In Italia è partita la macchina dell’Lte (Long Term
Evolution), preparandosi al debutto di fine 2012 (se tutto va
bene): così Telecom Italia a febbraio ha lanciato la
prima sperimentazione aperta al pubblico, in un negozio
Tim di Torino, con velocità (a livello di cella) di 100 Mbps in
download e 50 Mbps in upload. Da marzo Vodafone invece
proverà l’Lte con una clientela amica nello
stadio del Torino e poi in altri impianti sportivi nel corso dei
principali eventi nazionali.
Sono buone notizie, ma in fin dei conti previste: gli
operatori hanno già speso 4,2 miliardi di euro in frequenze per
l’Lte e complessivamente dovranno investirne 6 miliardi
nelle nuove reti, nei prossimi anni. Tutti contano di
fare il primo lancio commerciale tra fine 2012 e inizi 2013;
eccetto 3 Italia che può già annunciare, con una certa
sicurezza, un debutto entro fine anno. È il solo operatore
infatti a non essere soggetto all’incognita degli 800 MHz,
visto che non si è aggiudicato all’asta queste frequenze.
Quello che non si sa è se effettivamente le tv locali le
libereranno entro fine 2012 (come dovrebbero, in base a decreto
del precedente governo).
L’Italia insomma è in pista per essere tra i
principali Paesi europei a puntare sulla quarta generazione di
reti mobili. La Germania ha già l’Lte, ma solo da
quest’anno avrà una copertura di buon livello (Vodafone DE
promette di raggiungere il 90 per cento della popolazione entro
fine 2012). Il 4G diventerà quindi un grosso business a partire
dal 2012 e, soprattutto, dal 2013, in Europa. Secondo un rapporto
di gennaio di IHS iSuppli, la spesa in infrastruttura Lte
arriverà a 20,3 miliardi di dollari nel 2013 e a 36 miliardi nel
2015, nel mondo, contro gli 8,7 miliardi del 2012.
L’Lte incoraggerà la crescita del mercato delle
infrastrutture wireless, che comunque già nel 2011 è salito
dell’8 per cento (a 42,5 miliardi), dopo la
stagnazione dei precedenti due anni. Finora la parte del leone
per gli investimenti Lte l’ha fatta gli Stati Uniti. Oltre
ai vendor di reti e agli operatori, un attore importante sono i
produttori di terminali. I principali nell’Lte sono
Samsung, Lg e Htc (nell’ordine). Il primo ha una quota del
41 per cento sui cellulari Lte (1,7 milioni di unità vendute nel
quarto trimestre 2011), secondo Strategy Analytics. Ma presto
entreranno in scena anche Apple e Nokia.