MILANO – Nel mondo intelligente e interconnesso di oggi, le aziende devono migliorare continuamente le iniziative di sviluppo prodotto per restare al passo rispetto ai trend di settore. Con l’Internet of Things, che secondo McKinsey interesserà addirittura 50 miliardi di dispositivi entro il 2020, gli oggetti evolvono da componenti fisici a sistemi che integrano sensori, processori e software, restituendo rinnovato valore. I manufacturer non possono rimanere fermi al palo, come racconta in esclusiva a ZeroUno Michael Campbell, Executive Vice President del Segmento Cad di Ptc: “Viene stravolto il modo in cui i prodotti sono creati (ingegnerizzazione più sofisticata, possibilità di personalizzazione e maggiore aderenza alle esigenze del consumatore, aggiunta di funzionalità innovative e creazione di nuovo business) e manutenuti (il flusso di dati proveniente dai sensori, opportunamente analizzato, restituisce informazioni utili per la gestione del prodotto durante tutto il ciclo di vita). Ci sono molte aziende – afferma Campbell – che stanno già traendo beneficio dalle strategie di smart connected products (gli esempi spaziano dal settore Medicale all’Aeronautica alle applicazioni consumer come i braccialetti per il monitoraggio dell’attività fisica) e soprattutto è viva l’intenzione di investire ulteriormente in questi progetti”. Secondo il VP, il ciclo virtuoso si è già innescato anche in Italia, dove il vendor prevede una crescita significativa delle proprie attività legate all’IoT nel 2015.
“Delle diverse forze che impattano l’industria manifatturiera, due in particolare incidono direttamente sul ciclo di vita del prodotto: la servitization, ovvero l’interesse dei manufacturer a monetizzare la componente dei servizi legati al prodotto, e la connettività, per cui gli oggetti sono collegati e comunicano costantemente con le reti. Si tratta di fenomeni disruptive e l’impegno di Ptc è diretto a supportare i clienti in questo cambiamento, attraverso l’innovazione dell’offerta tecnologica”, afferma Campbell che ricorda come vadano lette proprio in quest’ottica le acquisizioni di società come Axeda (soluzioni per la connessione sicura di macchine e sensori al cloud) e, sul fronte del Service Lifecycle management, come Enigma (software per aggregare e distribuire contenuti tecnici negli ambienti di servizi postvendita) e Servigistics (applicazioni per la gestione del ciclo di vita del servizio di assistenza).
Circolo virtuoso
Per consentire ai clienti di trarre il massimo valore dagli oggetti intelligenti, Ptc ha messo a punto, attraverso il proprio portfolio di soluzioni, l’approccio Closed Loop Lifecycle Management che connette tra loro gli strumenti process-centric (Plm, Alm, Slm e Scm) con il Cad (tool di ingegnerizzazione) e l’IoT come piattaforma architetturale. “La gestione del ciclo di vita del prodotto – sintetizza Campbell – si estende e completa con i dati provenienti dall’utilizzo del dispositivo da parte dell’utente finale. I feed-back relativi alle performance, allo stato d’impiego, alle funzionalità in uso e così via rivestono un valore incredibile per il manufacturer a livello di sviluppo, distribuzione e innovazione di prodotto”.
Con l’evoluzione degli smart connected products, i target più promettenti per Ptc diventano il settore Medicale, tutti i comparti dove c’è un utilizzo massiccio di macchinari (come l’Agricoltura), Difesa e Aerospace, l’Elettronica di consumo. Su quest’onda, lo scorso giugno, il vendor ha lanciato la release numero 3.0 di Creo, la piattaforma software per lo sviluppo dei prodotti: la tecnologia Unite rappresenta la novità principale della suite, consentendo di importare e condividere tutti i dati di progettazione generati da sistemi Cad esterni e di terze parti. E si sta lavorando alla versione 4.0 che sarà presentata nel 2016.