A distanza di qualche mese dal Lancio del Piano Industria 4.0 per l’Italia e con una diversa compagine governativa dopo le dimissioni del Governo Renzi e l’avvio dell’esperienza dell’esecutivo Gentiloni la centralità del dibattito torna sul ruolo del digitale e in particolare sul compito assegnato al Commissario all’Agenda Digitale Diego Piacentini.
In questa fase così importante e delicata per il decollo effettivo del Piano Industria 4.0 arriva il richiamo propositivo di Alessandro Perego, Direttore Scientifico Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano che sottolinea ad AgendaDigitale.eu (vai all’intervento) i temi sui quali è fondamentale concentrare oggi l’attenzione perché il Piano possa entrare effettivamente nella realtà delle imprese. I punti possono essere così sintetizzati:
- Governance, con una maggiore focalizzazione sugli incentivi
- Attenzione verso gli strumenti di intervento per gli investimenti Innovativi, con il suggerimento di restringere l’elenco degli investimenti definibili come investimento innovativo per aumentare la focalizzazione.
- Maggiore velocità nella realizzazione dei centri di eccellenza e competenza previsti
- Maggiore attenzione nella identificazione dei punti di debolezza delle infrastrutture abilitanti come ad esempio il fatto che il piano banda ultralarga tenga ancora poco in considerazione la localizzazione delle imprese.
- La opportunità di dare vita ad azioni “verticali” in grado di premiare e valorizzare i progetti di filiera, anche prevedendo un forte monitoraggio e un coinvolgimento del MISE.
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Il tema Industria 4.0 si intreccia sempre di più con il il grande tema della digitalizzazione e dell’innovazione del sistema paese e dunque con il ruolo del Commissario all’Agenzia Digitale Diego Piacentini. A questo proposito da Alessandro Perego, Direttore Scientifico Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano, arriva un segnale di piena condivisione al manifesto di Piacentini. Come scrive in un contributo sempre su AgendaDigitale.eu (leggi l’intervento) Perego osserva che abbiamo bisogno di un regista forte, con un adeguato supporto politico che sappia condividere il “canovaccio” dello sviluppo digitale con tutti gli attori. Perego denuncia che negli ultimi 10-15 anni, in Italia, è mancata proprio una regia complessiva, in grado di supportare il percorso verso la digitalizzazione e verso una PA 4.0 con regole, linee guida, strumenti ed incentivi adeguati.
Sul tema Industria 4.0 in Italia suggeriamo la lettura del servizio Industria 4.0: sono gli Attaccanti 4.0 che vincono la sfida della digitalizzazione
Perego sottolinea l’importanza delle categorie richiamate da Piacentini per il piano di lavoro e di sviluppo verso il digitale, vale a dire la centralità del cittadino, la standardizzazione, il ruolo della API Economy, l’interoperabilità, il sistema informativo della PA, gli open data, la semplificazione normativa e il project management come componenti centrali dell’attività dell’AgID.
Il Piano Industria 4.0
Il Piano Industria 4.0 del Governo è realtà da settembre 2016 in tutte le sue componenti. Tre sono gli assi che sono stati progettati per guidare l’industria italiana verso l’adozione di una vera cultura digitale. Ed è particolarmente importante sottolineare il termine cultura perché è proprio sulla diffusione di una vera preparazione al digitale che si regge lo sviluppo di questa politica industriale ed è su questo che si giocherà la partita più importante per lo sviluppo economico del nostro paese.
I punti del Piano Industria 4.0:
1 – Si parte dal sostegno economico alle imprese con una serie di azioni volte a finanziare l’innovazione e in particolare l’innovazione che porta le imprese verso una sostanziale e radicale trasformazione digitale.
2 – Poi c’è la formazione, per le persone naturalmente ma concettualmente per le organizzazioni, per il management e per la cultura stessa delle imprese che devono rivedere processi e sempre più spesso gli stessi modelli di business, un processo che non potrà essere vincente se non è accompagnato e sostenuto da un processo di formazione al digitale che rispetto al passato non può essere solo limitato a una formazione “tecnologica” o di una “parte” dell’impresa. L’Industry 4.0 o coinvolge tutta l’azienda in tutte le sue componenti o non è Industry 4.0.
3 – Valorizzazione delle eccellenze, creazione e sviluppo di Competence Center e azioni di comunicazione sul territorio per stimolare, incoraggiare e promuovere lo sviluppo di progetti Industry 4.0.
Nel corso della presentazione ufficiale il Capo del Governo Matteo Renzi ha richiamato l’attenzione sul fatto che l’Italia deve tornare ad essere un paese di opportunità ed è estremamente importante passare all’azione con nuovo metodo rispetto al passato e con un nuovo rapporto tra pubblico e privato.
Il commento di Alessandro Perego, Direttore scientifico degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano all’epoca della presentazione del Piano Industry 4.0 del Governo Italiano (settembre 2016)
Il Piano Industria 4.0 è un passo avanti che consente all’industria italiana di riprendere il posto che le spetta come Paese industriale
Un giudizio positivo, sia per i contenuti sia per le modalità organizzative. Alessandro Perego osserva che «Il Piano Industria 4.0 è in grado armonizzare bene le azioni di breve e di medio termine e ha le potenzialità per far recuperare al nostro paese il ritardo che ci separa da diversi altri paesi a partire dalla Germania, che proprio sul tema Industrie 4.0 è stata tra le prime a sviluppare e implementare un piano industriale nazionale.
Perego nota che il Piano per l’Industria 4.0 ha una portata trasversale attiene alla ma ha il potenziale di rilanciare altri comparti dell’economia italiana, anche in considerazione del fatto che attorno all’industria si muove e si sviluppa un indotto enorme di servizi di base, di ricerca ed innovazione che coinvolge l’intero Paese. «Per questo motivo osserva Perego -, monitoreremo l’efficacia con cui verrà recepito dalle imprese e misureremo se gli obiettivi di crescita e rilancio che il Paese si pone saranno raggiunti».
La conclusione di Perego è positiva anche sullo slancio con cui il Piano punta a ingaggiare imprese e cittadini e riferendosi al momento dell’annuncio sottolinea che «oggi è una bella giornata per l’industria Italiana e per il paese, un momento che si aspettava da tanto tempo e che comunica visione, ottimismo e stimoli a tutti gli attori, per invitare tutti a dare un contributo attivo, in primis l’Università per permettere all’Italia di riprendere il posto che le spetta».
Renzi e il Piano Industria 4.0
La concretezza richiamata da Renzi la si può poi leggere nei numeri a partire dal primo pilastro del piano stesso, vale a dire dalla voce che attiene ai finanziamenti. Il sostegno alle aziende per correre verso l’Industria 4.0 prevede la proroga del super ammortamento per gli investimenti in innovazione tecnologica, rinforzato da un aumento dell’aliquota dall’attuale 140% al 250% per le risorse destinate a rinnovare impianti destinati a realizzare progetti di Industry 4.0.
Anche il credito d’imposta alla ricerca verrà irrobustito e passerà dall’attuale 25% al 50% per la spesa interna con un credito massimo per contribuente che diventa significativo e passa da 5 a 20 milioni di euro.
Per i “piccoli” o le StartUp sono previste detrazioni fiscali che arrivano sino al 30% per tutti gli investimenti fino a un milione di euro in startup o in piccole e medie imprese innovative. Sullo specifico tema dello Smart Manufacturing il Piano Calenda punta a sostenere l’innovazione tecnologica e lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi con agevolazioni su investimenti a medio/lungo termine, con il sostegno ad acceleratori che permettano alle imprese di gestire la fase di startup e di portare l’innovazione sul territorio.
Il ruolo strategico della formazione
Ma veniamo agli altri pilastri del Piano a partire dalla formazione dove sul tavolo, per parlare di numeri, ci sono 355 milioni di euro che andranno a sostenere l’implementazione del Piano Nazionale Scuola digitale e, per la formazione del personale delle imprese, i piani relativi all’alternanza Scuola-lavoro con una serie di percorsi di studio che puntano a fare formazione sulle tematiche dell’Industria 4.0.
Il Piano intende poi concentrare l’attenzione sulle eccellenze sui cluster tecnologici che riceveranno 170 milioni di investimenti per il potenziamento e per lo sviluppo di nuove iniziative. I Centri di Competenza e la formazione specialistica a loro volta potranno contare su nuove risorse rispettivamente nella misura di 100 milioni e di 70 milioni di euro.
Nella realtà dei territori e delle imprese questi investimenti dovrebbero concretizzarsi in un raddoppio nel numero degli iscritti agli istituti tecnici superiori focalizzati sul mondo dell’industria. I competence center e i digital innovation hub nazionali vedranno il supporto di sei consorzi finalizzati a lavorare sugli standard dell’IoT,
Ricerca & Sviluppo e Innovazione
Già nel prossimo anno Palazzo Chigi punta a mettere nel motore Industry 4.0 un aumento degli investimenti da 80 a 90 miliardi di euro, con oltre 11 miliardi di investimenti privati da indirizzare verso a R&D e l’innovazione e 2,6 miliardi per finanziare progetti di early-stage che si snoderanno nel triennio 2017-2020.
L’orizzonte temporale fissato al 2020 vuole portare nelle imprese più di 200mila studenti e oltre 3mila manager formati sui temi del digitale, dello smart manufacturing, della fabbrica intelligente. Un obiettivo ambizioso che tradotto nella terminologia del Piano punta ad avere un team di manager e professionisti specializzati in Industria 4.0.
Ma come ha più volte sottolineato il Presidente del Governo Renzi attribuisce grande importanza anche alla comunicazione e alla capacità di creare un clima di sostegno e di incoraggiamento alle politiche dell’Industry 4.0 e a questo proposito sarà avviato un vero e proprio roadshow di sensibilizzazione nei centri più importanti, non solo per le dimensioni, del nostro Paese. Un road show che vedrà il coinvolgimento di aziende che con esperienze di Industria 4.0 di successo dovranno testimoniare dell’importanza di questa direzione e con le aziende l’obiettivo è di portare rappresentanti delle Università e delle associazioni.
Il Piano nasce con l’impegno diretto della Presidenza del Consiglio con il Ministero dell’Economia, il Ministero dell’Istruzione, il Ministero del Lavoro e il Ministero delle Politiche Agricole e dell’Ambiente. La direzione del Piano coinvolge una rappresentanza del mondo universitario, dei centri di ricerca, degli atenei tecnici, delle associazioni imprenditoriali e sindacali.
Un ruolo importantissimo è poi affidato ai comitati per lo studio, la diffusione e la implementazione di standard legati all’IoT e agli ambiti applicativi dell’internet of Things in Italia.