Se è vero che il cloud è per tutti ed è una tendenza ineludibile per le aziende di ogni tipo e dimensione, è altrettanto vero che mai come nel cloud non è pensabile una logica da “one size fits all”, una logica da “taglia unica”.
Ne è assolutamente convinto Dionigi Faccenda, sales manager EMEA, LatAm e Nord America di OVH, che spiega: “Quando parliamo di dati, oggi, lo scenario con il quale ci dobbiamo confrontare non è solo caratterizzato dalla grande quantità di dati disponibili, ma soprattutto da dati in quantità e di difficile gestione, a maggior ragione se declinati in progettualità come quelle legate all’IoT, alla Blockchain o all’Intelligenza Artificiale”.
Server dedicati per le applicazioni data intensive
Uno scenario, quello cui fa riferimento Faccenda, che richiede un approccio specifico e mirato.
“È qui che si inseriscono le logiche del multicloud ed è qui che noi, come OVH cerchiamo di dare risposte anche attraverso l’utilizzo di server dedicati”.
Bisogni diversi, ma anche trasversali, spiega ancora Faccenda: “Il mondo dell’Intelligenza Artificiale e del cosiddetto DeepTech, che utilizza database estremamente pesanti, ha bisogno di server dedicati, mentre il mondo dei DevOps, si muove preferibilmente in logiche di microservizi”.
Per OVH un’offerta declinata in 4 segmenti
È alla luce di queste considerazioni che nei mesi scorsi, OVH ha pubblicato un proprio Industry Manifesto per spiegare il proprio approccio differenziato, sulla base dei diversi mercati di riferimento.
“Da pure player del mercato cloud, la nostra attività consiste esclusivamente nel progettare e fornire infrastrutture IT, in particolare basate sul Cloud, a supporto dell’innovazione dei nostri clienti”, si legge nel manifesto, nel quale OVH sottolinea come il fatto di disporre di strutture di produzione dedicate le consenta di garantire offerte su misura per le esigenze dei suoi clienti e server personalizzati, laddove sia necessario.
OVH, che serve 1,4 milioni di clienti in 132 Paesi del mondo, ha segmentato la propria proposition su quattro asset chiave: un’offerta dedicata al mondo dell’ecommerce, Spirit, ovvero i server dedicati a supporto di tutte quelle applicazioni che hanno bisogno di grande potenza di calcolo, come il mondo dell’artificial intelligence, della BI, del gaming, tutto il mondo OpenStack e infine l’offerta OVH Enterprise, che include tutta l’offerta tecnologica “powered by” VmWare e indirizza le esigenze legate all’hybrid cloud, al backup, al disaster recovery, alla migrazione SAP Hana, sempre in logica industry standard.
“In questi ultimi tempi ci siamo messi profondamente in discussione e in gioco”, spiega Faccenda: “Lo scorso anno abbiamo aperto a Croix un centro per la produzione di server su misura per le esigenze dei nostri clienti, focalizzandoci su tre punti fermi: innovazione a costi accessibili, prevedibilità del costo, nessun lock in”.
Lo stabilimento di Croix ha una capacità produttiva di oltre 6.000 server al mese e in questi 20 anni di storia OVH ha prodotto oltre 1 milione di server fisici.
Cloud per il manufacturing e la blockchain: cresce la maturità
Abbiamo chiesto a Dionigi Faccenda una sua percezione rispetto al mercato manifatturiero, la cui trasformazione molto beneficia del cloud.
“Sicuramente quando parliamo di cloud per il manufacturing parliamo di una vera e propria evoluzione, grazie anche al contribuito di partner che lavorano su tematiche quali IoT e robotica”, spiega. Va detto che OVH non ha relazioni dirette con gli utenti finali, tuttavia “siamo certi delle evoluzioni in corso perché vediamo la maturità delle infrastrutture che i nostri partner di settore stanno realizzando”.
Similmente, per quanto riguarda la Blockchain non esistono presidi diretti, tuttavia “sempre più spesso ci vengono richiesti server dedicati ad applicazioni blockchain per alcuni nostri clienti“.