CeBIT 2016, sull’IoT il dato è tratto

Ad Hannover è andata in scena una fiera per buona parte dedicata alle soluzioni per gli oggetti intelligenti. Alleanze interdisciplinari tra i big dell’ICT, piattaforme aperte e startup innovative spianano la strada a un mondo costantemente connesso

Pubblicato il 19 Mar 2016

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cebit 2016

Tra annunci di partnership, alleanze strategiche e presentazione di nuove soluzioni per la connettività degli oggetti – senza dimenticare il padiglione interamente dedicato ai droni – l’edizione 2016 del CeBIT può essere considerata a tutti gli effetti la fiera che dal 14 al 18 marzo ha convogliato gli sguardi degli ormai numerosissimi settori coinvolti nella creazione dell’Internet of Things. Dalle software company agli specialisti dei network di telecomunicazioni, passando per i grandi nomi dell’automazione e per le immancabili startup, chi è stato ad Hannover ha respirato una grande volontà di collaborazione, il desiderio di superare barriere e standard per permettere soprattutto alle imprese e alle pubbliche amministrazioni di accedere in modo semplice ai nuovi servizi e modelli di business che possono essere abilitati dal dialogo di sensori e applicazioni in ambienti sempre meno distanti tra loro.

Huawei, via a partnership strategiche e a nuove soluzioni per le connessioni a basso consumo

Grande protagonista della manifestazione è stata Huawei, quasi padrona di casa in una Germania che da anni è il cuore delle operazioni europee del colosso dell’ICT. Le novità presentate da Huawei spaziano dai temi della smart city all’Industry 4.0, coinvolgendo gruppi attivi nella robotica, telco e istituti di ricerca. Connected City Lighting Solution, per esempio, è la soluzione dedicata all’illuminazione stradale basata su un controllo intelligente multi-livello del parco lampade cittadino. L’amministratore di sistema ha la possibilità non solo di gestire l’accensione e la luminosità di ciascuna unità, ma anche di monitorare i risultati di processi diagnostici automatici sulla salute degli impianti o avviare analisi predittive per interventi di manutenzione ad hoc.  Grazie alla tecnologia 6LoWPAN, la soluzione può calcolare l’emissione di potenza necessaria in base alla longitudine e latitudine locale e tarare dinamicamente l’intensità per la specifica stagione, mese e giorno, integrando ulteriori sensori di terze parti per il controllo del traffico o la raccolta di dati meteorologici. Grazie all’adozione di lampade LED e alla gestione smart dell’hardware, i consumi energetici possono essere abbattuti dell’80%.

Rimanendo sul fronte della città connessa, ed entrando nell’ambito dello smart metering, Huawei ha svelato ad Hannover One Air, un router ad alte prestazioni capace di sfruttare le frequenze non licenziate per emettere un segnale LTE in un raggio di 5-10 km. L’ideale per fornire connessioni wireless ad alte prestazioni in aree chiuse, ma estese (come potrebbe essere un campus universitario) o per l’appunto lungo infrastrutture di distribuzione energetica o idrica. In pratica sensori e chip connessi a oggetti o contatori possono collegarsi a un segnale che ha le caratteristiche del Wi-Fi ma che consuma molto meno. Da segnalare inoltre che il gruppo cinese ha firmato un memorandum of understanding con la Regione Autonoma Sardegna e con il CRS4, istituto di ricerca di Pula (CA), per lo sviluppo di progetti dedicati alla Safe and Smart City nell’isola.

Sul fronte delle partnership, Huawei ha invece siglato un accordo con Kuka, specialista della robotica per l’automazione, e ha rafforzato i rapporti con Intel e SAP inaugurando il nuovo OpenLab di Monaco. Lo scopo è favorire l’integrazione (del resto già avviata con i neonati server KunLun)  tra hardware e software in chiave IoT.

SAP si allea con Vodafone sul fronte M2M

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Il gigante tedesco della Business Intelligence, d’altra parte, ha attivato una partnership con Vodafone attraverso la quale le due società convoglieranno gli sforzi su una piattaforma integrata per i progetti IoT dedicati ai clienti attivi sui mercati comuni, con conseguenti iniziative commerciali congiunte. L’obiettivo è permettere alle imprese di collegare e gestire i dispositivi attraverso la piattaforma di connettività Vodafone, che raccoglierà e invierà i dati generati dai device ad HANA, che li elaborerà per attivare funzioni analitiche di ottimizzazione degli investimenti in progetti M2M e di predittività degli interventi di manutenzione. Il tutto all’interno di un ambiente interoperabile e certificato. La piattaforma registra e analizza anche l’utilizzo di banda da parte dei dispositivi dotati di SIM Vodafone e permette agli amministratori di sistema non solo di avere una panoramica completa e unificata sul proprio parco IoT, ma anche di rendere più efficienti l’acquisto e la gestione dei servizi di rete.

Le startup ridisegnano il rapporto con i mondi fisico e digitale

Girando per la fiera, è stato impossibile non notare la miriade di proposte hardware provenienti dalle startup. Al di là del fatto che quest’anno, per la prima volta, un intero padiglione del CeBIT è stato dedicato ai droni (con aree espositive per prodotti consumer e B2B, conferenze sul tema e un percorso di volo indoor), ad Hannover si sono viste soprattutto applicazioni e soluzioni che possono aiutare imprese e utenti a immaginare un futuro in cui dialogare con gli oggetti sarà un’esperienza all’ordine del giorno.

Iltis & Wiesel ha per esempio messo in mostra le caratteristiche di SmartMirror. Questo complemento d’arredo ultra-tecnologico, dotato di Wi-Fi e schermo multimediale, appartiene alla serie [re:frame] del produttore tedesco, e consente a chi si specchia di mettersi in comunicazione con tutto il proprio mondo on line. Lo specchio infatti, oltre a riflettere l’immagine dell’utente,  segnala notizie meteo, appuntamenti in agenda e notifiche di posta elettronica o di attività social.

Cebit dinosauro

Home eat home è invece una startup che punta a risolvere il problema della spesa quando non si dispone di troppo tempo. Per utilizzare il servizio è sufficiente scaricare la mobile app (disponibile per iOS e Android) e ordinare gli ingredienti necessari a realizzare una ricetta completa tra quelle messe a disposizione dalla piattaforma. Il sistema elabora l’ordine e rende disponibili le materie prime in frigoriferi intelligenti dislocati per la città (attualmente installati solo a Berlino) che preparano sacchetti della spesa con gli alimenti scelti. L’utente non deve far altro che recarsi alla macchina, comunicare il codice ricevuto dopo la transazione e ritirare la propria busta.

Smart Agriculture

Sempre di alimentazione si parla, ma stavolta in riferimento alla produzione e non alla distribuzione: MyOmega, impresa di Norimberga, ha sviluppato il framework IoT MYNXG (My NeXt Generation) pensato specificamente per i viticoltori. L’ambito è dunque quello dello smart agricolture, all’interno del quale MyOmega intende posizionarsi come fornitore di soluzioni evolute per la produzione enologica. Grazie all’applicazione Tracovino, l’utente può ricevere sul proprio smartphone tutte le informazioni ricavate dall’elaborazione dei dati prodotti attraverso i sensori applicati alle coltivazioni.

Naturalmente per scavare nei dati e ricavare le estrapolazioni necessarie per prendere decisioni o attivare servizi è fondamentale disporre di una notevole potenza di calcolo. Vero: il Cloud risolve gran parte di questo problema, ma per chi desidera una soluzione on-premise pratica e non troppo costosa, BigBoards propone Hex, un cluster portatile che, citando lo slogan dell’azienda, promette di passare da zero ai  big data in meno di un’ora. Per creare e gestire applicazioni è sufficiente accedere a uno store dedicato dove si possono acquistare tool, tutorial e upgrade.

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