Con il termine Smart City si intende una nuova concezione della realtà urbana che, attraverso una regia intelligente delle molteplici attività umane che si svolgono al suo interno, si propone di innalzare gli standard di sostenibilità, vivibilità e dinamismo economico delle città del futuro.
Sebbene non vi sia una piena sovrapposizione tra i temi progettuali della Smart City e il paradigma dell’Internet of Things (IoT), i punti di contatto sono davvero numerosi e molto profondi.
In questa area di intersezione ricadono infatti molti dei temi caldi della sostenibilità (efficienza nell’uso delle risorse energetiche e idriche, monitoraggio e controllo dell’impatto ambientale) e della vivibilità urbana (viabilità e trasporti, ambiente domestico e lavorativo, servizi al cittadino e al turista, controllo del territorio, assistenza sanitaria, pubblica sicurezza).
L’Internet of Things sarà dunque una delle tecnologie abilitanti della città intelligente: il suo sviluppo andrà di pari passo, e sarà rafforzato, dal percorso di innovazione e ripensamento del concetto di città e del suo territorio (Smart City & Smart Environment).
I campi di applicazione
Ma quali sono gli impieghi principali dell’IoT all’interno delle aree urbane? Gli utilizzi sono molto variegati, vediamo i principali:
- Rete viaria e gestione del traffico (gestione dei parcheggi, informazioni aggiornate sul traffico, gestione semaforica, illuminazione stradale.)
- Trasporto pubblico (localizzazione dei mezzi di trasporto, monitoraggio istantaneo del flusso di viaggiatori)
- Raccolta rifiuti (identificazione dei cassonetti, monitoraggio del loro livello di riempimento)
- Sicurezza e controllo del territorio (videosorveglianza, individuazione situazioni di pericolo),
- Monitoraggio ambientale (misura inquinamento dell’aria o dell’acqua)
- Monitoraggio del territorio (prevenzione e monitoraggio di alluvioni, incendi, frane)
- Entertainment e Servizi turistici (informazioni a turisti, Smart Poster, percorsi culturali)
In quest’ambito – spiega il rapporto dell’Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano – si contano numerosi progetti, caratterizzati però da una forte disomogeneità, che riflette lo stato embrionale di molte soluzioni.
In particolare, con l’esclusione di alcune soluzioni “semplici” e ben circoscritte, ormai ampiamente diffuse (videosorveglianza, rilevazione principali parametri inquinanti e meteo), sono ancora pochi gli ambiti applicativi consolidati in Italia. Tra questi emergono la localizzazione dei mezzi di trasporto pubblico, per fornire ai cittadini informazioni affidabili sui tempi di attesa, e l’identificazione automatica dei cassonetti dei rifiuti in fase di svuotamento e pesatura, che inizia a diffondersi in diverse città.
In alcuni casi le sperimentazioni sono già più avanzate e sono volte a mettere a punto le adeguate soluzioni tecnologiche. In questa casistica rientrano ad esempio i progetti per l’entertainment e i servizi turistici o per la rete viaria e la gestione del traffico (attraverso soluzioni di monitoraggio del traffico e soluzioni di gestione dei singoli lampioni utilizzati per l’illuminazione stradale).
Va altresì detto che all’estero la situazione non è molto differente da quella italiana, pur con alcune eccezioni significative.
IOT Smart City
Secondo i ricercatori del Politecnico, diventa fondamentale razionalizzare e mettere a fattor comune le diverse esperienze, avviate in Italia e all’estero, in modo da ottimizzare l’uso delle risorse disponibili.
Se da un lato le modalità per rendere “smart” una città non possono prescindere dalle sue peculiarità (dimensione, livello di urbanizzazione, caratteristiche geomorfologiche e via dicendo) e pertanto non esiste un modello universale di Smart City, dall’altro è possibile e doveroso costruire una serie di modelli di riferimento che supportino le amministrazioni locali nella comprensione delle soluzioni più adatte al loro contesto.
L’importanza del soggetto pubblico
Qui il ruolo del soggetto pubblico è fondamentale, giocando il ruolo di regolatore, finanziatore e soggetto committente.
Per vincere le barriere che gli amministratori locali possono incontrare nel giustificare gli investimenti risulta fondamentale il ruolo di indirizzo e finanziamento giocato a livello centrale (nazionale o addirittura sovranazionale): senza una forte spinta in tal senso, questi progetti rischiano di rimanere limitati all’iniziativa di pochi soggetti “illuminati”.