Le città nel 2030: la mobilità condivisa spazza via le auto private

I dati della ricerca realizzata da Frost & Sullivan per Dassault Systèmes: nel prossimo quarto di secolo vivrà in aree urbane il 68% delle popolazione mondiale, contro l’attuale 55%. L’unico modo per renderne sostenibile l’impatto è la “mobility as a service”

Pubblicato il 12 Mar 2019

smart-city

Le città del futuro saranno con ogni probabilità molto più affollate di quelle odierne, e questo renderà necessari cambiamenti radicali nel campo della smart mobility, con un graduale passaggio da qui al 2030 che vedrà le autori private essere sostituite “mobility as a service“dalla mobilità condivisa. E’quanto emerge a un recente studio condotto da Frost & Sullivan per conto di Dassault Systèmes. 

Secondo la ricerca la prospettiva è quella di passare dalla situazione attuale, in cui il 55% della popolazione mondiale vive in un città, a quella del 2050 in cui nelle aree urbani si sposteranno altri 2,5 miliardi di persone, per raggiungere la percentuale del 68%. 

Proprio questo processo di urbanizzazione, secondo la ricerca, è destinato a cambiare in profondità le città, con la mobilità che passerà dall’essere considerata un prodotto alla logica del servizio, dove le soluzioni per la gestione degli spostamenti faranno del trasporto pubblico la “spina dorsale” di un sistema di mobilità sostenibile. La prima e più evidente conseguenza sarà che le auto private cederanno il passo alla mobilità condivisa. Così, secondo lo studio, entro il 2030 il potenziale di mercato per gli operatori di servizi di mobilità, nel campo della cosiddetta “Mobility as a service”, ammonterà a 2.700 miliardi di dollari.

Al centro di questo settore ci sarà sempre più l’innovazione, che sarà la chiave per offrire le soluzioni migliori ai problemi sempre più urgenti del traffico, del congestionamento della rete stradale, ma anche della qualità dell’aria e della tutela della salute dei cittadini.

Andando più in profondità, la ricerca stima che entro la fine del 2024 il mercato globale dei sistemi di trasporto intelligenti (Its) raggiungerà un valore di 57,44 miliardi di dollari, con una crescita annua approssimative al 12,7% dal 2016 al 2024. Le tecnologie di riferimento per l’innovazione nel settore della mobilità sono tra le altre intelligenza artificiale, sistemi di visione, Internet of Things, cloud, veicoli connessi autoguidati, sistemi intelligenti per la gestione del traffico: teologie che se utilizzate insieme consentiranno alle diverse modalità di trasporto di comunicare fra loro e con l’ambiente urbano. I veicoli di proprietà cederanno il passo alla mobilità condivisa.

Ma cosa è nello specifico la “mobility as a service”?  E’ la combinazione di diverse modalità di servizi di trasporto, pubblici e privati, in un unico servizio di “mobilità a richiesta” attraverso un canale integrato per la gestione di viaggi e pagamenti. “La domanda di servizi condivisi, come car sharing, e-hailling, cioè servizi taxi via app come Uber, ride sharing, bike sharing e bus navetta – spiega Dassault Systèmes in una nota – aumenta costantemente con la loro diffusione nel mondo. La concorrenza fra operatori offrirà ai passeggeri esperienze di viaggio sempre più personalizzate, con opzioni e servizi ritagliati sulle preferenze di ciascun”.

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