Barilla, con l’Iot la confezione di pasta porta con sé tutta la sua storia

Un packaging ‘special edition’ per due prodotti – farfalle e sugo al basilico – in vendita nel supermarket Coop del Future Food District di Expo 2015 comprende un QR code che consente al consumatore di essere informato su tutti i passaggi della filiera di produzione e di trasporto

Pubblicato il 03 Lug 2015

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Quando per Expo 2015 fu scelto il tema ‘Nutrire il pianeta energia per la vita’, la massima aspirazione era di raccontare il cibo e la sua cultura nei Paesi partecipanti. Nessuno pensava che si sarebbe anche trovato il modo di mettere il cibo in condizione di raccontarsi da sé.

Invece è successo. Un anno fa Cisco e Penelope, società partenopea di consulenza ICT, hanno presentato la piattaforma S4F (Safety 4 Food), programma di tracciabilità della filiera agroalimentare basato sull’applicazione di sensori a ciascuno degli ambienti e strumenti coinvolti: dalle mietitricie trattori nei campi fino alle strutture logistiche, passando per gli impianti di confezionamento. La soluzione Value Go di Penelope raccoglie ed elabora i dati per descrivere la storia del prodotto. Una vera carta d’identità utilissima nella lotta alla contraffazione, soprattutto nel vitivinicolo. Acquisendo con lo smartphone un QR code sull’etichetta di una bottiglia, per esempio, grazie a S4F il consumatore potrebbe risalire addirittura al tralcio di vite da cui è stata raccolta l’uva, accedendo alle certificazioni ministeriali per i marchi DOC e DOCG.

Internet of Things e sicurezza alimentare

A un anno di distanza il sogno non si è ancora realizzato, ma è sulla buona strada. Trasformare una soluzione innovativa in un’applicazione disponibile per le migliaia di piccole imprese agroalimentari significa innanzitutto passare dalla grande industria. Per esempio da Barilla, che ha accettato la sfida dando vita a un progetto sperimentale. Un packaging ‘special edition’ per due referenze – una confezione di farfalle e un barattolo di sugo al basilico– per ora vendute solo nel supermarket Coop del Future Food District a Expo 2015. Entrambi i prodotti dispongono di un QR code che consente al consumatore di accedere a tutti i passaggi della filiera sulla base di una soluzione basata anche sull’IoT.

«Ogni fase produttiva genera ripercussioni nel breve, medio e lungo termine», spiega Andrea Belli, Barilla Quality and Food Safety, Technical Project Leader. «Dal gusto del mangiare sano, all’impatto su salute e ambiente, tra impronta idrica, ecologica ed emissioni di CO2, l’intero processo deve essere sostenibile. E con la complessità delle nostre 160 linee di prodotto in 30 siti industriali, 650 referenze e 125 mercati di riferimento, tracciarne i passaggi e condividerli coi consumatori per noi è strategico».

Prossimo passo: il QR code invisibile

Dalla ‘special edition’ alla distribuzione di massa però il passo non è breve. Lo sforzo che anche un gigante come Barilla deve sostenere per innervare hardware e software con le soluzioni S4F non è indifferente: «Servirà una decisa risposta del mercato, che monitoreremo attentamente, perché il progetto si sviluppi», dice Giorgio Beltrami, Quality, Food Safety e Regulatory Global Director del gruppo.

Suscitare l’interesse dei consumatori equivale a dialogare con loro in modo intuitivo e accattivante, senza far pesare la tecnologia. E qui entra in gioco il terzo ingrediente di S4F: il layout grafico elaborato da NTT Data, che ha creato un’interfaccia “story telling” adatta a condividere informazioni specifiche anche con chi non fa del salutismo una ragione di vita. Il prossimo passo nel processo di sintesi tra bit e prodotti? L’introduzione di QR code invisibili, direttamente integrati nel logo sulla confezione.

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