dell’agenzia Reuters. Risulta che dal primo luglio 2014
il costo di una chiamata in roaming, all’interno
dell’UE, dovrebbe essere ridotto a 15 centesimi al
minuto secondo le nuove intenzioni della Commissione.
Meno quindi rispetto ai 24 centesimi proposti formalmente dalla
stessa Commissione a luglio 2011. Attualmente il costo è
di 35 centesimi al minuto. Idem per i costi di
una chiamata ricevuta: ora è di 11 cent, la Commissione
aveva proposto di abbassarli a 10 da luglio 2014, ma ora dal
documento risulta che vorrebbe ridurli ulteriormente: a 5 cent.
Allo stesso modo, il costo per navigare in internet dal
cellulare potrebbe essere portato da 50 a 20 centesimi per
megabyte; il costo di un sms verrebbe dimezzato, a 5
centesimi. Il motivo è chiaro: “le tariffe di roaming non
dovrebbero esistere in un mercato unico”, ha detto
l’europarlamentare tedesca Angelika Niebler, relatrice del
documento al Parlamento europeo.
In effetti c’è già da tempo, nell’agenda digitale
europea, l’obiettivo di azzerare le tariffe di roaming
entro il 2015. A fare la differenza però è la velocità con
cui la Commissione intende avvicinarsi a quest’obiettivo.
Pare quindi che non voglia indugiare e
preferisca anticipare i tempi, non tenendo conto delle
difficoltà economiche in cui versa il mercato telefonico
europeo. Gli operatori stanno perdendo utili e
ricavi, anno su anno; in più stanno facendo
esborsi miliardari per nuove frequenze e
infrastrutture necessarie al lancio delle reti mobili
di quarta generazione (Lte). Forse alcuni di loro confidavano
quindi che la Commissione avrebbe concesso una dilazione
rispetto all’obiettivo 2015, per il roaming: un po’
di ossigeno, insomma, per i conti. E invece adesso si dovranno
preparare a fare battaglia, per evitare o almeno attutire il
colpo: il roaming vale in Europa il 5 per cento del
fatturato e il 7 per cento dell’utile operativo.
Secondo la Commissione, gli operatori finora hanno rispettato i
massimi fissati dalla regolamentazione, ma ancora non basta;
sostiene che i prezzi non riflettono una vera competizione.
Gli operatori quindi starebbero evitando di farsi
concorrenza sul roaming e la Commissione è intenzionata a
cambiare le cose. E’ spinta dall’idea che
ci sia bisogno di un mercato unico digitale europeo (è uno dei
“pillar” dell’agenda digitale, infatti), per
far circolare meglio persone, lavoratori, merce e valore
all’interno dei Paesi dell’Unione.
L’azzeramento del roaming è all’interno di
quest’obiettivo generale; secondo la
Commissione stimolerà il turismo,
l’economia delle aziende che hanno filiali sparse in
Europa e che hanno lavoratori che viaggiano all’interno
dell’Unione.
di Alessandro Longo