Manifattura Milano porta l’Industria 4.0 in città

Presentato il programma Manifattura Milano, per riportare la manifattura e l’artigianato digitale in città, sulla scia di Industria 4.0 e grazie all’adozione di nuove tecnologie, IoT in primis

Pubblicato il 18 Apr 2017

Milano_skyline

Si chiama Manifattura Milano ed è il programma presentato la scorsa settimana dalla Direzione Economia Urbana e Lavoro del capoluogo lombardo con l’obiettivo di riportare la manifattura, nello specifico la Manifattura 4.0, al centro dell’interesse della città.

Un programma sviluppato in accordo con le Parti Sociali, la Camera di Commercio, le Università e i Centri di Ricerca e che ha come obiettivo fare della città “un laboratorio delle traiettorie di sviluppo del Paese”, così è stato definito, vale a dire un territorio e un ecosistema nel quale sia più semplice e favorevole pensare all’insediamento di imprese e di start up attive nella manifattura digitale e nel nuovo artigianato 4.0.

Nell’ideazione di Manifattura Milano, il Comune ha preso ad esempio esperienze già in atto in altre città nel mondo, a partire da Parigi, con gli Ateliers de Paris, che porta nel centro della città atelier e incubatori artigiani e porta le industrie del futuro nelle periferie, valorizzandole; oppure Londra, con la sua Craft Week, dedicata ad artigianato, making, e manifattura 4.0; o ancora Barcellona, con il suo Fab City, programma che punta alla creazione di una rete di città per l’economia circolare, convolgendo Boston, Tolosa, Shenzen, Amsterdam, Santiago e Detroit; o per finire New York, con il progetto Manufacturing in New York City, nel quale la nuova manifattura è asset strategico dell’economia urbana.

Con Manifattura Milano, IoT e tecnologie digitali portano alla produzione di vicinato

L’idea è di riportare la manifattura in città e di farlo in modo sostenibile: si parla di una progettazione, di una produzione e di un consumo di vicinato, a basso impatto ambientale e zero scarti; si parla di impianti di piccole dimensioni e produzione per piccoli lotti, si parla di varietà e personalizzazione in una produzione di massa. Tutto questo grazie all’adozione di tecnologie quali la stampa 3D, la realtà aumentata, l’IoT che vanno ad amplificare la competenza artigianale.

Scarica il white paper gratuito sull’utilizzo
dell’IoT per le applicazioni industriali

Il programma si inserisce in una logica di complementarietà in una serie di iniziative di respiro nazionale, a partire dal Piano per l’Industria 4.0 e dal PNSD e PON Scuola 2014-2020, di respiro regionale, come la Legge Regionale Lombardia 26/2016 “Manifattura diffusa, creativa e tecnologica 4.0”, il POR FESR 2014-2020 Lombardia, che stanzia un miliardo di euro per sostenere la crescita intelligente, inclusiva e sostenibile, le iniziative delle parti sociali, a partire da Assolombarda e API, senza dimenticare i programmi europei Horizon 2020 e UIA per la ricerca, la competitività e l’innovazione nelle città.

Negli ultimi sei mesi il programma è stato studiato nel suo modello e nella sua fattibilità, con il contributo di una cinquantina di stakeholder, tra università, centri di alta formazione, associazioni di categoria, fondazioni, sindacati, fablab, e ora è arrivato il momento di attivarlo.

Sei aree di intervento per portare la manifattura 4.0 in città

Per farlo il Comune ha previsto sei aree di intervento specifiche: si parte con lo studio e la ricerca, vale a dire con il monitoraggio del territorio per valutare quali siano le possibilità di insediamento e sviluppo nelle aree periferiche; si passa poi alle azioni di comunicazione per sensibilizzare attori economici e sociali anche creando di occasioni di incontro tra le organizzazioni e i nuovi artigiani; la terza area di intervento prevede la creazione di laboratori e servizi territoriali dedicati alla nuova manifattura, sia nella veste di fablab o makerspace, sia in quella di servizi di incubazione e accelerazione per pmi e startup innovative.
Perché tutto questo avvenga è necessario recuperare spazi della città attualmente inutilizzati nelle periferie, perché siano il luogo di insediamento della manifattura digitale, così come servono anche investimenti negli spazi dismessi: l’Amministrazione ha già iscritto a bilancio 10 milioni di euro.
Infine non si può non investire in formazione, con  la creazione di percorsi ad hoc, dai quali si generino nuove competenze informatiche, tecniche e scientifiche. E sono queste le altre tre aree di intervento.
Per la loro attuazione, sono state delineate tre indicazioni di metodo, che prevedono un approccio sartoriale, una pianificazione agile che parta da sperimentazioni leggere, una gestione aperta e partecipata.

Una roadmap a sei mesi

Oltre alle aree di intervento e alle indicazioni di metodo, l’Amministrazione ha fissato anche la roadmap a sei mesi.
Si parte subito, con la stipula di un protocollo con il Miur per lo sviluppo di progetti nelle scuole su digitale, making e robotica, a maggio verrà avviata una ricerca sulla nuova manifattura a Milano e sul suo posizionamento rispetto ai benchmark internazionali, a giugno partirà il primo bando per l’assegnazione degli spazi in periferia alle imprese di nuova manifattura, così come si attiveranno le iniziative di comunicazione. Nel corso dell’estate verrà aperto il MHUMA, uno spazio per maker e acceleratore di startup in via D’Azeglio, per arrivare a settembre con il primo bando a sostegno degli investimenti nelle imprese.

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