Oltre un terzo delle aziende utilizza oggi un’infrastruttura di storage basata esclusivamente su dischi a rotazione meccanica, mentre il 67% ha adottato alcuni componenti flash. Precisamente il 5% utilizza sistemi all-flash, mentre il 62% utilizza ambienti ibridi con una combinazione di flash e dischi. Scendendo ancora più nel dettaglio, oggi solo il 13% degli intervistati gestisce un data center con oltre il 50% di storage flash, con la stragrande maggioranza (87%) che ne utilizza meno del 50%. Sono questi alcuni dei risultati principali emersi dal sondaggio di ActualTech Media, sottoposto a un campione di 1.000 utenti che utilizzano sistemi di conservazione dati.
Oltre ai numeri sull’utilizzo, sbilanciato verso sistemi ibridi e comunque lontano da situazioni all-flash, spicca anche un’altra indicazione interessante. Al crescere della dimensione aziendale aumenta l’importanza assegnata all’utilizzo delle nuove tecnologie di storage, mentre diminuisce la sensibilità verso ingombri, consumi e prezzi. Tutto ciò fermo restando che prestazioni, prezzo e resilienza sono i principali criteri su cui si basa la valutazione di un sistema di archiviazione dati.
Ripristino, il flash storage migliora l’intero processo
La ricerca di ActualTech Media rileva inoltre che per le attività di ripristino il 60% delle aziende che non utilizza tecnologie flash dimostra difficoltà nel rispettare gli service-level agreement (Sla). Un numero che sale al 71% se si considerano quelle passate alle flash memory, che prima del passaggio incontravano dunque le stesse problematiche. E che invece scende al 34% prendendo in esame le aziende che utilizzano le tecnologie flash.
Si evidenzia, spiega la powerhouse statunitense, quanto le aziende con dotazioni di sistemi ibridi o flash di storage raggiungano maggiori performance rispetto a quelle che utilizzano solo dischi. Infatti, a parte per il ripristino di emergenza, in cui le tecnologie flash e ibride superano i dischi tradizionali di soli 2 punti percentuali, nei casi di alta disponibilità e di business continuity lo scarto raggiunge quasi i il 20%.
Storage, i sistemi flash incidono positivamente sui costi
A questo aspetto bisogna aggiungere poi, sempre in termini di risultati, il maggiore sfruttamento di soluzioni di riduzione del volume dei dati da parte degli utilizzatori di tecnologie flash o ibride, rispetto a coloro che possiedono solo dischi tradizionali. Una differenza dettata dalle performance che migliori che garantiscono tempi di decompressione ed accesso assolutamente adeguati.
Con un rapporto medio di riduzione dei dati che passa dai 3,8 su 1 dei dischi tradizionali ai 5,4 su 1 delle tecnologie flash si riesce a incidere in maniera significativa e positiva sui costi. In generale emerge dunque che, oltre che sulla carta, i vantaggi dell’utilizzo delle tecnologie flash di storage sono realmente percepiti dai loro utilizzatori, con una soddisfazione dei clienti che, apprezzandone le caratteristiche direttamente sul campo, risulta piuttosto elevata.