Moreschini, Microsoft: passa dal Cloud e dell’Intelligenza artificiale il percorso verso la PA 4.0

Secondo il Direttore della divisione Pubblica Amministrazione Microsoft sono tante le esperienze di innovazione digitale nella PA, come ad esempio le case history dell’Agenzia Spaziale Italiana e della Banca dati Nazionale del DNA, ma ci sono ancora resistenze da vincere soprattutto sotto il profilo culturale e della governance

Pubblicato il 04 Giu 2017

Simonetta Moreschini, Direttore della divisione Pubblica Amministrazione Microsoft

Per la Pubblica Amministrazione la sfida della digitalizzazione si gioca e si vince prima di tutto e soprattutto sulle competenze. Per Simonetta Moreschini, Direttore della divisione Pubblica Amministrazione di Microsoft Italia la PA può trovare nel digitale una grande opportunità di sviluppo, ma si deve guardare alla realtà concreta  e cita il Digital Economy and Society Index (Leggi l’articolo) che posiziona l’Italia al 25° posto su 29 paesi in termini di progetti attivi e servizi digitali ai cittadini. Una posizione che, se da una parte non può non sollevare qualche preoccupazione, dall’altra ci dice in modo chiaro che ci sono grandissimi spazi di miglioramento, ed è proprio sul tema del miglioramento Moreschini sottolinea l’importanza del nuovo Piano Triennale della spesa pubblica digitale (leggi al riguardo l’articolo di AgendaDigitale.eu) che può spingere e accelerare il processo di innovazione di tutta la Pubblica Amministrazione italiana. Si prospetta una situazione che consente di guardare a questa situazione come a un “bicchiere mezzo pieno“, anche nella consistenza di una fetta importante della PA che, come sottolinea Simonetta Moreschini: «nel 66% dei casi utilizza già soluzioni Cloud più o meno articolate e sofisticate». Un dato che appare particolarmente importante se letto in prospettiva, per le possibilità di sviluppo e di scalabilità che possono arrivare proprio dal Cloud. Insomma il mondo delle pubbliche amministrazioni si sta già muovendo e Microsoft in questo senso sta lavorando anche per creare quel contesto e quelconsenso necessari allo sviluppo, soprattutto con investimenti che guardano al mondo dell’education e che puntano alla crescita delle competenze.

Digital Skill per una diffusione del Cloud nella PA

Il grande tema che è anche una delle convinzioni più radicate per Microsoft è che senza cultura digitale e senza digital skill non si può procedere con una vera innovazione. Microsoft lavora con tutta la Pubblica Amministrazione a livello centrale e livello locale, proprio per diffondere una cultura che possa far crescere e velocizzare la capacità progettuale nella direzione di una PA 4.0 facendo leva anche sulle esperienze sviluppate in ambito internazionale e sfruttando le best practices e le case history sviluppate che permettono di accelerare l’introduzione di modelli virtuosi.

Accelerare l’adozione del digitale con il Cloud

Nel rapporto tra Pubblica Amministrazione e Digitale il Cloud rappresenta un fattore di accelerazione. Nella fattispecie Moreschini sottolinea che la trasformazione digitale può trovare nel Cloud una risposta per risolvere tante tipologie di problemi che diversamente richiederebbero tempi e investimenti molto più consistenti. «La trasformazione digitale non deve essere fine a set stessa – sottolinea -, ma deve essere una base per realizzare una crescita economica, per un avanzamento sociale e per garantire nuove forme di sostenibilità». In particolare secondo Moreschini per accelerare la digitalizzazione nella Pubblica Amministrazione si deve agire su 4 grandi aree di intervento:

  1. Ridisegnare e reingegnerizzare i processi su una base completamente diversa, innovativa e disruptive
  2. Mettere a disposizione dei servizi più ricchi sfruttando il patrimonio esistente, il Cloud si può inserire anche in contesti in cui è fondamentale recuperare e utilizzare un patrimonio di informazioni esistente
  3. Attivare degli strumenti per i dipendenti pubblici per aumentare la produttività, per poter fare di più con le risorse disponibili
  4. Creare soluzioni che permettano ai cittadini di entrare in contatto con la Pubblica Amministrazione creando un circolo virtuoso di interazione e di scambio, rendendo la pubblica amministrazione sempre più vicina alle esigenze reali

Guarda il video con l’intervista di Simonetta Moreschini a ForumPA 2017

Intervista a Simonetta Moreschini, Direttore della divisione Pubblica Amministrazione - Microsoft

Intervista a Simonetta Moreschini, Direttore della divisione Pubblica Amministrazione - Microsoft

Guarda questo video su YouTube

Il sistema paese deve poi fare di più per sfruttare e replicare le esperienze che già sono realizzate. E in questo senso è molto importante affrontare la questione della governance. Moreschini richiama proprio su questo tema la strategia di Microsoft che affida al Cloud un ruolo strategico e che nello stesso tempo impegna la società nel garantire un Cloud sicuro e affidabile come si evince da un vero e proprio manifesto Microsoft “A Cloud for global good” (leggi il documento Microsoft originale) che esprime e spiega le potenzialità del Cloud secondo Microsoft «Per Microsoft il Cloud deve essere un enabler per lo sviluppo sociale ed economico, ma in assoluta e piena sicurezza. «Questo è uno dei pilastri fondamentali – osserva Moreschini -: il Cloud può dare tutti i benefici solo se è “Trusted” ovvero se rispetta tutte le leggi e tutte le tutele di gestione della privacy e della sicurezza». E la logica Cloud di Microsoft è Secure by design, un Cloud nativamente concepito per essere sicuro. Inclusivo – afferma – e sicuro».

La Case history ASI: Azure Microsoft con diffusione e sviluppo delle competenze

Sicurezza poi vuol dire anche cultura e competenze, qualunque piattaforma digitale è sicura nella misura in cui viene usata con il massimo sviluppo delle competenze. Un esempio di riferimento in questo senso arriva in questo senso la case history ASI (Agenzia Spaziale Italiana) che ha avviato un progetto di dematerializzazione di tutti i processi dell’Agenzia Spaziale Italiana basata su Azure Microsoft, gestendo gli investimento in maniera flessibile e sempre più oculata.
L’altro pillar di questo progetto accanto ad Azure è rappresentato sull’utilizzo di Office365, in una soluzione che permette a tutti i dipendenti di lavorare in gruppi virtuali in modo flessibile e dinamico sfruttando anche le logiche di Smart Working.
Il progetto ha visto la realizzazione di nuovo portale che ha permesso di recuperare efficienza e ottimizzando la gestione delle risorse: con un risparmio di 12.000 ore uomo su base annua, per un totale di circa 700.000 Euro da dedicare ad attività a valore aggiunto, un obiettivo significativo che permette all’agenzia di dedicare maggiore tempo e maggiori risorse alla ricerca scientifica e allo sviluppo di soluzioni per l’ambiente, il clima, la sicurezza e la difesa.

Il progetto realizzato con ASI ha visto la realizzazione di una specifica infrastruttura basata sul Cloud Microsoft Azure con importanti vantaggi anche nella gestione dei picchi di utilizzo e di scalabilità rispetto all’avvio di nuovi progetto nel rispetto della continuità operativa. Il portale integra gli strumenti di comunicazione. Dal punto di vista della produttività il progetto è stato basato su Cloud Office 365, che permette ai dipendenti di ASI di consultare e modificare documenti ovunque e in qualunque momento attraverso qualsiasi device, e conta inoltre su una ricca serie di strumenti per la condivisione dei dati e delle informazioni come Skype for Business, OneDrive for Business e grazie agli strumenti di analisi di PowerBI permette la elaborazione di dati spaziali e aerospaziali. Nel progetto è stata inserita anche una sezione dedicata alle FAQ gestita con Azure Bot Framework.

Dalla PA alla PA 4.0

ASI è un esempio di PA che si muove verso una direzione PA 4.0 ed è un esempio anche di come si possono superare anche le barriere anche legate a pregiudizi sui temi della privacy che trovano nel Cloud Trusted una risposta sicura e affidabile. Barriere che alcune amministrazioni stanno affrontando e risolvendo come ad esempio la Corte dei Conti che ha fatto una scelta molto importante nell’adozione di soluzioni Cloud.
«Anche se non mancano gli esempi positivi esempi positivi  – precisa Moreschini – c’è anche un grande tema di obsolescenza delle infrastrutture e rappresenta un fattore che pesa direttamente in termini di vulnerabilità in termini di sicurezza». E in questo campo, di fronte proprio alla difficoltà di affrontare il rinnovo delle infrastrutture, le soluzioni Cloud possono rappresentare una soluzione più scalabile e portare più velocemente e più facilmente innovazione nelle istituzioni superando o trovando nuove risposte al tema dell’obsolescenza.

«In tema di sicurezza il 2016 è stato un anno critico – prosegue Moreschini -, e il 2017 purtroppo sta confermando che la criminalità informatica non è affatto vinta o superata ed è purtroppo necessario confrontarsi con uno scenario che mostra un aumento degli attacchi informatici». Se poi si guarda alla mappa dei crimini informatici si nota che «non è un caso che gli attacchi informatici si concentrino nella sanità, dove c’è un tema di dati importanti e dove la crescita degli attacchi è stato superiore al 100%. Ma sono in crescita anche nel settore manifatturiero e nel retail dove sono in gioco informazioni riservate legate ai prodotti, con rischi legati al vantaggio competitivo delle aziende e continuano ad essere molto presenti nel settore bancario, uno dei primi settori ad essere colpito da questa forma di criminalità.

GDPR e PSD2

Ma sul tema dell’obsolescenza delle infrastrutture va ricordato che la prossima scadenza del GDPR nel 2018 richiederà una serie di adeguamenti anche in termini di infrastrutture digitali. Il GDPR si affianca poi anche alla scadenza della normativa PSD2 che impone a sua volta un processo di innovazione delle infrastrutture nel mondo banking. Sono due aspetti che si saldano idealmente con l’altro grande fenomeno che Moreschini invita a leggere in parallelo a quello delle Pubbliche Amministrazioni, vale a dire quello dell’Industria 4.0 dove lo sviluppo del digitale si muove nelle imprese anche con il Piano nazione Industria 4.0 del ministro Calenda.

Ritornando al tema delle competenze Moreschini ricorda l’importanza di un impegno a livello di education. «Il 65% dei lavori che verranno richiesti nei prossimi anni oggi ancora non esistono, c’è da parte delle Pubbliche Amministrazioni la necessità di dare risposte per far crescere figure che siano in grado di portare profili di Operatori 4.0 nel mondo delle PA perchè solo in questo modo si arriva alla PA 4.0. Moreschini avverte anche la necessità di non perdere questa finestra temporale e di accelerare i processi di innovazione anche in comparazione con quello che avviene in altri paesi.
Dal punto di vista della sanità il digitale rappresenta una straordinaria risposta in termini ad esempio di Big Data, Analytics, Artificial Intelligence. La sanità – afferma Moreschini, è il settore che per eccellenza rappresenta l’esempio più rilevante di come il digitale può incidere direttamente sulla vita delle persone. In questo caso il tema non è solo di quello di osservare i trend, ma di avere una visione veramente olistica, completa, di tutti i fattori che concorrono a determinare la salute. Abbiamo la capacità con Internet of Things, wearable, sensori e apparati di rilevare dati da persone, ambienti interni ed esterni con la capacità, anche grazie al Cloud di rilevare grandissime quantità di dati in continua crescita e con l’Intelligenza Artificiale si possono mettere a disposizione capacità predittive che incidono ancora una volta sulla qualità della salute, della vita e permettono di gestire molto meglio la spesa sanitaria, indirizzando magari attività di prevenzione in modo più efficace alla luce di una maggiore conoscenza dei fattori in gioco.

La Banca Dati Nazionale del DNA: Cloud, Big Data e Analytics

E nel campo dei Big Data in un ambito che attiene al supporto che il digitale può dare al mondo della sicurezza c’è poi la case history della Banca Dati del DNA che Microsoft ha realizzato con il Dipartimento della Pubblica Sicurezza nella veste della Direzione Centrale della Polizia Criminale con la attivazione della nuova Banca Dati Nazionale del DNA. Una case history che si sviluppa al servizio della Giustizia e della Sicurezza del Paese

La Banca Dati del DNA permette di analizzare enormi quantità di dati eterogenei ed eseguire confronti genetici in tempi rapidissimi al servizio delle indagini. In questo modo il Dipartimento della Pubblica Sicurezza, Direzione Centrale della Polizia Criminale è nella condizione di semplificare e accelerare l’identificazione degli autori di delitti e delle persone scomparse, con una riduzione dei costi di gestione e un miglioramento dell’efficacia delle indagini in campo penale.

Per Microsoft questa case history non è un “debutto”, la società collabora da tempo con diverse autorità a livello internazionale nell’ambito dell’analisi di dati genomici per finalità di ricerca, come nel caso del progetto Premonition (vai qui per avere maggiori informazioni) basato sula piattaforma Intelligente Cloud di Microsoft che permette di abbattere i tempi di elaborazione dei dati, effettuando miliardi di confronti genetici in poche ore, laddove in passato sarebbero serviti mesi di lavoro.

Dall’impronta genetica all’impronta digitale

Grazie a questo progetto sarà poi possibile associare l’impronta genetica all’impronta digitale come strumento per consentire l’identificazione durante le indagini e come creazione di una doppia chiave di verifica indipendente dalle generalità fornite dal soggetto.
Va aggiunto che la logica del progetto è stata sviluppata in modo da garantire il rispetto della privacy. La Banca dati del DNA non contiene infatti i dati personali del soggetto, ma solo informazioni che sono rese anonime e non associate al soggetto grazie a una modalità di inserimento del profilo del DNA in doppio cieco. Solo quando la banca dati trova una concordanza (hit o match) tra un profilo del DNA noto e un profilo del DNA sconosciuto legato alla scena del crimine, avviene l’abbinamento dei dati anagrafici del soggetto, grazie a una procedura con certificato digitale ad uso personale che consente l’accesso all’anagrafica solo a personale autorizzato presente nella banca dati delle impronte digitali. nella fattispecie il match positivo offre un’indicazione utile per le Forze di polizia e l’Autorità giudiziaria con effetti positivi permettendo un aumento della probabilità di individuazione di una concordanza con i profili del DNA tra elementi che arrivano dalle scene del crimine e elementi presenti nella Banca dati.

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