Net neutrality, reti di nuova generazione, digital divide: in
Italia si continua dibattere, tra scontri epici che vedono come
protagonisti l’operatore incumbent e quelli alternativi,
i sostenitori della libertà della rete e quelli degli
interessi economici. Perdendo di vista l’esistenza di
aree in profondo divario digitale in cui non esiste la
copertura Adsl e che contano più di 7 milioni di cittadini
“scollegati” dalla rete. E, come se non
bastasse, il Governo ha recentemente fatto un passo indietro in
merito allo stanziamento dei fondi (800 milioni di Euro)
destinati a spingere i progetti legati alle infrastrutture di
telecomunicazioni e a ridurre il digital divide italiano. Come
superare questo émpasse? Una via possibile è quella
delle reti cellulari, che al momento però soffrono di pesanti
limiti di copertura e strutturali e, come ha
recentemente sottolineato Corrado Calabrò, presidente
dell’AGCom, mal sopportano l’ingente traffico
generato dalla diffusione di smartphone, rischiando la
saturazione. Si inserisce in questo contesto il WiMax,
tecnologia che offre interessanti opportunità cui si potrebbe
destinare parte degli investimenti governativi per lo sviluppo
delle infrastrutture. Nel mondo, le ultime stime sul
mercato WiMax condotte da ABI Research indicano una crescita
costante, che dovrebbe raggiungere oltre 59 milioni di
utenti entro il 2015 grazie anche all’introduzione della
versione Mobile. Attualmente in Italia la copertura delle reti
WiMax è a macchia di leopardo e si contano circa
20.000 utenti, dalla Sicilia alla Lombardia. Grazie
alla nuova evoluzione della tecnologia i fornitori di
connettività WiMax potranno far concorrenza alle reti
cellulari: Mandarin e Retelit, operatori attivi rispettivamente
in Sicilia e nel Centro Nord, hanno già iniziato a
sperimentare gli accessi mobili su WiMax, con
l’obiettivo di testare la qualità del servizio.
Purtroppo, però, sembra che il Wi- Max abbia abbandonato
l’idea di porsi come una infrastruttura capillare,
alternativa a quella tradizionale.
Sempre più, infatti, l’orientamento degli
operatori è quello di dare il proprio contributo in zone
circoscritte del territorio (tipicamente le cosiddette
aree “digital-divise”) o per soddisfare specifiche
richieste (ad esempio quelle della pubblica amministrazione).
In questo scenario i servizi WiMax Mobile sono destinati a
diventare ancora più “esclusivi”, limitati solo
alle zone in cui il segnale Umts è assente e laddove la
copertura WiMax è molto uniforme, in modo che l’utente
possa spostarsi senza perdere il segnale (e, di conseguenza, la
connessione alla rete). In ogni caso, l’obiettivo
principale è quello di estendere la diffusione della banda
larga nel nostro paese: recenti studi della
Commissione Europea hanno infatti dimostrato che la
disponibilità di accessi broadband ha impatti positivi sulla
crescita economica di una nazione. Per recuperare
competitività a livello paese il WiMax può quindi giocare un
grande ruolo, aiutando a ridurre il digital divide e superando
gli attuali limiti delle reti cellulari.