di telecomunicazioni, collegando a bassissima latenza globale il proprio data center e quelli che sono o saranno i cloud provider (Microsoft, Amazon, Google, Cisco, con Ibm che si sta accodando), in modo che “lo smartphone dell’utente sia in grado di andarsi a prendere l’app dove gli serve”.

Viceversa, sottolinea il manager “Bt Gs è agnostica sia nei router (Cisco o Hp), sia a livello Saas, dove semmai concentra il suo valore aggiunto sul Quality Management: ad esempio, per Nestlè misuriamo la qualità percepita dall’utente finale su app specifiche, in cui la customer satisfaction è critica per il business”.

Inoltre Bt Gs è essa stessa cloud provider per i servizi telecom che le sono propri: centralini virtualizzati, soluzioni Voip, Teleconferencing, soluzioni di Contact Center, sicurezza centralizzata.

L’intervista si sofferma poi sull’Italia, al secondo posto, dopo Uk, per volume di business, eccellenza di infrastrutture e ampiezza di coperture professionali: “Le ragioni principali sono due: nel nostro paese la struttura di Bt Gs è più competitiva della concorrenza, Telecom o Fastweb, di quanto non lo sia in Germania con Deutsche Telecom o in Francia con France Telecom. Conta poi la qualità nella gestione cliente, a partire dalla relazione”, spiega il presidente europeo. La seconda ragione ci fa pensare a un terzo motivo: la lunga esperienza italiana, dal 2004, dello stesso Sciolla come Managing Director di Albacom, la joint venture Bnl-Bt già orientata a Grandi aziende e poi, con l’acquisizione di Albacom da parte di Bt, come presidente di Bt Italia.

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