Mentre nel nostro Paese si è appena conclusa la gara per
l’assegnazione delle licenze WiMAX, in Australia
l’operatore Buzz Broadband ha deciso di abbandonare la
tecnologia denunciando eccessivi problemi nel roll out dei
servizi. Garth Freeman, CEO della società australiana, ha
definito il WiMAX un “disastro”: la tecnologia
sarebbe infatti affetta da molti deficit, dai tempi di latenza
troppo alti alle limitate performance indoor, che
determinerebbero una perdita del segnale a 2 km dalla stazione
base in presenza di ostacoli. Pronta la replica dei sostenitori
della tecnologia, che hanno considerato i problemi riscontrati
da Buzz Broadband come casi isolati. Tra le risposte, ha
avuto una grossa risonanza mediatica la lettera
aperta pubblicata da Airspan, principale fornitore
dell’operatore australiano, che ha evidenziato come
l’eccessivo contenimento dei costi legati
all’implementazione della rete sia il responsabile del
cattivo funzionamento dell’infrastruttura.
Anche secondo David Spence, CEO di Unwired, altro
operatore del continente, si tratta del «fallimento di
una piccola società e non di una tecnologia ». Di
diverso avviso è Miguel Myhrer, senior executive di Accenture,
che ha affermato che il WiMAX «conoscerà fallimenti
spettacolari in futuro», e sarebbe strano il contrario.
Infatti, secondo l’analista, si ripresenterà lo scenario
già visto per altre tecnologie, come accadde per il CDMA (Code
Division Multiple Access), alla base dell’UMTS,
che ha avuto molti problemi nelle prime fasi di
lancio.
E mentre si svolge questa querelle nel mondo
dell’industria, il WiMAX Forum ha pubblicato un documento
in cui la tecnologia viene definita complementare alla rete
cellulare 2,5 e 3G. Infatti, come si legge nel White Paper
redatto dai 522 membri del Forum, le reti cellulari
soffriranno, in futuro, di cali nelle prestazioni, a causa
della sempre maggiore diffusione dei servizi Internet Mobile,
mentre il WiMAX, usando tecnologie di accesso allo spettro
radio già “estremamente scalabili”, è più idoneo
“per soddisfare le esigenze di trasmissione dati su banda
larga mobile nel prossimo decennio”.