Perché si parla di IoT come minaccia per i data center?

Quando nel 2020 gli oggetti intelligenti della Internet of Things raggiungeranno, come sostiene Gartner i 26 milioni di endpoint si potrà esprimere no straordinario potenziale in termini di sviluppo della conoscenza in tantissimi settori ma i data center dovranno essere preparati a gestire sia una nuova enorme mole di dati sia nuove problematiche di sicurezza

Pubblicato il 18 Mar 2016

Illustrazione fornita da Shutterstock http://www.shutterstock.com
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Gli analisti sono piuttosto fiduciosi sul futuro della Internet of Things: Gli analisti di IDC nel Worldwide and Regional Internet of Things 2014-2020 Forecast, hanno previsto che il mercato globale della IoT raggiungerà i  7,1 miliardi di dollari entro il 2020 (cifra che nel 2013 si attestava a 1,9 milioni). La crescita investirà l’IT di un nuovo carico di lavoro, dando vita a un nuovo modello di data center.  

“L’enorme numero di dispositivi moltiplicherà volume, velocità e struttura dei dati relazionati all’affermarsi della Internet of Things – spiega Joe Skorupa, Vice President e Distinguished Analyst di Gartner -. Questo rappresenterà una sfida soprattutto per quanto riguarda sicurezza, dati, gestione dello storage, server e data center, ovvero ovunque siano in gioco processi aziendali da gestire in tempo reale”.

IoT “data storage”

Con il dilagare della IoT saranno diverse le sfide che la sicurezza IT dovrà affrontare. La prima è rappresentata dalla raccolta e dalla memorizzazione dei dati. Secondo una previsione condotta dagli analisti di ABI Research, il volume di dati acquisiti dai dispositivi intelligenti collegati alla IoT sta crescendo: nel 2014 erano 200 exabyte (1 miliardo di gigabyte) ma nel 2020 le stime parlano di oltre 1.600 exabyte – 1,6 zettabyte. Questo scenario dovrà spingere i responsabili dei data center a prendere in considerazione l’acquisto di nuovi sistemi di storage e integrare array di storage nelle architetture di sicurezza per ridurre potenziali minacce.

La sfida della crittografia

Tutti i dati richiedono un’efficiente protezione. La crittografia end-to-end sarà una delle armi strategiche nel contrastare i nuovi pericoli per la sicurezza IT della Internet of Things. Occorre esaminare le applicazioni nuove e quelle già esistenti in azienda, andando a integrare funzioni di crittografia e di key management, per poi distribuire adeguati strumenti di gestione che mettano lo staff in condizione di seguire policy di utilizzo accettabili.

I sistemi di cifratura possono rallentare le prestazioni delle applicazioni. Inoltre i sistemi di key management spesso sono difficili da implementare e gestire. L’aspetto più complesso è relativo al fatto che, per garantire la sicurezza del sistema, la gestione delle chiavi deve essere separato dalle chiavi stesse.

La minaccia alla sicurezza IT… è l’IT

Il business oggi si fa gestendo al meglio la relazione con i clienti, con i colleghi, con i consumatori. Il fatto è che CRM oggi significa iperconnessione. Le aziende devono raccogliere una grande quantità di dati sensibili e questo aspetto preoccupa non poco le associazioni a difesa dei consumatori. Per questo motivo è necessario strutturare i sistemi di autorizzazione legati alle IoT, in modo che solo il personale legittimato abbia accesso a tali informazioni. Ad esempio, nel caso di dati relativi alla salute o alla geolocalizzazione degli utenti nemmeno i tecnici del data center dovrebbero avere accesso a tali informazioni. Di conseguenza, le aziende avranno bisogno di attuare specifici controlli in modo che i professionisti del data center siano in grado di gestire un networking sempre più liquido e software-defined. La governance dei dati nell’Internet of Things, a un livello elevato va gestita senza dover ogni volta esaminare i record individuali.

La standardizzazione nel futuro

Le imprese hanno bisogno di collegare i diversi sistemi IoT per ridurre al minimo le minacce rappresentate dalle nuove tecnologie. Le interfacce standard rendono questo compito più facile. Fondato nel 2014 da AT&T, Cisco, GE, IBM e Intel, l’Industrial Internet Consortium ha assunto un ruolo guida nello sviluppo di standard IoT. Il gruppo, che conta oltre duecento membri di ventisei Paesi, sta sviluppando diversi standard per specifici dispositivi (come le attrezzature mediche e le automobili).

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