IoT, 5 milioni gli oggetti connessi via cellulare in Italia

Una crescita del 25% rispetto al 2011. Il mercato complessivo italiano dell’Internet of Things vale 810 milioni di euro. Rimane limitata la diffusione di soluzioni che non si basano su SIM dati, ma ci sono ambiti molto promettenti come quelli delle Smart City. L’analisi della School of Management del Politecnico di Milano

Pubblicato il 06 Mar 2013

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Cresce l’Internet of Things tricolore. Secondo i dati presentati oggi nell’ambito dell’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano, sono 5 milioni gli oggetti intelligenti interconnessi tramite SIM dati. Una crescita del 25% rispetto al 2001 (contro il 13% del 2010).

Ricordiamo che con Internet of Things (IoT) si intende un percorso nello sviluppo tecnologico in base al quale, attraverso Internet, potenzialmente ogni oggetto acquista una sua “identità” nel mondo digitale. Nell’Internet of Things si trovano quindi due componenti: l’oggetto intelligente (che può interagire con l’ambiente circostante, con altri oggetti, comunicare, elaborare informazioni) e la rete intelligente, non più pensata per una specifica funzione, bensì multifunzionale.

Bene, secondo i dati dell’Osservatorio, il mercato legate a queste soluzioni IoT vale 810 milioni di euro. Rimane invece limitata la diffusione di soluzioni che fanno ricorso a tecnologie di comunicazioni diverse da quella cellulare (il valore include il fatturato, al netto dell’IVA, per la realizzazione di nuovi progetti, l’estensione di progetti esistenti e l’erogazione di servizi post-vendita).

Oggetti connessi

In termini di mercato, a fare la parte del leone è lo Smart Home & Building (la gestione automatica di impianti e dei sistemi dell’edificio per risparmio energetico, comfort, sicurezza, che vale il 27% del fatturato), seguito dallo Smart Car (connessione tra veicoli o tra questi e l’infrastruttura circostante: 26%) e poi, a seguire, Smart Metering e Smart Asset Management nelle Utility (17%) e Smart Logistics (13%).

Per Smart Metering si intende l’uso di contatori intelligenti per la misura dei consumi, la fatturazione e la telegestione, mentre lo Smart Asset Management riguarda la gestione in remoto di asset a valore. Infine la Smart Logistics riguarda le soluzioni per la gestione delle flotte aziendali.

Le applicazioni

Interessante notare come, a fronte di una quota di mercato del 26%, le applicazioni di IoT più diffuse sono in realtà nell’ambito Smart Car (42%). Si tratta di box GPS/GPRS per la localizzazione dei veicoli privati e la registrazione dei parametri di guida con finalità assicurative, oppure soluzioni per la fornitura di informazioni geo-referenziate sulla situazione del traffico (Infomobility) su smartphone o dispositivi ad hoc. Tutte soluzioni dal valore unitario relativamente basso che spiegano una quota secondaria a livello di mercato.

Dopo l’ambito Smart Car, a livello di applicazioni seguono lo Smart Metering (1,4 milioni di oggetti intelligenti) e lo Smart Asset Management.

Le soluzioni più diffuse riguardano il settore elettrico per la trasmissione dei dati di consumo da parte delle cabine secondarie. Cominciano però a crescere anche i contatori intelligenti per il consumo del gas delle utenze industriali, sulla spinta della normativa che obbliga l’installazione di Smart Meter presso il 60% dei punti di riconsegna entro il 2018.

Gli sviluppi

Al di là degli ambiti “consolidati” dell’IoT basati su connessione tramite SIM dati, cosa è successo alle soluzioni più sperimentali nel 2012? “La diffusione di soluzioni che facciano ricorso a tecnologie di comunicazione diverse da quella cellulare è ancora piuttosto limitata” spiega Angela Tumino, co-responsabile della ricerca dell’Osservatorio Internet of Things. “Si tende poco a fare sistema e a mettere a fattor comune le diverse esperienze”.

Vi sono però alcuni ambiti specifici promettenti, come ad esempio l’illuminazione pubblica, dove i lampioni interconnessi possono ridurre i consumi energetici e i costi di manutenzione. Si inizia a registrare, inoltre, un forte interesse soprattutto in ambito Smart City & Smart Environment, con applicazioni basate su reti di sensori wireless o su dispositivi mobili come gli smartphone e i tablet che facilitano il coinvolgimento degli utenti consumer.

Per questo secondo caso hanno giocato un ruolo importante i bandi di finanziamento dell’Unione Europea e del MIUR, il che testimonia l’importanza del soggetto pubblico per lo sviluppo delle soluzioni Internet of Things.

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