Bring Your Own Device: un trend inarrestabile

Una ricerca evidenzia la continua diffusione dell’uso di dispositivi mobili personali a fini lavorativi: con grandi vantaggi per aziende e utenti, ma anche rischi…

Pubblicato il 04 Lug 2012

Di certo quello del Cio non è un mestiere noioso. La tecnologia porta sempre nuove sfide l’ultima delle quali, che toglie il sonno a qualcuno, è il Byod, acronimo di Bring your own device. Le persone oggi vogliono utilizzare i propri dispositivi anche in ambito lavorativo con i problemi che ne conseguono.

Fortinet a questo proposito ha realizzato una survey dalla quale emerge lo scarso grado di considerazione attribuito alla sicurezza da parte dei dipendenti appartenenti alla Gen-Y (i giovani nati tra gli anni novanta e i primi anni del duemila) che utilizzano dispositivi personali, incluso il dato poco rassicurante che più di un dipendente su 3 non avrebbe rispettato le policy di sicurezza dell’azienda in base alle quali al personale non è consentito usare i propri dispositivi per lavoro o nell’ambiente di lavoro.

Non a caso, gli analisti di Gartner indicano nel Mobile Device Management una delle chiavi per il successo nella gestione dell’IT del prossimo futuro, e specificano che è necessario assegnare precise responsabilità all’interno dei team dei Sistemi Informativi per quanto riguarda i servizi, le applicazioni e le policy di sicurezza associate ai Device Mobili.

La ricerca

Realizzata in 15 aree geografiche nel periodo maggio/giugno 2012, con interviste a oltre 3.800 dipendenti attivi, di età compresa tra 20 e i 29 anni, la ricerca rivela che il 74%, degli intervistati in tutte le aree utilizza abitualmente il proprio personal device sul lavoro. In Italia la percentuale arriva all’87%. Utilizzare il proprio smartphone viene considerato dal 55% degli intervistati nel mondo un “diritto” piuttosto che un “privilegio”.

La percentuale è più bassa in Italia dove il 60% sceglie il privilegio. In molti utilizzano tablet e smartphone perché non vogliono rinunciare ai loro post sui social network e lo fanno in molti casi sapendo che la sicurezza aziendale può correre dei rischi. Il 42% del campione pensa che la potenziale perdita di dati e l’esposizione alle minacce It costituiscano il rischio principale. In Italia la percentuale sale al 49%. Una consapevolezza che non impedisce di aggirare le policy aziendali.

Oltre un terzo degli intervistati, 36% ammette di non rispettare la policy aziendale che impedisce l’uso di dispositivi personali per motivi di lavoro. Ma quello del Byod è solo il primo passo e inevitabilmente porta con sé un’altra sigla, Byoa, che sta a indicare l’utilizzo anche delle app. Il 30% ha trasgredito le regole aziendali anche per le applicazioni e il 69% dichiara di essere interessato al nuovo trend. In questo caso gli utenti italiani si distinguono visto che per la Penisola il dato arriva all’84%.

Il problema della sicurezza del dispositivo viene vissuto come personale. Il 69% spiega di sentirsi responsabile della security del dispositivo utilizzato per lavoro senza demandarla all’area It dell’azienda che difficilmente farà salti di gioia. In Italia in questo caso siamo al 78%. Sfiducia verso i colleghi dell’It o gelosia del proprio device?

di Luigi Ferro

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