L’importanza di rendere i servizi Mobile accessibili ai disabili

Poco si parla del rischio di creare, con l’avanzare dell’innovazione nell’ICT, un digital divide che vada ad ampliare il solco che troppo…

Pubblicato il 01 Giu 2008

Poco si parla del rischio di creare, con l’avanzare
dell’innovazione nell’ICT, un digital divide che vada
ad ampliare il solco che troppo spesso separa le persone
normodotate da quelle con disabilità, nelle varie forme in cui
questa si manifesta: visiva, uditiva intellettiva e fisica.
La legge Stanca definisce il concetto di accessibilità nel
contesto ICT come “la capacità dei sistemi informatici…
di erogare i servizi e fornire informazioni fruibili, senza
discriminazioni, anche da parte di coloro che, a causa di
disabilità, necessitano di tecnologie assistive o configurazioni
particolari”.
Su questi aspetti si è focalizzata la ricerca
dell’Osservatorio ICT Accessibile e Disabilità, promosso
dalla School of Management e dall’ICT Institute del
Politecnico di Milano insieme alla fondazione Asphi onlus.
Obiettivo della ricerca è stato quello di comprendere
criticamente il ruolo che le ICT stanno svolgendo e potranno
svolgere in futuro nell’integrazione o esclusione delle
persone con disabilità e di scattare, per la prima volta in
Italia, una fotografia della situazione nel nostro Paese.
In particolare, si è analizzato nel dettaglio il ruolo dei
dispositivi e delle applicazioni Mobile rivolte al consumatore
finale, basate su rete cellulare e accessibili attraverso
telefonini.
Il Mobile può certamente dare un contributo al
superamento del “digital divide” e della
“social exclusion”: consente, infatti, alla persona
con disabilità sia una maggiore facilità di accesso a contenuti
e servizi di vario genere, sia il miglioramento della sua
“partecipazione” alla vita sociale con amici,
familiari e colleghi
. Questo è possibile, da un lato,
grazie alla possibilità di accedere tramite i dispositivi Mobile
e le reti wireless broadband al grande mondo delle applicazioni
Internet – e, in particolare, dei contenuti del Web –
e dall’altro, grazie all’offerta di contenuti e
servizi specifici.
Una prima evidenza della ricerca sul campo, realizzata attraverso
test, è stata l’individuazione di una serie di
problematiche trasversali, “universali”, che possono
creare difficoltà anche agli utenti senza disabilità, ma che
sono accentuate nel caso di presenza di disabilità. Ne consegue
che uno sforzo in termini di non esclusione dei disabili, sin
dall’inizio della progettazione di servizi Mobile, consente
di studiare ergonomie migliori, che agevolano la fruizione da
parte di tutti gli utenti.
Lo scenario delle opportunità che il Mobile può offrire a un
utente disabile è ricco e variegato.
Il forte valore aggiunto rispetto al Pc è l’accesso ai
contenuti in mobilità everywhere e everytime: chiunque, anche
chi non possiede un computer, ha la possibilità di avere uno
strumento di navigazione e informazione. Il cellulare
può essere perciò un valido supporto alla persona con
disabilità in molteplici contesti
, ovviamente a patto
che terminali, applicazioni e servizi offerti siano progettati e
realizzati seguendo le linee guida dell’accessibilità e
dell’usabilità.
Per citare alcuni esempi concreti, il Mobile può consentire a un
non vedente o a un ipo-vedente di accedere a informazioni in
tutti quei contesti in cui vi è una comunicazione esclusivamente
visiva, come le informazioni sul binario di partenza dei treni
nelle stazioni, gli orari e le indicazioni su tragitti e ritardi
degli autobus alle fermate, i lavori in corso che modificano la
viabilità cittadina, le informazioni di servizio in un hotel,
ecc.
L’integrazione con tecnologie di prossimità, come il
Bluetooth, e di location, come il GPS, potrebbe, tra
l’altro, aumentare ulteriormente la facilità d’uso
dei servizi, la numerosità dei contesti di utilizzo e
l’efficacia e l’efficienza di implementazione.
Anche la persona con disabilità uditiva può ottenere benefici
dall’utilizzo del cellulare: se fosse, ad esempio,
possibile nei centri commerciali avere sul cellulare informazioni
relative alla disposizione delle merci all’interno dei
punti vendita, l’utente supererebbe le attuali difficoltà
di richiesta informazioni al personale dello store che non
conosce tipicamente il linguaggio dei gesti. Un’altra
possibile soluzione a supporto di questa condizione di
disabilità potrebbe essere un trascrittore testuale di annunci
vocali da altoparlanti, soprattutto in ambienti come gli
aeroporti. L’elenco delle applicazioni potrebbe continuare
a lungo. La speranza è che una maggiore sensibilizzazione di
imprese, provider, società civile e Pubblica Amministrazione
eviti – o almeno riduca – i rischi di un digital divide.

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