Sembra ormai imminente – dopo Gooogle, Apple e Samsung – l’ingresso anche di Microsoft nel mondo dei pagamenti NFC.
La mossa conferma ulteriormente il grandissimo fermento nel mercato del Mobile Payment, in particolare per i pagamenti in prossimità, con l’entrata di colossi finora rimasti ai margini. Una tendenza che anche l’Osservatorio Mobile Payment & Commerce del Politecnico di Milano ha sottolineato, intitolando il suo più recente Convegno “Mobile Payment & Commerce: non manca più nessuno!”.
Come spiega un articolo di pagamentidigitali.it, il primo segnale è stato l’annuncio qualche settimana fa della funzione “tap to pay”, ovvero la possibilità di effettuare pagamenti elettronici di prossimità con Windows 10, avvicinando lo smartphone al POS NFC, che sarà integrata nativamente nel sistema operativo di Microsoft e che si baserà sulla tecnologia HCE (Host Card Emulation in Cloud), supportata dai circuiti Visa, Mastercard e American Express.
Ma c’è di più: Microsoft non solo supporterà i pagamenti NFC, ma sembra avere intenzione di proporre una piattaforma proprietaria in concorrenza diretta con Apple Pay, Google Wallet e Samsung Pay. Un recente report di Faisal Khan, consulente bancario, ha infatti riportato la richiesta di Microsoft a 50 Stati degli USA di una licenza per l’attività di trasferimento di denaro. Il nome dell’apposita sociatà sarebbe Microsoft Payments, Inc., che potrebbe anche essere il nome del servizio stesso. Una mossa che punterebbe quindi alla creazione di un sistema di pagamenti elettronici, probabilmente destinato inizialmente agli smartphone Windows 10, che supporteranno tale funzione in maniera nativa.
Le diverse scelte dei grandi player
I grandi player hanno finora fatto scelte diverse: Apple e Samsung hanno optato per un sistema device-based, in cui le credenziali di pagamento vengono memorizzate in uno spazio sicuro (il Secure Element) sullo smartphone, ma con qualche differenza: Samsung continuerà a permettere di scegliere il servizio di Mobile Payment da utilizzare anche tra alternative di terzi, mentre Apple – almeno al momento – ha optato per un sistema “chiuso” in cui gli utenti iPhone potranno utilizzare solo Apple Pay.
Google, che in precedenza sembrava aver scelto anch’essa una soluzione device-based, ha poi spostato il Secure Element del proprio Google Wallet nel Cloud, aggiungendo il supporto al paradigma HCE a tutti i telefoni Android 4.4 KitKat. Inoltre sta lavorando ad Android Pay, una piattaforma software, basata su HCE appunto, messa a disposizione di chiunque voglia sviluppare soluzioni di Mobile Payment. Su questa linea, come detto, sembra si stia posizionando la stessa Microsoft.
In Italia iniziate le “grandi manovre”, nell’attesa di Apple Pay
A questa grande effervescenza internazionale sta contribuendo anche il modello SIM-based, che ha visto emergere servizi commerciali in diversi Paesi. Tra questi l’Italia: nel 2014 sono stati infatti lanciati i primi servizi nati dalle collaborazioni tra banche e compagnie telefoniche, anche se ancora un po’ in sordina. Nei prossimi mesi possiamo aspettarci anche nel nostro Paese nuovi imminenti lanci del mondo SIM-based, e sperimentazioni basate su HCE (molti attori ci stanno lavorando), nonché l’ormai imminente arrivo di Apple Pay, forse a giugno.