Tutela del consumatore

Mobile App gratuite, l’Antitrust chiede trasparenza sui “costi nascosti”

Dagli store online di iTunes, Google, Amazon e Gameloft scompare la scritta “gratis” e “free” se per poter utilizzare pienamente un’applicazione scaricabile gratuitamente è necessario effettuare pagamenti successivi. La tematica è stata anche oggetto di un’azione comune svolta dall’Autorità italiana a livello europeo con la Commissione UE

Pubblicato il 04 Feb 2015

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Ogni anno sono centinaia di milioni le Mobile App che gli utenti di smartphone e tablet in tutto il mondo scaricano dagli store online. E con il loro proliferare è emersa anche la necessità di tutelare i consumatori da comportamenti poco trasparenti in merito alle applicazioni “gratuite” che offrono contenuti da acquistare all’interno delle App.

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Antitrust), infatti, ha recentemente accolto gli impegni presentati da Apple (iTunes), Google, Amazon e Gameloft, nell’ambito di un procedimento avviato per possibili pratiche commerciali scorrette, connesse con la diffusione di un videogioco destinato a bambini e proposto sotto forma di App per terminali mobili.

Secondo una nota dell’Antitrust infatti, «il procedimento, per cui è intervenuta Altroconsumo – la nota associazione italiana di consumatori senza fini di lucro -, è stato avviato nel 2014, da un lato proprio per accertare l’eventuale diffusione di informazioni ingannevoli sui costi effettivi da sostenere per l’utilizzazione completa delle App offerte come gratuite, e dall’altro per verificare la presenza di strumenti o metodi per prevenire acquisti non desiderati da parte dei minori».

Nel corso del procedimento, prosegue la nota, le parti si sono impegnate a prendere provvedimenti ai sensi dell’art. 27, comma 7, del Codice del Consumo, che avranno ricadute positive sull’intera Unione Europea. In particolare, i titolari degli store digitali hanno sostituito termini come “gratis”, “free” e similari, con espressioni come “freemium” che comunicano ai consumatori in maniera più trasparente ll fatto che un’App scaricabile gratuitamente può comportare la necessità di effettuare successivi pagamenti per una sua piena utilizzazione. Gli stessi operatori hanno proposto, inoltre, misure volte a consentire ai consumatori un più efficace e consapevole controllo sugli strumenti di pagamento associati al dispositivo, in modo da poter evitare acquisti non voluti.

In virtù di queste misure, rese obbligatorie appunto dall’Antitrust italiana, i consumatori potranno contare ora su garanzie superiori a quelle che si sarebbero potute conseguire sanzionando gli operatori coinvolti in questa pratica commerciale. La tematica delle App gratuite è stata anche oggetto di un’azione comune svolta a livello europeo con la Commissione UE, cui l’Autorità ha attivamente partecipato in tutte le sue fasi, apportandovi l’esperienza maturata nel corso del procedimento istruttorio nazionale e contribuendo così al raggiungimento di soluzioni positive per i consumatori di tutta l’Unione.

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