IBM Garage: tecnologie e metodologie per l’innovazione Industry-Ready

A colloquio con Stephanie Trunzo, VP Global IBM Garage, e Rachel Reinitz, IBM Fellow e CTO IBM Garage sull’apertura del Garage italiano e del suo ruolo nell’ecosistema dell’innovazione

Pubblicato il 03 Lug 2019

IBM Garage

IBM Garage - Milano

Think Milano, l’appuntamento che la scorsa settimana ha portato tecnologia e innovazione nel cuore della metropoli lombarda è per IBM l’occasione non solo di aprire le porte della propria nuova sede, gli IBM Studios, ma anche il momento per l’inaugurazione ufficiale di IBM Garage, un vero e proprio luogo di sviluppo e sperimentazione a disposizione di clienti, partner, sviluppatori, startup.

Di cosa siano di fatto gli IBM Garage e quale sarà il ruolo di quello di Milano abbiamo avuto modo di parlare con Stephanie Trunzo, VP Global IBM Garage, e Rachel Reinitz, IBM Fellow e CTO IBM Garage.
Stephanie Trunzo è entrata in IBM a maggio dello scorso anno con un commitment preciso proprio sull’iniziativa dei Garage: «Si voleva portare un punto di vista nuovo, proveniente dal mercato, sui temi dell’innovazione digitale. In fondo, digital innovation oggi vuol dire velocità e chiari risultati di business. Ed è questa influenza che vogliamo portare nel Garage».

IBM Garage

IBM Garage: dalla co-creation a Minimum Viable Products

IBM Garage è una iniziativa indirizzata a C-Level di grandi aziende, ricercatori, decision maker, startup: «Sono spazi fisici che noi definiamo ‘’purpose built’’, ovvero progettati appositamente per ospitare attività collaborative e multidisciplinari. Spazi per la co-creation, nei quali gli sviluppatori lavorano insieme ai clienti, che cercano non solo una soluzione, ma soprattutto un partner che li aiuti a capire e a capirsi».

IBM - Rachel Reinitz

Interviene a sua volta Rachel Reinitz, CTO dell’iniziativa: «Guidare la trasformazione non significa solo avere un’idea innovativa, ma anche guidare i cambiamenti. Trasformazione oggi si sposa con il concetto di agility e con l’agilità che deriva dal design thinking”.

È questo un concetto che trova declinazione nel Garage, ad esempio con il lavoro che IBM intende perseguire con le startup: “Come possiamo realizzare la vostra idea con investimenti minimi? Si parte da qui, con workshop di due giorni sul design thinking, aperti a sviluppatori e startup, nei quali si lavora in una logica di being inspired”, prosegue Reinitz spiegando la metodologia in uso nei Garage.
“Dopo i due giorni di workshop si arriva al cosiddetto beginning scope e da qui al Minimum Viable Product”. È dunque un percorso step by step, che si compone anche attraverso storie, casi d’uso ed è in ogni caso diretto dall’owner del prodotto.

“È fondamentale che sia ben chiaro a tutti lo scope, così come è importante lavorare fin dall’inizio sull’architettura, sulla sicurezza, sui dati. In tutta la fase progettuale si cerca di non utilizzare dati personali, si lavora sullo scope senza utilizzare dati sensibili”.
Si tratta comunque di progetti pensati per il mondo delle imprese, per le quali si fa assessment non solo sulla tecnologia, ma anche sui percorsi di change management: non a caso di parla già di Minumum Viable Product, qualcosa che già si inserisce nel flusso di business.

Al lavoro sui pilot di produzione

“Nel Garage non ci si focalizza sulle esplorazioni tecniche, ma sui pilot di produzione: si dimostra che il progetto è vero e funziona”, sottolinea ancora Reinitis, evidenziando come ci sia un forte focus sugli end-user, sugli stakeholder, e come il percorso preveda feedback e assessment settimanali. “Il product owner è responsabile del risultato”.

Stephanie Trunzo - IBM

Stephanie Trunzo torna sul valore dei Garage: “In tutto il mondo abbiamo 16 spazi dedicati che ospitano i Garage, ma sono molti di più quelli che hanno le capacità dei Garage, pur non essendoli o non essendoli ancora”.

“Di fatto con i Garage IBM porta metodologia, scambio di esperienze e best practice , ma anche quello che definiamo cross staff, ovvero una rete estesa di esperti e specialisti che attraversa tutta IBM. Si crea una vera e propria community, tra sviluppatori, architetti, designer. Abbiamo leader che gestiscono le community sia a livello globale, sia a livello regionale”.

Cloud, IoT, AI e Blockchain

Per loro natura i Garage non hanno focus su specifici mercati, bensì sulle tecnologie, Cloud in primis, considerato tecnologia abilitante per tutti i progetti di innovazione, Intelligenza Artificiale, Internet of Things, tranne in un caso: “Per quanto riguarda la blockchain, i focus sono sul mondo della supply chain e sul finance. È l’unico caso nel quale abbiamo deciso di mantenere un focus sulle due industry che più ragionevolmente la implementano. Per il resto l’approccio è cross-industry”.

Nell’agricoltura di precisione il primo cliente del Garage italiano

Al taglio del nastro, l’IBM Garage italiano ha già un primo cliente. Si tratta di Topcon, multinazionale giapponese operante anche nel nostro Paese, attivo nell’ambito della strumentazione ottica, dell’edilizia informatica e dell’agricoltura di precisione. Il progetto per il quale Topcon ha scelto di lavorare con IBM Garage guarda al mondo dell’Agricoltura e punta a una adozione pervasiva dell’intelligenza artificiale in tutti i processi agricoli.

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