Grazie al programma Working Capital di Telecom Italia, ogni anno 40 startup vengono ospitate nei quattro acceleratori di Milano, Bologna, Roma e Catania dove, in 3.500 mq attrezzati, trovano casa le nuove aziende tecnologiche selezionate sulla base di un bando annuale, rivolto a progetti in area digital, mobile e green. Dalla sua nascita nel 2009, WCap ha raccolto oltre 7mila progetti, supportato 220 startup e assegnato 150 finanziamenti a fondo perduto per aiutarle a sviluppare il progetto (grant).
A ciascuna startup selezionata viene offerto un grant di 25mila euro, un percorso di accelerazione di 4 mesi, ma, soprattutto, la possibilità di diventare fornitore di Telecom Italia. “Per incentivare le Business Unit e le aziende del Gruppo all’innovazione attraverso le soluzioni delle startup, il 50% del costo del contratto viene sostenuto da WCap, che dispone di 1 milione l’anno per il discount interno – spiega Salvo Mizzi di Telecom Italia, fondatore di Working Capital e di Tim Ventures – Questo consente di contemperare la propensione all’innovazione con gli interessi manageriali”. Questo modello viene considerato con interesse anche all’interno della Startup Europe Partnership (Sep), il programma europeo per favorire la partnership fra startup e grandi imprese a cui Telecom Italia aderisce.
Anche per lanciare le startup migliori verso un mercato almeno di livello europeo è stata recentemente lanciata TimVentures, nuova società del Gruppo Telecom Italia che effettuerà seed investment (da 100 a 500 milioni) in startup innovative per 4,5 milioni di Euro nei prossimi 3 anni e al tempo stesso cercherà di stimolare l’intervento di altri investitori, nazionali ed internazionali, per un importo equivalente.
“Vorrei sottolineare che in questo modo abbiamo realizzato un ciclo preciso e completamente integrato dalla fase di scouting delle startup fino al loro lancio sul mercato internazionale”, nota Mizzi.
Il compito non si arresta alle porte dell’azienda; WCap svolge un ruolo di collegamento anche verso il mondo delle imprese attraverso le proprie Business Unit. “Ad esempio lavoriamo molto bene con Digital Solutions, guidata da Claudio Contini, che fin dall’inizio ha preso il meglio di quanto abbiamo prodotto per portare la digitalizzazione alle imprese clienti – sottolinea Mizzi – In un mercato all digital, le nostre startup offrono grande vantaggio competitivo sia in termini di soluzioni innovative per tutti gli ambiti tipici dell’agenda digitale sia di velocità, grazie a un time-to-market medio di 6 mesi. Noi stessi diventiamo più veloci portando sul mercato la capacità di ideazione e innovazione tipiche della startup”.