Self-driving car, cresce l’attesa ma servono più investimenti

Il report del Capgemini Research Institute: un utente su due vorrebbe sperimentare le auto guida autonoma entro i prossimi cinque anni. Si aprono nuove possibilità di business, ma occorrono nuovi servizi, software e canali di comunicazione con i clienti

Pubblicato il 09 Mag 2019

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Il terreno per lo sbarco sul mercato delle auto a guida autonoma è  ormai favorevole: tra gli utenti si è creato un clima di attesa, tanto che uno su due vorrebbe poter sperimentare la self-driving car nell’arco dei prossimi cinque anni. L’altra faccia della medaglia, però, a fronte di nuove e interessanti opportunità di business per il settore, è la necessità crescente di investimenti su nuovi servizi, software e canali di comunicazione con i clienti. Sono le indicazioni che emergono del nuovo studio del Capgemnini Research Institute sull’auto a guida autonoma, “The Autonomous Car: A Consumer perspective”, secondo cui entro i prossimi cinque anni raddoppierà il numero di consumatori che preferisce utilizzare un’auto a guida autonoma. Infatti, solo il 25% dei consumatori afferma che preferirebbe guidare un veicolo con guida autonoma rispetto a uno tradizionale nei prossimi 12 mesi, mentre oltre la metà degli intervistati (52%) afferma che le auto driverless saranno il loro mezzo di trasporto preferito entro il 2024.

A motivare il crescente interesse degli utenti verso le self driving car ci sono il risparmio di carburante (per il 73% del campione), la riduzione delle emissioni (71%) e il risparmio di tempo (50%). Oltre la metà degli intervistati , il 56%, afferma inoltre di essere disposto a pagare fino al 20% in più per un veicolo a guida autonoma rispetto a uno tradizionale.

Dalla ricerca emerge anche che il 49% degli intervistati si sentirebbe a proprio agio con un’auto a guida autonoma che svolge commissioni al loro posto, il 54% lascerebbe tranquillamente che un veicolo a giuda autonoma riaccompagni o passi a prendere amici e familiari mentre un intervistato su due si aspetta che questa tipologia di auto permetta di risparmiare tempo così da potersi dedicare ad altre attività.

Due i gruppi che mostrano un sentiment particolarmente positivo nei confronti delle auto a guida autonoma secondo Capgemini: i consumatori cinesi e i Millennial.

Per l’arrivo sul mercato dei nuovi modelli ci sono però ancora ostacoli importanti, legati soprattutto alla sicurezza dei veicoli e dei sistemi. 

“Il nostro report evidenzia un alto livello di ottimismo e di entusiasmo tra i potenziali utenti di veicoli a guida autonoma – sottolinea Domenico Cipollone, automotive director di Capgemini Business Unit Italy Finora la maggior parte dei dibattiti riguardava principalmente l’evoluzione tecnologica delle auto senza conducente, quindi è estremamente incoraggiante vedere che anche i futuri passeggeri si stanno accorgendo dei potenziali benefici apportati da questa tecnologia. Le aspettative dei clienti sulle esperienze in-car (all’interno dell’auto) non solo avranno un impatto sull’industria automobilistica, ma anche su altri settori come i media e l’intrattenimento, la vendita al dettaglio e i servizi healthcare, supportando un fortissimo incremento di opportunità di business collaborative”.

“Tuttavia, permane un certo grado di incertezza e preoccupazione. Le aziende automobilistiche che si affacciano sul mercato dei veicoli a guida autonoma devono considerare le aspettative e i timori dei loro futuri clienti, trasferendo il focus delle proprie operation dal prodotto ai servizi e all’orientamento al consumatore” conclude Cipollone. 

Quattro secondo Capgemini i cardini su cui poggiare per accelerare l’adozione delle auto  guida autonoma: mantenere informato il cliente in assoluta trasparenza; comprendere e rassicurare, perché i consumatori hanno una visione chiara dell’esperienza che si aspettano da un’auto a guida autonoma. “I produttori di automobili – spiega Capgemini – dovrebbero comprendere le aspettative dei consumatori e integrarle nel processo di progettazione stesso, investendo negli elementi di sicurezza dei veicoli e comunicandoli con attenzione”. Poi costruire un ecosistema di servizi, per offrire un ampio range di esperienze all’interno dell’auto, relative a servizi per l’intrattenimento, il lavoro e la salute e il benessere. E infine investire in software, dal momento che i produttori automobilistici hanno bisogno di integrare i veicoli a guida autonoma all’interno della propria strategia aziendale in tutte le divisioni dell’azienda.

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