Sempre più città stanno rivolgendo la propria attenzione al paradigma delle smart city, pianificando e implementando nuove soluzioni tecnologiche per migliorare i servizi offerti.
Cosa sono le smart city
Con il termine smart city, ovvero “città intelligente”, si fa infatti riferimento a un ambiente urbano nel quale sia possibile garantire uno sviluppo economico sostenibile grazie al supporto di tecnologie avanzate con le quali si realizzano infrastrutture di comunicazione, servizi e applicazioni all’avanguardia allo scopo di migliorare i servizi offerti ai cittadini e alle imprese.
In ambito europeo, le iniziative avviate in questa direzione si inseriscono nell’iniziativa “Smart Cities and Communities” promossa dalla Commissione Europea e lanciata ufficialmente a Bruxelles nella scorsa estate.
La call, che si chiuderà l’1 dicembre 2011, prevede un finanziamento complessivo pari a 40 milioni di euro rivolto a un numero limitato e selezionato di città europee che presentino progetti di sviluppo innovativo, allo scopo di rendere le città più sostenibili, efficienti, tecnologicamente e socialmente avanzate.
Il crescente interesse verso le smart city alimenta la crescita del mercato delle tecnologie in grado di rendere le città “intelligenti”. Secondo uno studio di ABI Research, tale mercato raggiungerà a livello globale i 39 miliardi di dollari nel 2016, contro gli 8 miliardi registrati nel 2010.
Dove si andrà a investire
Gli investimenti saranno indirizzati prevalentemente alla dotazione di sistemi intelligenti per il trasporto pubblico, allo sviluppo di strumenti per ridurre le emissioni di CO2 e riciclare i rifiuti, alla copertura del territorio con reti wireless, a iniziative di eGovernment.
Dovendo tenere in considerazione le peculiarità delle diverse aree geografiche e delle città, non è pensabile – sempre secondo ABI Research – definire una soluzione unica che possa essere replicata in modo analogo in tutte le città.
Le peculiarità di ciascuna area geografica
Dall’analisi di una cinquantina di iniziative avviate a livello globale è emersa una polarizzazione delle tipologie di progetti per macro-zona geografica: è stato riscontrato un maggior interesse dei Paesi occidentali verso l’efficienza energetica, mentre nei Paesi orientali prevalgono aspetti legati all’eGovernment.
Oltre a ciò, però, permangono forti differenze tra i bisogni e le caratteristiche di città appartenenti alla stessa area geografica. Pertanto, per riuscire ad adattarsi alle esigenze specifiche delle città e garantire al contempo l’ottenimento di economie di scala – essenziali per un costo accessibile delle soluzioni in gioco – la via di uscita sembra essere offerta dall’adozione di standard aperti, elemento caratterizzante l’Internet of Things.
Senza un approccio basato su standard aperti, il mercato di fornitura rischia di essere frammentato e caratterizzato dal proliferare di soluzioni proprietarie caratterizzate da costi elevati e scarsa interoperabilità, limitando il potenziale sviluppo delle smart city.